Electaarchitettura pubblica la prima monografia che raccoglie una selezione di progetti e architetture realizzati dallo studio GTRF Tortelli e Frassoni.
Giovanni Tortelli e Roberto Frassoni frequentano, durante e dopo la laurea, lo studio BBPR a fianco di Lodovico Barbiano di Belgiojoso, e Franca Helg, presso lo studio Albini Helg Piva: qui apprendono un sapere e una cultura concreti, un mestiere, il metodo per un approccio progettuale attento alla conoscenza della storia del luogo, del contesto nel quale si pone l’opera, assieme al linguaggio compositivo da utilizzare per la sua realizzazione.

I molti progetti compiuti sono tappe fondamentali nelle quali gli architetti rielaborano un metodo e un approccio acquisiti durante gli anni della formazione e che, in particolare per gli interventi di restauro, di museografia e di allestimento temporaneo, rappresentano un contributo significativo per la cultura architettonica contemporanea.
Nell’arco temporale di trent’anni, la loro attività di progettazione è costantemente connotata da un linguaggio compositivo caratterizzato da rigore e “pulizia”, da una sorta di minimalismo che dà dignità e concretezza a un percorso capace di segnare il nostro presente: sa leggere e valutare le tracce delle preesistenze (anche immateriali), si prende la responsabilità di selezionarle per renderle utili a noi, di valorizzare e di privilegiare, tra tutte, solo quelle capaci di darci emozioni o di restarci nella memoria.

Le sequenze con le quali sono ricomposti e riassemblati gli oggetti non sono mai ripetitive, seriali o “solo” cronologiche, ma sempre sorprendenti e imprevedibili perché immergono il visitatore in un racconto che, mentre attraversa gli spazi riallestiti, è lui stesso a riordinare. A volte siamo di fronte a vere invenzioni: passerelle in acciaio e pietra poggiate a sbalzo su porzioni di murature strutturali di epoca romana (Brescia); antiche cisterne sepolte e spazi urbani ipogei celati, riscoperti e recuperati alla fruizione lungo il percorso di vista di un nuovo museo (Gerusalemme); un’intera area archeologica monumentale (i Fori Imperiali di Roma) riqualificata con nuovi tracciati e nuovi spazi espositivi e di sosta, ricavati dai dislivelli tra i piani di calpestio antichi dell’area archeologica e quelli moderni e contemporanei di epoche più recenti. Tutto questo oggi ha anche il merito di alimentare un dialogo inedito tra discipline diverse e complementari: l’architettura, l’archeologia, il restauro, la museografia, la storia dell’arte.

Un dialogo che ha coinvolto professionisti abituati ad agire separatamente, secondo una consuetudine che attribuisce agli archeologi la programmazione o l’esecuzione delle campagne di scavo, ai funzionari delle soprintendenze la definizione delle regole per eseguire un restauro, agli storici dell’arte il compito di riordinare le collezioni museali secondo un criterio spesso cronologico o “di genere” mai coinvolgente, e infine agli architetti, nella migliore delle ipotesi, di concentrarsi sull’espressione della propria poetica.

Le opere illustrate in questo volume a cura di Manuela Castagnara Codeluppi –  tra le quali il Museo di Santa Giulia e le Domus dell’Ortaglia di Brescia, il Museo Nonis di Vicenza, l’archeologico di San Lorenzo di Cremona, il Museo della Cattedrale di Bergamo, la musealizzazione degli scavi e il MAN di Aquileia, il progetto per i Fori Imperiali di Roma, il Terra Sancta Museum di Gerusalemme – documentano invece  veri e propri “progetti culturali” interdisciplinari,  realizzati sotto la regia di architetti attenti e coraggiosi, che si inseriscono tra i migliori esempi scaturiti dalle professionalità del nostro Paese e rendono un omaggio costante alla nostra storia e alla nostra memoria collettiva.

C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Electa Mondadori