Realizzata in occasione del centenario delle Officine Minganti, la mostra “Noi siamo la Minganti: Bologna e il lavoro industriale tra fotografia e memoria (1919-2019)”, racconta la storia della fabbrica bolognese come luogo del lavoro e della produzione accostando un’ampia selezione di fotografie d’epoca e una raccolta di materiali documentali.
Il percorso espositivo è caratterizzato da una selezione di fotografie provenienti sia dagli archivi della Camera del Lavoro di Bologna, della Fiom-Cgil Bologna e del Museo del Patrimonio Industriale che da donazioni di ex dipendenti.

Le immagini documentano, in un arco temporale che va dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta del Novecento, gli ambienti interni ed esterni della fabbrica, il lavoro nell’officina e negli uffici tecnico-amministrativi e la lunga lotta contro la chiusura (il declino inizia dagli anni Settanta, prosegue con l’amministrazione controllata degli anni Ottanta e arriverà alla fine con una lunga e complessa procedura fallimentare conclusasi solo nel 1997).
Un ulteriore nucleo di fotografie mostra gli spazi abbandonati nei primi anni Duemila e l’odierna rifunzionalizzazione dell’area come centro commerciale.
Completano l’esposizione due spazi tematici: il primo è legato alla produzione Minganti con cataloghi e oggetti donati da ex lavoratrici ed ex lavoratori. Il secondo è dedicato alla Virtus Minganti pallacanestro: le Officine Minganti sono state infatti il primo sponsor in assoluto della società sportiva tra il 1953 e il 1958, anni in cui furono conquistati due Campionati italiani, nel 1954-’55 e nel 1955-’56. In mostra sono visibili fotografie dell’Archivio Storico Virtus, una maglia e riviste sportive dell’epoca provenienti da collezioni private.
Arricchiscono il percorso una video-installazione e alcune video-interviste a ex dipendenti, che restituiscono memoria all’aspetto umano della produzione industriale.

La mostra fa parte del più ampio progetto “Il lavoro e la Minganti”, lanciato in occasione del centenario della fondazione delle Officine in sinergia con il progetto Bologna metalmeccanic@, co-promosso dal Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, dal Museo del Patrimonio Industriale, da associazioni di ricerca storica e promozione culturale come Clionet e da Fiom-Cgil Bologna. Significativa ed importante è stata l’attivazione di un gruppo di ex-lavoratori ed ex-lavoratrici delle Officine Minganti, costituitosi nel Comitato Minganti Storica, interessati a non disperdere l’importante memoria e cultura del lavoro che ha trovato espressione nello stabilimento metalmeccanico nel corso del Novecento.

LA MEMORIA (nota tratta dal sito Iperbole)
Giuseppe Minganti, uno dei pionieri dell’industria italiana delle macchine utensili, si formò nell’officina paterna, lavorando anche all’estero. Nel 1919 iniziò a produrre in proprio torchi copialettere, stampi contenitori per cachet ed un piccolo trapano verticale. Nell’arco di pochi anni l’attività si accrebbe, trasferendosi dalla bottega in Via della Fontanina ad un nuovo stabilimento in Via Ferrarese.
Gli fu sempre accanto la moglie Gilberta Gabrielli, che si occupò della parte organizzativa e contabile. All’Esposizione di Parigi del 1928 Minganti presentò il primo tornio a comando idraulico ed a variazione continua di velocità, il cui brevetto gli diede notorietà a livello internazionale. Vennero poi altre macchine utensili, trapani e fresatrici, oltre ad una serie di macchine speciali per impacchettare sigarette e per produrre cuscinetti, reti metalliche, stantuffi. Nel 1936, durante l’Autarchia, puntò sui torni a revolver assicurando all’industria meccanica italiana un ottimo prodotto di qualità e competitivo rispetto a quelli stranieri.
Dopo i bombardamenti del 1943, che colpirono duramente lo stabilimento, il comando tedesco decise di requisire le attrezzature della fabbrica e trasportarle in Germania, ma Minganti si oppose alla richiesta ottenendo il trasferimento dei macchinari e dei suoi tecnici a Palazzolo sull’Oglio.
Alla morte del marito, durante la difficile opera di ricostruzione e nei decenni successivi, fu la moglie Gilberta a guidare l’azienda con intelligenza e fermezza, doti che le furono riconosciute con la nomina nel 1964, prima donna in Italia, a Cavaliere al Merito del Lavoro.
L’azienda, trasferitasi all’inizio degli anni Sessanta in un moderno complesso industriale, sempre in Via Ferrarese, proseguì con successo la produzione di macchine utensili e di precisione: rettificatrici, torni verticali e automatici.

C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Comune Bologna e Iperbole

Contributi fotografici tratti dal sito Iperbole

NOI SIAMO LA MINGANTI: BOLOGNA E IL LAVORO INDUSTRIALE TRA FOTOGRAFIA E MEMORIA (1919-2019)
12 dicembre 2019 – 10 maggio 2020
Prorogata fino al 15 novembre 2020

Museo del Patrimonio Industriale
ex Fornace Galotti
Via della Beverara, 123, 40131 Bologna
Tel. 051.63.56.611
museopat@comune.bologna.it

www.museibologna.it/patrimonioindustriale