Sabato 30 maggio riaprono al pubblico le porte sia di Palazzo Roncale che di Palazzo Roverella, l’uno di fronte all’altro, nel cuore storico di Rovigo. Una doppia iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, volta ad offrire ai polesani e ai turisti l’opportunità di decantare le tensioni di questi mesi di lockdown attraverso il contatto emotivo e terapeutico con la grande arte.

Al Roverella sarà la “Madonna con Bambino”, in manto rosso, celebre capolavoro di Giovanni Bellini, ad accogliere idealmente gli ospiti post coronavirus. E con lei, gli altri capolavori di una raccolta d’arte tra le più intense dell’intero Veneto.
Con le meraviglie della Pinacoteca dei Concordi il pubblico potrà ammirare anche la sezione recentemente allestita sulle antichità dell’Antico Egitto, comprese le due famose mummie donate alla città da Valsè Pantellini, rodigino che fece fortuna in Egitto all’epoca dell’apertura del Canale di Suez. Accanto alla Sezione Egizia, quella delle Antichità Romane e Pre-romane, anch’essa recentemente allestita al Roverella. Il tutto ad ingresso gratuito.
Occasione davvero imperdibile, quindi, per entrare in contatto con la storia e con l’arte che questo magnifico territorio ha saputo produrre o calamitare.

Contemporaneamente, in Palazzo Roncale, riapre la fortunata mostra dedicata a “La Quercia di Dante”, prologo del settimo Centenario Dantesco. Qui, oltre alle reliquie dell’antica rovera su cui Dante si sarebbe arrampicato per ritrovar la “diritta via che era smarrita”, si è invitatati ad ammirare la mostra “Visioni dell’Inferno” dove opere di Gustave Dorè, Robert Rauschenberg e Brigitte Brand illustrano ciascuno dei 33 canti della prima delle tre Cantiche dantesche.
Anche in questo caso l’ingresso è assolutamente gratuito.
Ovviamente, per rispettare le direttive anti Covid-19, non sarà possibile fare visite guidate di gruppo ma solo individuali e sia ingresso che visita saranno gestite nel rispetto delle normative di prevenzione.
Il tutto da sabato 30 maggio e sino a domenica 19 luglio. Poi entrambe le sedi resteranno chiuse per riaprire, sia l’una che l’altra, a settembre.
Da quella data e sino al 17 gennaio 2021, in Palazzo Roverella il pubblico potrà ammirare l’attesissima, grande mostra monografica su Chagall, mentre al Roncale continuerà ad essere proposta l’esposizione sulla Quercia e l’Inferno di Dante.

VIRTUAL TOUR DELLE MOSTRE
Per prepararsi alla visita o per chi non potrà ammirarla che da remoto, nel sito di Palazzo Roverella (www.palazzoroverella.com) è a disposizione il virtual tour della doppia rassegna. Quattro le sezioni, una per ciascuna area di mostra, che si possono aprire visualizzando la panoramica delle sale e nel dettaglio i singoli gruppi di opere o i reperti in mostra. Le immagini ravvicinate compaiono affiancate da un testo sintetico e descrittivo del contesto. In più, il visitatore ha a disposizione brevi video nei quali Alessia Vedova, co-curatrice della mostra, illustra i tre artisti coinvolti (Gustave Dorè, Robert Rauschenberg e Brigitte Brand) o altri aspetti peculiari dell’esposizione.

LA QUERCIA DI DANTE
“La Quercia di Dante” ha sollevato un interesse molto ampio, persino inatteso. Interesse tuttavia frustrato dalla quasi immediata chiusura dell’esposizione a causa del Coronavirus.
La mostra sarà prorogata sino a metà luglio. Non solo: sarà nuovamente visitabile a partire dal 19 settembre, in concomitanza con l’apertura nell’attiguo Palazzo Roverella della grande monografica su Chagall, sino al 17 gennaio 2021. Entrando così nell’Anno che l’Italia e il mondo dedicano al ricordo di Dante.

Anticipando le imminenti celebrazioni dantesche, ha preso vita un progetto del tutto originale dedicato a Dante e alla mitica “Quercia di Dante”, un albero possente che dominava il paesaggio del Delta del Po. Secondo la vulgata, che forse non ha alcuna radice storica ma che in Polesine è assunta a “dogma”, il Poeta dovrebbe la propria salvezza a questo gigante verde.

Anticipando le imminenti celebrazioni dantesche, ha preso vita un progetto del tutto originale dedicato a Dante e alla mitica “Quercia di Dante”, un albero possente che dominava il paesaggio del Delta del Po. Secondo la vulgata, che forse non ha alcuna radice storica ma che in Polesine è assunta a “dogma”, il Poeta dovrebbe la propria salvezza a questo gigante verde.

Si tramanda infatti che Dante, rientrando da una ambasceria a Venezia, si sia smarrito nell’intrico di acque e boschi del Delta. Per ritrovare la strada, si sarebbe arrampicato su un albero particolarmente possente, individuato nella colossale “Grande Rovra di San Basilio”. “Rovra”, in polesano, sta per quercia o farnia. Nello specifico, il monumentale esemplare di Quercus robur che dominava l’argine del Po di Goro, nei pressi di San Basilio. Un albero che risulta citato, per la sua altezza e maestosità, in un atto notarile del 1548. Nell’estate del 1321 Dante sarebbe realmente transitato per San Basilio, ospite dell’Hospitium gestito dai Monaci di Pomposa.

La Rovera di Dante oggi non domina più il paesaggio del Delta. Nel 2013 il tempo ha avuto la meglio sul Patriarca del Delta, un albero alto più di 26 metri, con un tronco che per essere abbracciato richiedeva 10 bambini o 6 adulti. Per il Polesine fu la perdita non solo del decano dei suoi alberi ma di un simbolo particolarmente amato.
A Rovigo, a Palazzo Roncale, una mostra rievocherà la storia della “Grande Quercia”, proponendo immagini dell’albero e della sua caduta, esponendo anche una “reliquia” del Patriarca e insieme a un’opera che Miranda Greggio realizzò intorno al tronco abbattuto, ricavandone una specie di “sindone”.

All’Omaggio alla Grande Quercia si affiancherà un Omaggio al Poeta. Il suo fulcro sarà la mostra “Visioni dell’Inferno”, rievocazioni della prima Cantica affidate a tre artisti internazionali, uno per ciascuno degli ultimi tre secoli. Il progetto “La Quercia di Dante” non si limita però alla sola mostra.
Nel corso della rassegna sono in calendario incontri con uomini di pensiero per stimolare originali visioni e riflessioni intorno all’Inferno dantesco, la cui lettura integrale è prevista a maggio, nel corso di una lunga maratona. Un’attenzione particolare verrà riservata proprio all’albero simbolo del progetto, la Quercia o “Rovera” di Dante. Dalle sue radici divelte sono spuntati alcuni nuovi polloni. Con la collaborazione dei tecnici del Parco del Delta del Po Veneto e del Servizio Forestale Regionale, tra questi sarà selezionato un giovane esemplare destinato a perpetuare la memoria del passaggio del Poeta. I visitatori della Mostra vengono invitati a scoprire i luoghi della Grande Quercia, nel territorio di San Basilio, nel comune di Ariano nel Polesine. Per immergersi un territorio davvero unico, per ammirare i resti di quello che fu uno dei più importanti porti del Mediterraneo.

Qui, le Dune Fossili, ricordano che un tempo il mare stava dove oggi c’è terraferma, anche se oggi si è allontanato di chilometri. Le rovine di epoca romana, i reperti conservati nel locale museo, confermano l’importanza di questa antica città. Sulle Dune sorge la chiesetta altomedievale dell’insediamento benedettino che accolse Dante. Dal pavimento dell’edificio sacro si intravvedono i resti di un precedente edificio.
Testimonianze di una storia che è ancora in parte da scrivere, come confermano gli scavi che stanno restituendo l’abitato etrusco. Il tutto immerso in un ambiente naturale di assoluta suggestione.
Il progetto è di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Comune di Rovigo, Accademia dei Concordi, Parco Regionale del Delta del Po Veneto (Riserva della Biosfera MAB Unesco), Comune di Ariano nel Polesine, insieme ad altre istituzioni territoriali e nazionali,

MOSTRA VISIONI DALL’INFERNO
A seguito dell’ordinanza emessa dal Ministero della Salute di intesa con il Presidente della Regione Veneto sulle misure di contenimento e gestione del Coronavirus, l’inaugurazione della mostra “Visioni dell’Inferno, nell’ambito del progetto culturale “La Quercia di Dante” in programma per giovedì 27 febbraio a Palazzo Roncale in Rovigo, è annullata. Seguirà comunicazione in merito all’eventuale nuova data di inaugurazione. La mostra, in ogni caso, aprirà i battenti al pubblico non appena cesseranno le misure di contenimento del virus COVID-19.2

“Visioni dell’Inferno” a Palazzo Roncale propone la rievocazione della prima Cantica dantesca affidata a tre artisti internazionali, uno per ciascuno degli ultimi tre secoli.
L’Inferno in versione ottocentesca non poteva che essere quello, universalmente noto, del francese Gustave Doré, di cui in mostra sarà l’intero corpus di 75 tavole. Per evocare l’Inferno in versione novecentesca, sono state riunite le immagini di “Dante’s Inferno (1958–60)” dello statunitense Robert Rauschenberg. Un’artista donna, la tedesca Brigitte Brand è stata, infine, chiamata ad illustrare l’Inferno con occhi e sensibilità di oggi. L’artista propone in mostra anche un Omaggio alla Grande Quercia, l’albero cui Dante sarebbe stato tributario della propria salvezza. Alla Grande Quercia di Dante, nello stesso Palazzo Roncale, è riservata un’ampia sezione documentativa.
“Visioni dell’Inferno” ripercorre i 33 canti, oltre all’introduzione della Cantica. Ciascuno è introdotto dai versi più famosi e da una breve sintesi, a complemento delle tavole dei tre artisti.

Gustave Dorè – presente in mostra con le tavole di una grande collezione parmense – è riuscito nell’impresa di rappresentare in segni grafici e forme, quanto i versi di Dante hanno espresso in una delle opere poetiche più elevate di ogni tempo. «Proprio le illustrazioni realizzate per l’Inferno sono – afferma Alessia Vedova – il suo vero capolavoro tanto da essere entrate a far parte dell’immaginario collettivo». Théophile Gautier, a lui contemporaneo, scriveva che Doré sapeva «vedere le cose dalla loro angolatura bizzarra, fantasiosa, misteriosa…» e che «possedeva un occhio visionario che sa liberare il lato segreto e singolare della natura».

Per rappresentare il suo Inferno, Rauschenberg scelse la tecnica del disegno di riporto – transfer drawing – combinando i suoi disegni e acquerelli con immagini trasferite dalle pagine di riviste patinate. «Egli – scrive Barbara Codogno – riporta a galla l’Inferno, contestualizzandolo in una dimensione contemporanea. Le immagini “sorgente” usate da Rauschenberg mettono infatti in relazione la vita politica e l’anima sociale americana del Dopoguerra con la narrazione epica di Dante, entrambe unite da un’ineluttabile discesa agli inferi».Le tavole del Dante’s Inferno qui esposte sono parte della tiratura che Rauschenberg autorizzò al gallerista Lucio Amelio. La cartella destinata a questa mostra era quella personale del celebre gallerista.

Accanto a due cicli celeberrimi, la mostra propone una prima assoluta. L’Inferno letto con la sensibilità dei nostri tempi dall’artista tedesca Brigitte Brand, che ha scelto il Parco di un altro fiume, il Sile, come buen retiro per realizzare questa sua monumentale opera. «La potente fascinazione dell’Inferno dantesco l’ha portata – scrive Verginia Baradel – a rielaborare il bagaglio dei suoi appunti visivi sulla Commedia umana, osservata alle diverse latitudini del pianeta, con i luoghi e le figure del primo Cantico del Poema. Nella trasfigurazione, piccoli segni vaganti in spazi sulfurei e vorticosi sembrano narrare le vicende e i protagonisti dei canti, ora sollevati da onde di colore, ora affiancati da citazioni iconiche legate alla vita quotidiana».
“Visioni dell’Inferno” si allarga ad altre testimonianze, a sottolineare la fascinazione delle Commedia lungo i secoli sino alle forme contemporanee di espressione.
Dall’Accademia dei Concordi e dalla Biblioteca del Seminario Vescovile di Rovigo sono state concesse alla mostra alcune preziose, antiche edizioni della Commedia, mentre un corner sarà riservato all’originale volume “L’Inferno di Dante. Una storia naturale” (Mondadori, 2010) illustrato e commentato da Patrick Waterhouse e Walter Hutton, due giovani artisti in residenza a Fabrica.
Un ulteriore corner propone l’“Inferno di Topolino” del 1949, disegnato da Angelo Bioletto e sceneggiato da Guido Martina in terzine dantesche.
Un omaggio davvero originale a Dante è quello del maestro mangaka più famoso al mondo, Go Nagai, che ha reinterpretato da par suo la Divina Commedia. La mostra ne propone alcune tavole
Per dire quanto, quale sia l’espressione artistica o la latitudine, nella versione originale o nelle più disparate “reinterpretazioni”, la “Commedia” di Dante continui ad affascinare.

C.S.
Fonte: Studio Esseci

LA QUERCIA DI DANTE
VISIONI DELL’INFERNO

(28 febbraio – 28 giugno 2020 date inizialmente previste prima del coronavirus)
Nuove date 30 maggio – 19 luglio e poi dal 19 settembre 2020

Palazzo Roncale
Piazza Vittorio Emanuele II, 25 Rovigo 45100 (RO)
tel. 0425 460093
info@palazzoroverella.com

www.palazzoroverella.com