Danze

Ricordi?
Era un innestarsi così
desti i mieli
un ibridarsi così
alti i voli
Anulari sfitti si sporsero

per un intrecciarsi di ti
mosti i geli
un sapersi nei dì
tolti i noli.

Ricordi ?
Nevi e fiocchi si schiusero
in un espiantarsi di si
scotti i cieli
un estirparsi di ‘sti
posti i poli.
Anulari stinti si persero
in un impennarsi di mi
fasti i teli
un limitarsi Ai chi
laschi i moli.

Ricordi
no, non ricordi.

Pochi orditi emuli, non trapelarono, in noi, osmosi
pochi lapilli esuli, non gemmarono, in poi siccitosi.

Si, ricordi,
Fu uno scivolarsi addosso
l’un l’altra dimentichi.

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Quel mattino all’esame ti siedo vicino,
il tuo sguardo è nascosto da un sorriso a cui non credo
ti parlo, ti cerco, rispondo con garbo,
diventi il mio cielo, sul resto pongo un velo

mi piacciono i tuoi gesti incerti, la stretta di mano,
il volto cupo, lontano, devo capirti, saperti,
devo scrutare gli abissi oltre i tuoi occhi verdi

abbiamo condiviso quei minuti, seduti,
nella piccola stanza carica d’ansia, noi stranieri,
incerto se aspettarti per uscire insieme,
ascolto il mio istinto e appena fuori, leggeri

il mio corpo che freme, il cuore che preme,
ma s’è fatto tardi, ti giri e riparti,
passano i giorni, incalza anche il vento
aumenta il ritmo di quello che sento

teso nell’ascoltarti, mi parli dentro
studio la sera, perdo il segno,
ti trovo in ogni parola, lettera, accento,
mi sento una zattera in cerca di un cigno

mi prenderai per scemo
abbiam parlato meno di un’ora temo,
di te non so niente, non conosco un tuo pensiero,
ma il mio cuore ardente si perde, divaga, vola

s’esprime come un pazzo ubriaco,
pompa alla gola ogni parola,
rulla, batte, leva, è un battito che non placo,
perché ti bramo, ti prego usciamo

Certe volte per muovere un passo
devi rinunciare alla vista
all’ingresso di un bosco fitto
ti chiedi: avrò mai quella grinta?

fesso, hai osato lo stesso,
ed hai sperato che all’interno
tutto rispondesse al tuo pianto,
ma hai trovato solo il silenzio, le foglie, l’inverno

non sei razionale,
hai con te un vuoto abissale,
sei nel mare ti manca il remo essenziale,
l’emozione ti rende scemo,

la vorresti accanto per respirare il suo canto
ma la realtà è che puoi solo sognare d’ascoltare
la sua voce tra le foglie come un fauno invisibile,
illuso, il tuo amore profuso è confuso, intangibile,

i tuoi sentimenti resteranno nell’ambra
non bacerai mai la voce sulle sue labbra
non bacerai mai la voce sulle sue labbra
non bacerai mai la voce sulle sue labbra

Non ascolto il mio cervello,
le scrivo, usciamo, respiriamo la natura,
condividiamone la fragranza, avviciniamo la distanza,
la primavera sta per arrivare, il parco sembra un acquerello

i cieli in osmosi coi fiori, gli stami affilati
il polline ricamato sui prati,
Eh, mi hai risposto che sei fidanzata,
per un attimo lampi, vuoti, boati,

la mia mente è naufragata, in delirio,
vedo la pioggia, vedo la mia anima affogata,
e penso che siamo tutti lapilli che si volano addosso
si scaldano un secondo,

poi si disgregano colmi di desiderio nello scarico.
Dormo, mangio, lavoro, piango i tuoi capelli colmi di rugiada,
giro per la strada,
la massa di persone è un grande polmone asmatico

sento lamenti, monologhi per ogni cosa,
la gente è immobile, inanimata, dissipata,
il mondo trema e scalpita,
è un irrigidirsi, un lambirsi, sembra tutto un odiarsi.