Vogliamo far parte della storia? Questa è l’occasione giusta! “Vincitore de’ secoli il nome mio farò” si canta in Ernani. Resterà nella memoria futura l’operazione di salvataggio riguardante la chiesa di San Michele Arcangelo in località Le Roncole, la cui denominazione ufficiale nel ’63, su decreto del Presidente della Repubblica, divenne Roncole Verdi. Poche case immerse nella laboriosa campagna parmense dove, il 10 ottobre 1813, da una stirpe di osti, nacque Giuseppe Verdi. Il Maestro non dimenticò mai le sue origini e istituì dei lasciti per aiutare le famiglie povere di Busseto e Roncole, si legge nell’approfondimento biografico firmato da Dino Rizzo, uno dei “motori” dell’iniziativa. Ora a giacere in stato di indigenza è il luogo di culto dove Verdi ebbe la possibilità di accostarsi alla musica. Un depliant bianco solcato da crepe ripete il leitmotiv: salviamolachiesadiverdi.it

La chiesa parrocchiale, dichiarata Monumento Nazionale nel 1901, è a rischio di cedimento strutturale. Da bambino Giuseppe vi si recava per imparare a suonare “un piccolo organo dalla voce stanca”, come lo descrivono le cronache riferite all’ultima visita dell’ormai famoso Maestro. In questa chiesa Verdi fu battezzato e cresimato; nel suo campanile la mamma Luigia Uttini lo salvò dalle “orde sanguinarie di Russia e di Austria”, ricorda una lapide apposta sulla parete esterna dell’abside. A Roncole, Verdi si respira nell’aria, è nel corredo cromosmico degli abitanti. Ma in questo luogo vi sono anche secoli di storia da preservare.

La chiesa risale agli inizi dell’anno Mille e successivamente fu rimaneggiata, spiega il sindaco Giancarlo Contini. È decorata con splendidi affreschi di scuola cremonese dei secoli XV-XVI. I colori sono vivaci, le figure sono delineate con mano abile, purtroppo lambite dalle crepe che insidiano l’intera struttura portante. La facciata rischia di scollarsi dal corpo di fabbrica, la sacrestia è puntellata per impedire il crollo del soffitto e i due gradini d’accesso presentano una spaccatura che ha la meglio sulla durezza della pietra.

All’incontro pubblico divulgativo partecipano illustri ospiti giunti da Parma e da Milano. Segno di una sensibilità al problema che travalica i confini locali: Verdi è indiscutibilmente un patrimonio nazionale e internazionale. Apre l’incontro il vice parroco don Matteo Piazzalunga, che fa le veci del prevosto monsignor Stefano Bolzoni ed esprime la necessità di riportare il luogo alla sua bellezza, intrinseca e derivante dal donargli un futuro: musicale, artistico e di fede.

San Michele Arcangelo è una delle quattro chiese verdiane assieme alla Madonna dei Prati e a quelle site a Sant’Agata e a Busseto. I finanziamenti sono stati chiesti al Ministero nel 2013 e concessi per le prime due. Le strategie si basano su indagini, già in parte effettuate, geodiagnostiche e strutturali, sulle fondamenta e sulle fessurazioni interne ed esterne; inoltre studi termici e sulla vulnerabilità sismica assieme a una serie di altri rilievi. L’intervento è della massima urgenza, sintetizza Cristian Prati funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Parma e Piacenza, però i tempi burocratici non sono anticipabili. Un primo finanziamento di 500 mila euro va suddiviso su due annualità, nel 2021 e nel 2022, ed è finalizzato al miglioramento sismico e al consolidamento. Maurizio Ghizzoni entra nello specifico spiegando che l’evolversi statico della chiesa si sta aggravando in modo repentino, come si può vedere anche a occhio nudo.

Una relazione risalente agli anni ’60 evidenziava l'”obbligatorietà” di intervenire subito. I lavori di allora furono parziali e non risolutivi. Gli attuali studi preliminari identificano le cause del dissesto nel terreno sul quale la chiesa è edificata. I primi dieci metri sono di limi argillosi, più sotto iniziano le sabbie. Una zona quindi è più umida, l’altra secca. La capacità dell’argilla di assorbire acqua e restituirla nei periodi siccitosi è una manna per l’agricoltura, un guaio per le fondamenta. Oltretutto la perdita di volume avviene in modo non uniforme e disarticolato, cagionando lo squilibrio dell’edificio che pure è di costruzione robusta. La necessità primaria è arrestare l’abbassamento differenziato della struttura mediante la palificazione, ossia un impianto simile alle palafitte formato da micro-pali in acciaio, che scarichi il peso sugli strati sottostanti sabbiosi.

Simona Rossi conferma che la maggior parte del ciclo pittorico – riscoperto negli anni Sessanta e nel Duemila – deve ancora essere riportato alla luce, nascosto dall’imbiancatura successiva, pertanto le navate sono costellate dai tasselli dell’indagine stratigrafica. L’intonaco cementizio non fa traspirare e cagiona deterioramento, quindi verrà applicato un materiale microporoso. Allo stato attuale non ci sono in assoluto fondi per gli interventi sugli affreschi. Si sa pure che, sepolti, ci sono i resti dell’edificio precedente e quella che sembra una cripta.

Del progetto è promotore la parrocchia di San Michele Arcangelo, in accordo con la Soprintendenza, con il sostegno del Comune di Busseto, con il patrocinio della Fondazione Istituto Nazionale di Studi Verdiani, del Club dei 27 e della Fondazione Teatro Regio di Parma, il cui direttore generale Anna Maria Meo, durante la presentazione del Festival Verdi, disse che se la chiesa dovesse crollare non potremmo giustificarci agli occhi del mondo.

Riassumendo, l’iter prevede il completamento delle indagini diagnostiche e la successiva progettazione. Seguirà la palificazione, prevista tra il 2019 e il 2020, il consolidamento delle parti fuori terra, programmato tra il 2021 e il 2022, e nei due anni successivi si passerà al miglioramento della situazione architettonica, con il restauro del prezioso ciclo di affreschi. I preliminari richiedono circa 100 mila euro, la palificazione 200 mila e si confida sull’aiuto della CEI, che darà il cinquanta per cento quando l’altra metà della somma verrà racimolata. Il consolidamento della struttura esterna godrà di 500 mila euro di finanziamento pubblico. Infine per la valorizzazione delle parti architettoniche e pittoriche occorreranno 400-500 mila euro. Complessivamente la cifra necessaria si aggira intorno a 1 milione 250 mila euro. Il primo step per poter iniziare i lavori è arrivare a quota 100 mila.

Come sottolinea Enzo Petrolini le piccole gocce formano l’oceano. Tutti sono invitati a contribuire perché senza il nostro Peppino il mondo della lirica non sarebbe stato lo stesso. Ed è giunto il momento di restituirgli qualcosa.
Nella chiesa si diffonde la voce dell’organo “Francesco Bossi” del 1797, suonato da Andrea Mora. Si levano le note de “La Vergine degli Angeli”, una preghiera di questa nostra terra verdiana e del mondo intero: salviamo la chiesa di Verdi.

Resoconto Maria Luisa Abate

Contributi fotografici MiLùMediA for DeArtes
Roncole Verdi 22 febbraio 2019

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Nel sito si potranno seguire tutte le fasi del restauro

Le donazioni, che godono di agevolazioni fiscali, possono essere effettuate tramite il sito o con bonifico bancario: IBAN: IT 51 P06230 65670 000036246760 Intestato a: Salviamo la chiesa di Verdi. Causale: Erogazione liberale
Solo per l’estero Bic: CRPPIT2P409