Da luogo esecrato come simbolo di degrado sociale a biglietto da visita di Ravenna e della sua illustre storia antica. L’ex Zuccherificio di Classe, trasformato nel Museo della Città e del Territorio e denominato con l’antico nome di Classis Ravenna, aprirà il 1 dicembre e sarà il punto culturale di riferimento per chiunque voglia conoscere compiutamente la storia di Ravenna, dai primi insediamenti alla civiltà etrusca, poi al ruolo importante della città in epoca romana quindi a Ravenna Capitale dell’Esarcato Bizantino.
L’area si trova a pochi passi dalla Basilica di Sant’Apollinare, tra i tesori massimi di Ravenna. Qui, nei primi decenni del secolo scorso, seicento operai trasformavano tonnellate di barbabietole in montagne di zucchero che, per nave e ferrovia, raggiungevano l’Italia e l’Europa. Poi il declino, e nel 1962 la chiusura e, con l’abbandono della produzione, i grandi fabbricati divennero ricettacolo di ogni emarginazione. Negli anni ’90 l’idea di trasformare un enorme problema in una fondamentale risorsa per il futuro di Ravenna.
Classis Ravenna sarà il punto di partenza necessario per ogni visita, non solo alla contigua area archeologica dell’antico Porto di Classe, ma verso l’intera città”, annuncia Giuseppe Sassatelli, Presidente della Fondazione Ravenna Antica, cui il Comune ha demandato la realizzazione e la gestione del nuovo Museo, insieme a quelle dell’Antico Porto, della Basilica di Sant’Apollinare e, nel cuore di Ravenna, della Domus dei Tappeti di Pietra, il Museo TAMO e la Cripta Rasponi.
Attraverso materiali archeologici il cui valore intrinseco viene esaltato dall’essere proposto in un’ottica unitaria, nonché supportato dai più moderni ausili tecnologici, qui si potranno rivivere tutti gli snodi principali della storia del territorio, dalla preistoria all’antichità romana, dalle fasi gota e bizantina all’alto Medio Evo. Sotto le imponenti campate, l’area espositiva si svilupperà su 2.800 metri quadrati. Tutto intorno, un’oasi verde di un ettaro e mezzo. Da qui, si possono facilmente raggiungere altri gioielli ravennati. Innanzitutto la contigua Basilica di Sant’Apollinare, ma anche l’Antico Porto, gli scavi di San Severo e tutta la zona ambientale a sud di Classe, dalla pineta all’Ortazzo e l’Ortazzino, anticipa il Sindaco di Ravenna Michele de Pascale, oggetto di un progetto di riqualificazione, così come sta avvenendo per la stazione ferroviaria cresciuta a servizio dell’ex Zuccherificio.
L’investimento che il Comune, con il Mibact, la Regione e la locale Fondazione Cassa di Risparmio hanno messo in campo per il recupero e la nuova destinazione del complesso di Classe, supera i 21 milioni di Euro. La progettazione del nuovo “Classis Ravenna” è stata affidata all’architetto Andrea Mandara che ha operato al servizio di un comitato scientifico di assoluto prestigio, coordinato dal prof. Andrea Carandini.
La linea del tempo, che segna il percorso di visita a Classis Ravenna, avrà naturalmente nei reperti originali il perno della narrazione. Alcune volte saranno elementi singoli di particolare valore e importanza ad avere il ruolo di protagonisti; altre volte saranno gruppi ampi di oggetti, come nel caso del porto di Classe, che può essere illustrato ampiamente grazie alle centinaia di reperti rinvenuti negli ultimi scavi. Gli oggetti della vita quotidiana, quali anfore, ceramiche, monete, troveranno uno spazio adeguato, accanto ai materiali più significativi dal punto di vista artistico, come statue, mosaici e altro. In questa maniera sarà possibile articolare un racconto che consideri tutte le sfere della comunità e le differenti fasce sociali presenti in città e nel territorio. Sulla linea del tempo si innesteranno alcune di aree di approfondimento su temi specifici, di grande interesse. Una particolare attenzione sarà dedicata agli apparati didattici ed illustrativi, con ampio ricorso a ricostruzioni grafiche e tridimensionali, filmati, plastici ed altri strumenti.
Classis Ravenna, sottolinea l’Assessora alla Cultura, Elsa Signorino, non sarà un semplice contenitore di materiali, ma sarà anche un attivo centro di ricerca e formazione di altissimo profilo. Qui ampi laboratori per lo studio e per il restauro consentiranno a docenti e studenti dell’Università di svolgere le loro attività nell’ambito dei loro percorsi formativi e di ricerca. Il nuovo museo permetterà la conoscenza e la valorizzazione dell’intero patrimonio storico archeologico del territorio attraverso un percorso espositivo innovativo, affascinante e rigoroso capace di coinvolgere e di emozionare i visitatori. Come tutti i musei contemporanei svilupperà una molteplicità di funzioni: attività espositiva, di studio e ricerca, laboratori didattici, laboratori di inclusione digitale per la sperimentazione di start-up innovative. Il tutto con una forte vocazione al territorio.

C.S.M.

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