In Trentino una selezione della più importante raccolta di arte sarda del ’900. In mostra opere e oggetti provenienti dalla Collezione privata del professor Stefano De Montis, unica per ricchezza e varietà di dipinti, sculture, tessuti, argenti e prodotti dell’artigianato sardo.
«La collezione di Stefano e Anna Pia De Montis – spiega Vittorio Sgarbi, Presidente Mart di Rovereto – è patrimonio davvero imprescindibile per capire cosa siano stati l’arte e l’artigianato sardo nel corso del secolo fondamentale che sancisce l’ingresso dell’Isola nella modernità: il Novecento. Devo al rapporto con i De Montis e alle opere della loro raccolta una parte importante della mia conoscenza in materia, capaci di aprirmi le porte di un universo espressivo tanto misconosciuto al di fuori dei confini regionali quanto di interesse straordinario, cosa per cui sono loro ancora grato.

Sorelle Coroneo Fanciulla con fiore nel paesaggio dettaglio, anni Trenta

Troverete modo, in questa mostra sotto un comune soggetto sardo che coinvolge in particolare artisti del Sassarese e del Nuorese, di ammirare i sofisticati figurini della vamp Edina Altara e quelli in tessuto di eterne bambine come le sorelle Coroneo, il colorismo crepitante di Antonio Ballero come quello più controllato di Giovanni Ciusa Romagna e Mario Delitala, l’accademismo popolareggiante di Filippo Figari e il mondo rurale di Carmelo Floris in cui bontà di pittura e di soggetto vogliono essere unica cosa, alcune tracce dell’originale avventura post-cubista di Mauro Manca, il più propenso a tenere il passo con quanto succedeva in “continente”, come gli isolani chiamano l’Italia. E ancora, l’inesauribile poliedricità Deco, fra pittura, ceramica e illustrazione, dei fratelli bosani Melkiorre, Federico e Pino Melis, la compostezza atona di Bernardino Palazzi, il sopraffino talento plastico, stroncato anzitempo dalla guerra, di Salvatore Fancello, capace di continuare quello lampante e assoluto di Francesco Ciusa, i percorsi a ricamo, fra memoria, magia e sogno, di Maria Lai, i pupazzi di Eugenio Tavolara che non sono da meno delle coeve creazioni di Depero, solo per dire di alcuni artisti, oltre a costumi, gioielli, cesti, tessuti e terraglie artigianali di irresistibile attrattiva».

Cagnaccio di San Pietro I naufraghi, 1934

LA MOSTRA
Quello in mostra a Cavalese, dal 21 dicembre al 13 aprile, è «un universo di profonde suggestioni, dove tradizioni secolari rivivono attraverso espressioni artistiche differenti, accomunate dall’amore per una terra eternamente sospesa tra apertura al ‘continente’ e un folclore tenacemente custodito e coltivato». Così Beatrice Avanzi, curatrice Mart, nel testo in catalogo.
Il progetto “Il Realismo Magico nell’Arte Sarda”, fortemente voluto da Vittorio Sgarbi, Presidente del Mart, porta a Cavalese, grazie alla collaborazione con la Magnifica Comunità di Fiemme, un patrimonio prezioso e unico, appartenente al maggior collezionista sardo, nel quale riecheggiano temi e stilemi di cui il museo di Rovereto in questi anni si è occupato.
Grazie a una sapiente politica di acquisizioni e prestiti e parallelamente a una reputazione internazionale sempre più solida, al Mart sono confluiti significativi capolavori appartenente ai maggiori momenti dell’arte italiana del XX secolo: dal Futurismo alla Metafisica, dal Realismo Magico a Novecento Italiano. Oggi le Collezioni museali trentine offrono percorsi espositivi fondamentali per conoscere e comprendere, a un secolo di distanza, la storia italiana ed europea. L’indagine sui “novecenti”, con radici che affondano in alcune significative anticipazioni nell’800, fa luce sulle ripercussioni che gli eventi bellici e i repentini mutamenti sociali di inizio secolo ebbero sulla percezione e sulla narrazione della realtà. Coerentemente con il riallestimento della Collezione permanente che dedica al “L’invenzione del moderno” un’intera Galleria museale, numerose mostre tra quelle organizzate negli ultimi anni hanno indagato il primo Novecento. Dalla grande retrospettiva dedicata a Boccioni nel centenario della scomparsa, prodotta in partnership con il Museo del Novecento di Milano, alla grande mostra sul Realismo Magico, organizzata nel quindicesimo anniversario dell’apertura del Mart e realizzata con l’Ateneum Art Museum di Helsinki e il Folkwang Museum di Essen, si arriva oggi alla mostra allestita nel palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme. Con la mostra “Il Realismo Magico nell’Arte Sarda” si completa un’indagine culturale ed estetica. Provenienti dalla Sardegna oggetti, manufatti, tessuti e gioielli vengono accostati con opere pittoriche che suggeriscono, come spiega la curatrice «un sentire comune, assonanze e dialoghi lontani, ma possibili, con quanto avvenne, nel primo Novecento, nel ‘continente’: suggestioni e spunti di riflessione che ci è sembrato giusto evocare in mostra».


Fortunato Depero Martellatori 1923 ricostruzione

A Cavalese la raccolta sarda del professor Stefano De Montis dialoga con alcune opere provenienti dalle Collezioni del Mart di Rovereto. Il dipinto I naufraghi di Cagnaccio di San Pietro, del 1934, testimonia la ricerca di uno dei più importanti pittori del ’900, protagonista appunto della stagione del Realismo Magico. Come gli artisti sardi, Cagnaccio rimane sempre legato alla propria terra d’origine (San Pietro in Volta, una piccola isola di pescatori dell’estuario veneziano) e ne trasforma le suggestioni profonde e l’eredità culturale in immagini di valore universale.
I celebri Martellatori in legno di Fortunato Depero danno vita a un colloquio con i pupazzi in legno e feltro del sassarese Eugenio Tavolara, tra i massimi esponenti dell’artigianato sardo del secolo scorso. Lontani, ma idealmente vicini, Tavolara e Depero sono accomunati dall’idea di un’arte senza confini, per cui gli oggetti e i manufatti realizzati nelle rispettive Case d’arte assumono pieno valore e dignità artistica.
Il Realismo Magico nell’Arte Sarda inaugura il progetto Galassia Mart, una nuova proposta di mostre e appuntamenti sul territorio per valorizzare il Trentino come sistema museale diffuso. In contemporanea all’inaugurazione di Cavalese apre a Palazzo delle Albere, a Trento, la mostra sull’artista Tullio Garbari, che testimonia la volontà del museo di riscoprire e dare rilievo a interpreti e luoghi fondamentali della cultura trentina.

LA SEDE
Nel centro storico di Cavalese si erge grandioso il Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, una delle opere più rappresentative dell’intero panorama artistico trentino, simbolo delle millenarie tradizioni di autogoverno ed autonomia della popolazione locale. Il palazzo, nato come sede del vicario vescovile, deputato a riscuotere le tasse e amministrare la giustizia, venne in seguito utilizzato anche come residenza estiva dagli stessi presuli trentini che, dalla fine del XV secolo, s’impegnarono in importanti campagne di ampliamento ed abbellimento della struttura. Nel 1850 l’edificio venne acquistato dalla Comunità Generale di Fiemme con l’intento di farne la propria sede istituzionale. Oggi la nobile residenza, riaperta al pubblico nel luglio 2012 dopo un’ampia campagna di restauri, è adibita a museo-pinacoteca.

C.S.
Fonte: Area stampa Mart

IL REALISMO MAGICO NELL’ARTE SARDA La collezione De Montis
21 dicembre 2019 — 13 aprile 2020

Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme
Via Scario 1, Cavalese
Tel. +39 0462 340812
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