Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, 16 novembre 2019.
“Venezia è in ginocchio, ma Venezia è viva. In un momento in cui la città ancora stenta a risollevarsi dopo giorni di acqua alta e maltempo, non mancano segnali di grande coraggio e speranza da parte di privati, commercianti, istituzioni culturali. Anche la Fondazione Cini e l’isola di San Giorgio tutta sono state colpite al cuore dalla marea a 187 cm, e non meno dal picco di ieri mattina, ma invece di concentrarci su questo, preferiamo rilanciare un documento pubblicato a inizio novembre 2016, a 50 anni esatti dall’alluvione del 1966, frutto di un workshop internazionale dedicato al futuro di Venezia e al tema della gestione sostenibile dei beni locali comuni: il Manifesto per il futuro di Venezia.

I concetti contenuti in questo documento sono assolutamente in linea con i molti articoli di prestigiosi accademici e politici pubblicati sui quotidiani nazionali e internazionali in questi giorni di grande emotività: in esso si parla di adottare uno sguardo positivo e costruttivo al futuro, dell’opportunità di investire sui giovani veneziani, di nascita e di adozione – che mai come in questi giorni hanno dimostrato di esserci e di saper fare la differenza -, della necessità di trovare un nuovo sistema di governo permanente, dell’esigenza di avere attenzione strutturale alla tutela del peculiare ecosistema lagunare.

Si differenzia però la tempistica, dato che questo Manifesto non era legato a un’emergenza, perché così dovrebbe essere. Ma dato che senza emergenza troppo spesso non c’è coscienza, lo riproponiamo oggi come un contributo costruttivo dalla Fondazione Cini al dibattito in corso, perché venga letto con occhi finalmente sensibili. L’emozione del momento non deve far però dimenticare che Venezia è un sistema complesso che non può essere gestito solo con politiche di “stato di emergenza”, ma con visioni di lungo periodo e impegno continuo e collettivo. 

Auspico quindi, anche a nome dei firmatari, che il Manifesto non rimanga lettera morta ma che entri attivamente nel dibattito: non per avere una sua, effimera visibilità, ma perché le istituzioni che governano Venezia e tutti coloro che hanno potere sulle decisioni che la interessano, attingano a piene mani alle riflessioni e alle proposte che contiene. Il Manifesto dovrebbe essere patrimonio di tutti, così come lo è Venezia”.

Pasquale Gagliardi 
Segretario Generale della Fondazione Giorgio Cini

Il 4 e 5 novembre 2016, a cinquant’anni esatti dall’alluvione che nel 1966 rivelò al mondo la drammatica fragilità di Venezia, la Fondazione Giorgio Cini ha dedicato un workshop internazionale al futuro della città lagunare e al tema della gestione sostenibile dei beni locali comuni: Sustainability of local commons with a global value: the case of Venice and its lagoon.

All’incontro ha partecipato un gruppo internazionale di esperti che nel corso dei lavori ha affrontato, ognuno a partire dalla propria esperienza e prospettiva disciplinare, il tema della salvaguardia e della valorizzazione sostenibile del bene comune locale con valore globale per eccellenza: Venezia e la sua laguna.

I due giorni di dibattito hanno prodotto un primo immediato risultato: il Manifesto per il futuro di Venezia, un documento, che a partire dall’analisi dei principali problemi della città, individua una serie di proposte operative, immediatamente applicabili, per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna.

Il Manifesto è stato sottoscritto da Bonnie Burnham, Presidente Emerita, World Monuments Fund; Joan Busquets, Urban Planner, Harvard University; Charles Landry, Urbanologist and Writer; Simon Levin, Ecologist, Princeton University; Yves Mény, Presidente, Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna, Pisa; Charles Perrings, Environmental Economist, Arizona State University; Greg W. Richards, Professor of Leisure Studies, Tilburg University; Richard Sennett, Sociologist, London School of Economics; Pier Vellinga, Climate Impact Scientist, Wageningen University.