Il patrimonio architettonico italiano si è diffuso in tutta Europa, testimonianza della ricchezza della tradizione. Un luogo dove l’influenza architettonica italiana è particolarmente visibile è Vilnius, la Capitale della Lituania.


© Go Vilnius. St. Casimirs Church

Sebbene gli edifici storici della città, Patrimonio dell’UNESCO, ospitino diverse meraviglie architettoniche risalenti a vari periodi, gli edifici barocchi, classici e neoclassici, di influenza e costruzione italiana, si distinguono dagli altri e fanno dimenticare che l’Italia si trova a migliaia di chilometri di distanza.
I legami tra i due Paesi risalgono al XVI secolo, quando Bona Sforza, la famiglia che dal 1447 governava il Ducato di Milano, divenne Gran Duchessa di Lituania e Regina di Polonia. Assumendo il trono a seguito delle nozze con Sigismund il Vecchio nel 1518, Bona Sforza si trasferì a Vilnius e divenne una figura essenziale nella vita culturale della città e del Paese. Il legame italo-lituano risulta evidente quando si attraversa il centro storico di Vilnius e le zone circostanti. In particolare, il volto architettonico della città è un monumento all’antico legame, ancor vivo, attraverso le chiese d’ispirazione italiana edificate in stile barocco, classico e neoclassico.

© Go Vilnius. St. Casimirs Church

Nel XVII secolo, l’architettura di Vilnius si rivolse sempre più al barocco, diventando il faro più luminoso dello stile a Nord delle Alpi. Tale periodo è segnato dalle perle dei primi barocchi, come la Chiesa di San Casimiro, ispirata alla famosa Chiesa del Gesù a Roma, e la Chiesa di Santa Teresa, la cui facciata venne disegnata dall’architetto italiano Constantino Tencalla.
Il più squisito tributo al barocco di Vilnius, tuttavia, è un meraviglioso edificio sacro dell’Alto Barocco: si tratta della Chiesa di San Pietro e San Paolo. Oltre allo squisito esterno, l’interno della chiesa raffigura la vita come un teatro che comprende duemila statuette bianche. L’opera decorativa venne completata nell’arco di trentatré anni da scultori italiani tra i quali Pietro Perti e Giovanni Maria Gallia. Oltre ad ospitare esempi di tutte e tre le fasi del Barocco – iniziale, alto e tardo – la città ha anche sviluppato il suo stile unico di ispirazione barocca. Creata alla fine del XVIII secolo, la Scuola Barocca di Vilnius è spesso descritta quale “l’ultimo lampo del tardo barocco in Europa“.


© Go Vilnius StCatherine

Uno degli esempi di questa tendenza è la Chiesa di Santa Caterina, che ora viene adibita a suggestivo luogo per eventi musicali. Il classicismo, proprio come il barocco, occupa un’altra fessura vitale nel paesaggio architettonico della città. Diversi importanti artisti e architetti lituani studiarono a Roma nel corso del XVIII secolo, portando alle influenze dello stile che raggiunse Vilnius. Il famoso pittore lituano Pranciškus Smuglevičius studiò presso l’Accademia di San Lucas, così come l’architetto della Cattedrale di Vilnius, Laurynas Gucevičius, trascorse un paio di anni a studiare a Roma.


La Chiesa di San Giovanni, Vilnius. Copyright: © Go Vilnius

Proprio come il Classicismo, Vilnius fu raggiunta dal Neoclassicismo tramite Roma, quando l’architetto Carlo Spampani arrivò in Lituania, nel 1773, per progettare il portale nella Sala Bianca dell’Osservatorio dell’Astronomia dell’Università di Vilnius. Oggi, l’intero complesso architettonico universitario è composto da tredici cortili e da tredici edifici, così come la Chiesa di San Giovanni, una chiesa barocca dal notevole richiamo turistico.


© Go Vilnius .-St-John-Church

La tradizione scultorea italiana, allo stesso modo, ha lasciato il segno sul volto architettonico di Vilnius. Un esempio di non poco conto sono le sculture sulla facciata occidentale della Cattedrale, create dal famoso scultore italiano Tommaso Righi. Egli si recò a Vilnius nel 1784 su invito del Vescovo e le sue sculture, raffiguranti Mosè, Abramo e quattro evangelisti, sono collocate in sei nicchie sulla parete della Cattedrale.

C.S.
Fonte: Go Vilnius

Contributi fotografici: © Go Vilnius

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