Ted Neeley arriva a piedi accompagnato dalla figlia, confuso tra i turisti che affollano Piazza Bra a Verona.
Fisico minuto, camicia a scacchi, aspetto ben curato, nessun bodyguard e niente divismo, se non fosse per il suo volto che campeggia sugli autobus in servizio urbano. I grandi artisti non hanno bisogno di atteggiarsi. Già nello scendere i gradini che portano all’ingresso principale dell’Arena inizia a salutare affettuosamente volti noti e sconosciuti.
È lui ad andare incontro ai giornalisti, stringendo loro le mani uno a uno, ringraziandoli singolarmente, a ciascuno dicendo una parola originale. Svolge il suo compito con encomiabile serietà professionale, instaurando un rapporto umano non di routine. Guarda dritto negli occhi e dispensa sorrisi che si percepisce sgorghino sinceri dal cuore. È prodigo di abbracci e, parlando a voce bassa, quasi un sussurro, spesso poggia una mano sulla spalla dell’interlocutore, a voler amplificare il contatto portandolo su un piano diretto e personale.

Ted Neeley è stato ed è protagonista di molti celebri musical, ma con Jesus Christ Superstar il legame è da sempre speciale. Il cantante e attore, vestendo da oltre quarant’anni la bianca tonaca di Gesù nella rock opera di Webber e Rice – attualmente in tournée in Italia nella produzione Peep Arrow – si sente investito della responsabilità artistica ed extra artistica di contribuire a divulgare un messaggio d’amore universale e senza tempo.

 La musica ne è lo strumento per eccellenza.