LEO NUCCI

AL TEATRO OLIMPICO

DI VICENZA

Una promessa fatta e un sogno che finalmente si avvera

Il festival “Vicenza in lirica “apre i suoi appuntamenti ospitando sabato 26 agosto 2017, per la prima volta al teatro Olimpico ed a Vicenza, uno dei nomi più celebri ed amati del panorama lirico internazionale quale il baritono Leo Nucci. Un debutto quello dell’artista che, dopo cinquant’anni di carriera (festeggiati quest’anno a Piacenza con un bellissimo spettacolo che ha poi toccato molti altri importanti teatri italiani) per la prima volta entrerà al teatro Olimpico (ricordiamo il teatro antico coperto più antico del mondo oltre ad un gioiello del nostro patrimonio artistico) portandovi un concerto di musiche verdiane. “Sono felice di essere a Vicenza – dichiara Nucci – “perché in questo modo posso realizzare due pensieri: uno cantare nel più bel teatro del mondo, dove mia moglie già cantò con la Camerata di Cremona “Il ballo delle ingrate” di Monteverdi e perché posso così finalmente realizzare una promessa che avevo fatto all’amico Luciano Maggi e a sua moglie, la cara Lucia, di venire a cantare al Teatro Olimpico. Sono felicissimo che questo accada”. Dal suo importante debutto al Teatro alla Scala di Milano nel ruolo di Figaro nel 1977, cui seguiranno velocemente quello al Covent Garden in “Luisa Miller”, al Metropolitan in “Un ballo in maschera” seguiti da tutti i più importanti teatri internazionali, la carriera dell’artista non ha conosciuto stop o flessioni ma, come nei campioni dello sport, una costante ed accurata crescita tecnica ed interpretativa mai abbandonata al caso ma costantemente curata ed approfondita. Pur toccando tutti i più importanti ruoli del repertorio (inarrivabile il suo Figaro nel rossiniano “il Barbiere di Siviglia”) in questi ultimi decenni la sua figura e classe interpretativa si è legata in modo indissolubile al maestro della ‘parola scenica’ quel G. Verdi che, cambiando completamente le regole del gioco nella composizione del teatro per musica, voleva che questa fosse sempre ancella della parola.