Poker di mostre a Pistoia
La città Capitale Italiana della Cultura accende i riflettori sullo scultore, pittore e incisore novecentesco

Pistoia è Capitale Italiana della Cultura 2017 e uno degli eventi clou del palinsesto cittadino è costituito dalla mostra “Marino Marini. Passioni visive”, che avrà luogo nel prossimo settembre a Palazzo Fabroni. Il percorso di avvicinamento all’evento, prevede tre esposizioni di approfondimento, dedicate al confronto tra Marini e Mirò, ad Aurelio Amendola che ritrasse in fotografia Marini e le sue opere, al lavoro dello scultore nippo-italiano Kengiro Azuma.
Il ciclo espositivo è promosso dalla Fondazione Marino Marini, intitolata allo scultore, pittore e incisore nato a Pistoia nel 1901 e morto a Viareggio nel 1980, la cui matrice artistica affondava le radici nel passato, negli arcaismi del popolo Etrusco del quale egli si sentiva discendente. Il progetto ha inizio il 16 luglio a Palazzo del Tau, con il taglio del nastro di “Marino nell’immagine di Aurelio Amendola (1968 – 1975)”, dove i documenti che illustrano l’attività e la vita quotidiana dello scultore si estrinsecano attraverso le immagini del “fotografo degli artisti”.
L’anima pittorica del celebre pistoiese rivive nella stessa sede dal 16 settembre 2017 al 7 gennaio 2018, ovvero in contemporanea con l’evento principale, in “Mirò e Marino. I colori del Mediterraneo”, occasione di approfondire la conoscenza intercorsa tra i due, avvenuta gli anni ’50 nell’atelier di Fernand Mourlot a Parigi, celebre stamperia litografica crocevia di artisti, frequentata anche da Chagall e Picasso. Sia Mirò che Marini usavano tingere di colori primari e uniformi le loro creazioni statuarie, in omaggio all’uso dei maestri dell’antichità, nonché per assecondare la propria indole ironica a allegra.
Infine, a un anno dalla scomparsa, si ricorda l’allievo e assistente, legato al suo mentore da un rapporto umano e artistico: “Kengiro Azuma. Sculture” allestita sempre a Palazzo del Tau dal 22 ottobre al 27 novembre. Le opere di Azuma, tra pieni e vuoti di materia, esprimono la vera essenza della vita. Per dirla con le parole dell’autore: “l’anima, l’amicizia, la vera solidarietà, il modo di convivere”.

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