La carrellata di nomi ai vertici del panorama mondiale ha inconfutabilmente sancito l’importanza dell’iniziativa. La settima edizione di “Opera Star” – International Opera Awards, dopo la prima fase svoltasi a Doha in Quatar, è sbarcata a Venezia al Teatro Malibran, dove si è tenuta la cerimonia di premiazione in forma di spettacolo. Durante la serata in laguna sono state consegnate le ambite statuette e le targhe del Premio ideato nel 1995 da Alfredo Troisi ed esordito nel 2010 all’Arena di Verona.

Con generosità ha donato la sua arte, eccellendo nei raffinati registri sovracuti, Elena Moșuc, soprano drammatico di agilità e belcantista di razza, come l’ha descritta il critico musicale, autore radiofonico e regista Enrico Stinchelli, al quale era affidata la conduzione dell’evento assieme alla presentatrice televisiva Chiara Giallonardo. Elena Moșuc ha ricevuto il Premio 2019 come miglior soprano: un bel modo di anticipare i festeggiamenti del prossimo 2020, quando compirà trent’anni di attività artistica, avendo iniziato a cantare giovanissima. La star rumeno-svizzera ha entusiasmato il pubblico con pagine estremamente impervie, che ha brillantemente risolto attingendo a doti quali sapienza tecnica e sensibilità interpretativa andate a tornire la straordinaria freschezza della voce, iniziando da “Oh madre dal cielo” da I Lombardi alla prima Crociata, e successivamente con “Verranno a te sull’aure” da Lucia di Lammermoor, eseguito con tutte le note scritte da Donizetti, ha rimarcato Stinchelli.

Photo Michele Crosera

Questo impegnativo duetto è stato svolto assieme a Francesco Demuro, miglior tenore 2019, che ha anche indossato idealmente le vesti del Duca di Mantova con eleganza e facilità di acuto. La coppia si è riformata, nei panni questa volta di Violetta e Alfredo, per un frammento da La Traviata. I riconoscimenti sono proseguiti con il basso Riccardo Zanellato, dalla nobile linea stilistica in “Ella giammai m’amò” da Don Carlo, e Anna Maria Chiuri che ha intonato con solidità vocale “Acerba voluttà”, dopo essersi prestata al “gioco” incalzante di Stinchelli volto a sottolineare la maggior simpatia che suscitano i ruoli delle antagoniste. La spiritosa conclusione è stata che i soprani sono donne, i mezzosoprani sono femmine! Infine, i premi speciali per la sezione New Generation sono andati a giovani di fama già ampiamente consolidata, Rosa Feola e Stefan Pop.  

Photo Michele Crosera

È poi salita sul palco un orgoglio nazionale, la costumista Franca Squarciapino, vincitrice di un Oscar a Los Angeles nel 1991, la quale ha regalato pillole di saggezza artistica spiegando che «non bisogna fare il bel costume, ma il costume giusto per il personaggio». Ha accennato ai trascorsi prevalentemente cinematografici un grande protagonista della scenografia, Luciano Ricceri. Impossibilitati a partecipare, pertanto intervenuti virtualmente tramite filmati registrati, il direttore Fabio Luisi, il baritono Luca Salsi, il regista Davide Livermore e il soprano Mariella Devia, vincitrice del riconoscimento speciale alla carriera, la quale ha recentemente dato l’addio alle scene ma prosegue la fitta attività concertistica con immutato amore da parte dei suoi fans.

Photo Michele Crosera

Un altro momento emozionante ha coinciso con un tuffo nel passato per rievocare tre miti della storia del melodramma: i tenori Enrico Caruso, Giuseppe Di Stefano e Beniamino Gigli. I premi alla memoria sono stati ritirati dal nipote Enrico Caruso IV, dalla figlia Floria Di Stefano e dalla bisnipote Beniamina Gigli. Un ricordo è stato tributato anche a Maria Malibran, alla quale è intitolato il teatro che ha ospitato la kermesse, promossa dalla Fondazione Verona per l’Arena in collaborazione con Fondazione Teatro La Fenice.  

Photo Michele Crosera

Ha aperto lo spettacolo un ospite d’onore fino a qualche giorno prima inatteso, Andrea Bocelli, non un tenore ma una “voce” come egli stesso ha chiesto di essere definito, nel desiderio di non porre confini alla vocalità in ogni sua diversa declinazione. Bocelli si è avventurato, assieme al soprano georgiano Tea Purtseladze, in un duetto pucciniano da Tosca. A sorreggere i solisti, l’ottima Orchestra Filarmonica Italiana diretta da Christian Deliso. Conclusione festosa con “Libiamo ne’ lieti calici” da La traviata eseguito a più voci.

RgB & mLA for DeArtes

Visto al Teatro Malibran di Venezia il 1 ottobre 2019
Contributi fotografici: ©Michele Crosera, Francesco Lodola