Venezia lancia un messaggio ambientalista nel segno dell’arte. Sono state presentate sabato 20 luglio 2019 le due grandi sculture metalliche degli artisti Helidon Xhixha e Giacomo Jack Braglia, raffiguranti due bottiglie galleggianti, per sensibilizzare sul problema dell’inquinamento nei mari del mondo. L’installazione The twin bottles: Message in a bottle è esposta in Canal Grande, davanti a Palazzo Ca’ Vendramin Calergi.
«Immergendoci in diversi mari – spiegano i due artisti – abbiamo visto con i nostri occhi quanto l’inquinamento da plastica sia ormai a livelli allarmanti. Tra quindici anni si rischia di avere più plastica che pesci. Abbiamo voluto portare a galla questo allarmante problema ‘denunciandolo’ attraverso il linguaggio dell’arte: dobbiamo invertire la tendenza, lavorare sulla coscienza delle persone. E dobbiamo fare presto”. 
L’installazione ambientalista è poi arrivata nello spazio acqueo dell’Arsenale, dove resterà fino al 25 agosto. Tornerà nuovamente di fronte a Palazzo Ca’ Vendramin Calergi dal 26 agosto al 1 settembre in occasione della Regata Storica.

La suggestione delle creazioni di Xhixha e le foto di Braglia – esposte in Canal Grande in accordo con Città di Venezia, Vela e AVM Holding – diventano un tutt’uno e si fanno portatrici di un monito rivolto anche Venezia e a tutti i suoi visitatori: le innumerevoli bottiglie in plastica gettate ogni giorno da consumatori superficiali e da gestori di rifiuti irresponsabili sono un fenomeno che mette a rischio gli ecosistemi marini non risparmiando effetti negativi neppure a una città in costante simbiosi con l’acqua come Venezia, sostenuta da equilibri delicati e conosciuta in tutto il mondo, adatta perciò ad amplificare l’universalità della denuncia.
Un impatto visivo, quello delle Twin bottles, capace di scuotere le coscienze degli osservatori ribadendo la centralità delle tematiche ecologiche nel mondo contemporaneo.

Celebre per la capacità di lavorare l’acciaio inossidabile tramutandolo in opere monumentali, Helidon Xhixha ha modellato la sua bottiglia galleggiante, lunga 4 metri per 100×100 cm, donandole una superficie lucida che interagisce con i luoghi circostanti rispecchiando gli spazi e l’acqua del Canal Grande, in un’elegante bellezza interrotta da uno schiacciamento nella parte centrale, richiamo simbolico al pericolo della trasparenza dei mari messa a rischio dall’uso improprio delle plastiche. La riflessione trova enfasi nella seconda bottiglia in acciaio, lunga invece 3.5 metri per 130×130 cm, rivestita da Giacomo Braglia. Le sue fotografie che ritraggono il fenomeno dell’inquinamento, con l’intento di sensibilizzare le persone ad un uso più consapevole e limitato della plastica, sono esposte al Padiglione della Siria alla 58° Biennale Arte di venezia. 

Il senso per la provocazione è la cifra stilistica che accomuna le Bottiglie gemelle all’Iceberg che Xhixha, albanese di origine e italiano d’adozione, ideò per la Biennale Arte del 2015, una denuncia del pericolo dello scioglimento dei ghiacciai, che oggi costituisce una sorta di ponte ideale tra Venezia e Lugano tracciato dall’energia e dai significati dell’arte. Il simbolo della montagna di ghiaccio ritorna infatti tra i lavori in acciaio esposti per il progetto Lugano: riflessi di luce, curato da Eike Schmidt, Direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze. Drifting icebergs è una delle venti opere, già esposte in altre città italiane ed europee, collocate in diverse aree di Lugano, che si fa così vero e proprio museo a cielo aperto: una coppia di grandi iceberg galleggia nel lago Ceresio, presenze monumentali in dialogo con la città, i cittadini e i visitatori, per un’esperienza di arte e bellezza, quella di Xhixha, nato a Durazzo nel 1970, che si realizza in luoghi non convenzionali, oggi insieme al giovane artista Giacomo Jack Braglia, nato nel 1996 a Lugano e londinese d’adozione, fotografo che realizza le sue opere in 3D, utilizzando materiali diversi, come gesso, alluminio, ferro e acciaio.

C.S.M.
Fonte: Maba Comunica

Contributi fotografici Giorgia Panzera

LA DONAZIONE DEGLI ARTISTI XHIXHA E BRAGLIA SALVA LE TARTARUGHE MARINE JACK E HELIDON 
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Quando arte e ambiente si incontrano: Helidon e Jack, due esemplari di tartaruga Caretta Caretta sono stati curati e salvati nel Centro di recupero tartarughe marine di Legambiente a Manfredonia e liberati in mare a Mattinata (FG) grazie alla generosa donazione degli artisti Helidon Xhixha e Giacomo Jack Braglia, che hanno aderito al progetto TartaLove adottando simbolicamente i due animali e garantendo per un anno la copertura delle spese di medicinali e cibo per tutti gli esemplari ricoverati nel Centro di recupero.
La donazione si intreccia con la sensibilità artistica di Xhixha e Braglia, i quali spiegano che con l’adozione delle due tartarughe marine hanno voluto fare un gesto concreto per rafforzare ulteriormente il provocatorio messaggio ambientalista lanciato da Venezia con la loro nuova opera The twin bottles: Message in a bottle.

Per aiutare le tartarughe marine Legambiente ha lanciato recentemente TartaLove, una campagna di raccolta fondi che, attraverso l’adozione simbolica di una tartaruga marina, permette all’associazione di continuare a curare questi animali, proteggere i loro nidi e sensibilizzare i pescatori affinché conferiscano le tartarughe catturate accidentalmente al più vicino Centro di Recupero per la cura e la riabilitazione.
Helidon e Jack, che hanno preso il nome dai loro benefattori, erano state pescate alcune settimane fa durante una battuta di pesca a strascico al largo di Mattinata e subito ricoverate al Centro Recupero Tartarughe Marine di Manfredonia, dove si è scoperto che avevano ingerito oggetti di plastica che ne stavano compromettendo la vita, estremamente preziosa trattandosi di esemplari in via d’estinzione. Da qui le cure e il loro salvataggio grazie alla donazione dei due artisti.

Ed è proprio la plastica una delle minacce più pericolose degli ultimi anni. Sacchetti, resti di bottiglie e stoviglie, cotton fioc, lenze e imballaggi di vario tipo – commenta Stefano Di Marco Coordinatore della campagna Tartalove di Legambiente – vengono sempre più spesso rinvenuti nello stomaco degli animali ricoverati nel Centro Recupero di Manfredonia, dove gli operatori hanno documentato che più dell’80% degli esemplari recuperati ha ingoiato questi materiali. L’ingestione può essere letale perché può determinare la morte per soffocamento o per un blocco intestinale o ancora come nel caso dei due esemplari liberati, provocare seri problemi di galleggiamento.

C.S.M.
Fonte: Maba Comunica

www.tartalove.it