Le Gallerie intensificano le attività su Twitter e Instagram e aprono la nuova pagina Facebook con video, foto e storie dai musei. Il direttore Schmidt: «Evitiamo ogni contagio, tranne quello della bellezza». (https://www.facebook.com/uffizigalleries/videos/132904798157712/)

UFFIZI DECAMERON IN RETE: ARTE, CULTURA E SVAGO NELLE CASE DI TUTTI
È partita il 10 marzo 2020Uffizi Decameron, campagna social lanciata dalle Gallerie degli Uffizi. L’obiettivo è tenere compagnia, nel segno della grande arte, a tutti coloro che restano in casa per aiutare la campagna di prevenzione del contagio da Coronavirus. Ogni giorno, sui profili Instagram e Twitter degli Uffizi, vengono pubblicate foto, video e storie dedicate ai capolavori custoditi nella Galleria delle Statue e delle Pitture, in Palazzo Pitti e nel Giardino di Boboli. (https://www.youtube.com/watch?v=UyzhC_hS9Po)

Il nome della campagna, che ha l’hashtag #UffiziDecameron, è ispirato appunto alla celebre opera di Giovanni Boccaccio scritta nella metà del Trecento. In essa 10 giovani sfuggono al contagio della peste nera rifugiandosi in una villa sui colli sopra Firenze: per combattere la noia del ritiro forzato ciascuno di loro racconta una novella al giorno, ispirandosi ogni volta a un tema diverso. Così gli Uffizi ai tempi del coronavirus diventano un rifugio virtuale: il loro programma su Instagram, Twitter, Youtube e sul sito web viene ampliato e potenziato con l’apertura di un altro canale social, Facebook, alla pagina Gallerie degli Uffizi (www.facebook.com/uffizigalleries/)

«Anche se i musei hanno dovuto chiudere le loro porte, l’arte non si ferma – ha spiegato il direttore Eike SchmidtPer questo da adesso ci rivolgeremo al nostro pubblico anche attraverso Facebook. I tesori degli Uffizi, di Palazzo Pitti e del Giardino di Boboli vi terranno compagnia in queste settimane di comune impegno contro il diffondersi del virus. Oggi diamo inizio ad Uffizi Decameron: come nel capolavoro di Boccaccio, ogni giorno racconteremo le storie, le opere, i personaggi dei nostri bellissimi musei, unendoci nel nome della cultura, dell’arte e – perché no – dello svago. Gli Uffizi saranno con voi, nelle vostre case, per superare tutti insieme l’attuale momento di difficoltà. Evitiamo ogni contagio, tranne quello della bellezza».

Nell’ambito di Uffizi Decameron c’è anche “La mia Sala”, serie di “minitour virtuali” nei quali gli assistenti museali illustrano in video alcuni più suggestivi angoli delle Gallerie, con i loro segreti e le loro opere.
Ad arricchire e affiancare Uffizi Decameron è anche la pubblicazione sui social di immagini, video e contenuti dedicati a Raffaello e ai suoi capolavori, celebrati nella ricorrenza del cinquecentenario dalla sua morte. È un gesto virtuale dal forte contenuto simbolico, che in parte consola della temporanea sospensione della grande mostra sul pittore urbinate, organizzata a Roma dalle Scuderie del Quirinale e dagli Uffizi, alla quale le Gallerie hanno prestato una cinquantina di opere sulle circa 200 complessive in esposizione.
Dal 26 febbraio il canale Instagram degli Uffizi ha lanciato l’hashtag #Decameron e pubblicando in un post il dipinto “I Novellieri del XIV secolo” di Vincenzo Cabianca (1860) custodito alla Galleria di Arte Moderna di Palazzo Pitti ha ricordato il capolavoro letterario di Giovanni Boccaccio.
Gli Uffizi aderiscono alla campagna di prevenzione del Ministero dei Beni culturali e del Turismo #iorestoacasa.

UFFIZI SU FACEBOOK, BOOM DA 18MILA FOLLOWER E CENTINAIA DI MIGLIAIA DI VISUALIZZAZIONI PER IL PRIMO GIORNO SULLA PIATTAFORMA
Il direttore Schmidt: «adesso ancora più impegno per offrire a tutti i nostri capolavori».
Oltre 18.000 follower e centinaia di migliaia di visualizzazioni in poche ore: questi i numeri esplosivi dell’apertura della pagina Facebook delle Gallerie degli Uffizi (www.facebook.com/uffizigalleries/), effettuata ieri (10 marzo) con un video saluto del direttore Eike Schmidt (visto più di duecentotrentamila volte). Insieme agli altri social del museo, Twitter e Instagram, anche la nuova pagina Facebook partecipa alla campagna culturale ‘Uffizi Decameron’ lanciata ieri (10 marzo): si tratta di foto, brevi video e storie dei capolavori custoditi nelle sale delle Gallerie, ideate per tenere compagnia a tutti gli italiani rimasti a casa per evitare il contagio del coronavirus. E sono già numerosissimi anche i visitatori stranieri che accedono ai canali social delle Gallerie, facendo sì che il Decamerone museale oltrepassi i confini e diventi globale. Già tre i video caricati: oltre al messaggio del direttore, anche una clip per scoprire i tesori della sala di Raffaello e Michelangelo agli Uffizi (quasi 48mila visualizzazioni) ed una terza, pubblicata l’11 marzo, per spiegare al grande pubblico cosa sia la Galleria delle Statue e delle Pitture (circa 12mila visualizzazioni).
«La cultura e l’arte possono essere un grande sostegno e sollievo in questo momento di difficoltà che richiede a tutti un grande sacrificio. La calorosissima accoglienza che è stata riservata agli Uffizi al momento del loro sbarco su Facebook ne è la prova – commenta il direttore Eike Schmidt – Cogliamo questo come un invito a diffondere con sempre maggior impegno i nostri capolavori, offrendo tour virtuali tra le sale e tante altre videostorie».

Francesca all’Inferno – Nicola Monti

GLI UFFIZI CELEBRANO IL PRIMO DANTEDÌ CON L’ACQUISTO DI ‘FRANCESCA DA RIMINI NELL’INFERNO DANTESCO’ (1810), CAPOLAVORO GIOVANILE DI NICOLA MONTI
Il pittore protoromantico, artista stravagante e scrittore prolifico, era attivo in Toscana, Polonia e Russia. Parte inoltre (24 marzo) la mostra online sulle ‘Immagini dantesche dalle Gallerie degli Uffizi’. E su Facebook il tour virtuale negli ‘inferi’ del museo. Un acquisto importante, una mostra tematica, un tour negli ‘inferi’ sotterranei medievali degli Uffizi. Con il museo chiuso a causa del coronavirus le molte iniziative messe in campo dalle Gallerie per celebrare il Sommo Poeta nell’occasione del primo Dantedì del 25 marzo si trasferiscono online.

L’ACQUISTO DI ‘FRANCESCA DA RIMINI NELL’INFERNO DANTESCO’ (1810) DI NICOLA MONTI (Pistoia 1780 – Cortona 1864).
L’opera (olio su tela, 168×121 cm) è la prima documentata dell’artista e fu realizzata per il negoziante livornese Luigi Fauquet, suo principale mecenate. Esponente di spicco della pittura protoromantica e grande ammiratore di Michelangelo (in un periodo in cui ad esser venerato come sommo era invece Raffaello), Nicola Monti fu una bizzarra e poliedrica figura di artista e di intellettuale poligrafo. Fu infatti anche autore di numerosi scritti teorici e biografici tra i quali il Trattatello sul nudo, una specie di manuale che rappresenta per noi una preziosa testimonianza della prassi didattica vigente nel XIX secolo nell’Accademia fiorentina, e la Poliantea, sincero e arguto diario che ricostruisce le tappe del suo viaggio in Polonia ed in Russia, durato ben tre anni – dal 1818 al 1821 – durante i quali realizzò un nutrito gruppo di opere. Francesca da Rimini nell’Inferno dantesco si ispira al notissimo episodio del V canto del poema dantesco. Il dipinto riflette l’animo solitario e tormentato di questo artista, dotato di una fantasia feconda e di una notevole ricchezza di invenzione, quasi da neo manierista, come ricordavano i suoi contemporanei.

Dante Andrea del Castagno

L’IPERVISIONE DANTESCA SUL SITO DEGLI UFFIZI
A partire dalla notte tra il 24 e il 25 marzo è disponibile su www.uffizi.it una esposizione virtuale dedicata a Dante, “Non per foco ma per divin’arte. Immagini dantesche dalle Gallerie degli Uffizi”: una scelta di 11 opere appartenenti alla collezione delle Gallerie, tra dipinti, disegni e sculture dal Quattrocento all’Ottocento raccontano la figura, i personaggi e la fortuna dell’Alighieri nella storia dell’arte. Tra queste il celeberrimo affresco di Andrea del Castagno raffigurante il Poeta e scene dalla Divina Commedia come La Selva oscura di Federico Zuccari (1540 ca. – 1609) e l’Ingresso nell’Ade con Virgilio di Livio Mehus (1630 ca. – 1691), oltre a capolavori di Cimabue, Giotto, Botticelli e Pio Fedi. Introduce l’ipervisione (https://www.uffizi.it/mostre-virtuali/dante) un saggio su Dante e l’arte di Paolo Procaccioli, professore ordinario all’università della Tuscia di Viterbo (dal 26 marzo è disponibile anche la versione in inglese).

IL TOUR (VIRTUALE) NEGLI “INFERI” DELLA GALLERIA
Una visita divisa in due episodi, alla scoperta dei sotterranei della chiesa medievale di San Pier Scheraggio, inglobata nel XVI secolo da Giorgio Vasari nella fabbrica degli Uffizi: questo viaggio virtuale negli scavi dell’antico edificio riporta i visitatori indietro nel tempo, alla Firenze di primo Trecento quando nel luogo si riuniva il Consiglio del Popolo di cui fu membro Dante Alighieri. Nel primo video Novella Lapini, assistente museale, illustra i rapporti tra la chiesa romanica di San Pier Scheraggio e il Sommo Poeta. La “discesa agli inferi” avviene con la guida di un ‘Virgilio’ d’eccezione, il funzionario archeologo e curatore dell’arte classica della Galleria, Fabrizio Paolucci, che scendendo negli scavi non visibili al pubblico ci fa recedere a tempi ancora più antichi, fino al periodo romano. Entrambi i video sono resi disponibili sulla pagina Facebook degli Uffizi la mattina del 25 marzo (www.facebook.com/uffizigalleries).
Già alla vigilia del Dantedì, sempre sul canale Facebook degli Uffizi, è pubblicato un altro video, sulla Pala di San Barnaba di Sandro Botticelli (1487). Esso fa parte della serie #raccontidipinti, dedicata al rapporto tra poesia e pittura, partita il 21 marzo in occasione delle Giornata Mondiale della Poesia. Nella grande pala d’altare, sull’ultimo gradino del trono della Vergine troviamo inciso l’incipit dell’ultimo canto del ‘Paradiso’, “Vergine madre e figlia del tuo figlio”: una preziosa testimonianza dell’ammirazione di Botticelli per il sommo poeta.
«Dante fa parte del patrimonio delle Gallerie degli Uffizi – commenta il direttore Eike Schmidtnon soltanto per via delle nostre collezioni dantesche, ma anche per il luogo che egli frequentò nella sua veste pubblica e politica, l’ex chiesa di San Pier Scheraggio, nel Cinquecento inglobata dal Vasari nella fabbrica degli Uffizi. Per questo motivo partecipiamo da protagonisti, con fierezza, alla prima festa nazionale del Dantedì, con i mezzi digitali che in questo periodo di isolamento fisico sono diventati strumenti fondamentali di legame tra tutti gli italiani. Nessun personaggio storico rappresenta l’unità nella diversità dei vari popoli d’Italia quanto il Sommo Poeta».

Cesare Dandini Figura femminile
pietra rossa su carta

DA PINEIDER MAXI REGALO DI 107 DISEGNI E ACQUEFORTI RARE ALLA GALLERIA DEGLI UFFIZI. Il direttore Schmidt: «Immensa gratitudine per una delle più importanti donazioni al museo nell’ultimo secolo.»
Donato al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi un inestimabile insieme di disegni antichi e acqueforti, riunito con passione nell’arco di 40 anni da Carlo Pineider, collezionista ed erede della famiglia che lanciò lo storico marchio fiorentino di articoli di lusso di cancelleria e pelletteria.
La collezione, dal 16 marzo parte delle Gallerie, è composta da 82 disegni databili tra gli inizi del Cinquecento e gli ultimi anni del Settecento, attribuiti in prevalenza ad artisti toscani ma anche veneti, emiliani e romani. Ad essi si aggiungono 25 acqueforti di uno degli autori più amati di Carlo Pineider, il marchigiano Simone Cantarini (Pesaro 1612 – Verona 1648), allievo di Guido Reni.

Per quanto riguarda i disegni si tratta, prevalentemente, di schizzi o primi pensieri preparatori per opere pittoriche, ma non mancano i disegni finiti e quelli di studio o autonomi, ossia non destinati alla produzione di dipinti o di altre opere d’arte. Molti fogli provengono da collezioni famose o da raccolte di celebri studiosi, fra le quali vi sono quelle di J. Fitchett Marsh, Vallardi, Luigi Grassi, Amédée-Paul-Emile Gasc, C. König di Vienna, Émile Maurice Marignane, Hubert Marignane, Ludwig Zatzka, Jan Pietersz Zoomer, Francis Abott, Sir Robert Witt.

Scuola fiorentina del XV-XVI secolo
Studio di cane penna e inchiostro su carta

«Quella effettuata da Carlo Pineider è senz’altro una delle più importanti donazioni degli ultimi decenni – spiegano Laura Donati, coordinatrice del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, e Donatella Fratini, curatrice dei disegni non solo alla luce delle buone condizioni di conservazione dei fogli, ma anche per l’importanza che alcuni di essi rivestono nel corpus grafico e pittorico degli artisti che li hanno realizzati.  Le 107 opere tra stampe e disegni ora acquisite dagli Uffizi costituiscono un utile e importante completamento della collezione delle Gallerie».
La donazione Pineider consiste per la maggior parte di opere di artisti importanti e ben noti. Altre sono attribuite ad artisti meno conosciuti, la produzione grafica dei quali è piuttosto rara e particolarmente ricercata dagli intenditori: tra questi, il friulano Francesco Zamolo (fine XVII secolo-post 1741), presente nella raccolta con uno dei rarissimi fogli firmati; Giovanni Mauro della Rovere detto il Fiamminghino (1575 ca.-1640), con due fogli; il bolognese Giuseppe Marchesi detto Sansone (1699-1771), il veneziano Giovanni Carboncino (ca. 1638-1703) – di cui si conoscono solo nove fogli, e che finora era assente nella collezione del Gabinetto Disegni e Stampe; e infine ben quattro disegni di Giovanni Battista Tempesti (1729-1804).

Battista Franco Natività della Vergine
penna e inchiostro, inchiostro diluito e biacca su carta

Tra gli esemplari databili al XVI secolo ve ne sono alcuni di grande pregio: tra questi emerge per importanza lo studio di Battista Franco (1510 ca.-1561) per la Natività della Vergine, preparatorio per gli affreschi – progettati attorno al 1545 e mai eseguiti – dell’abside del Duomo di Urbino. Il disegno è perciò una delle rare attestazioni di questo ciclo pittorico.
Di notevole interesse scientifico anche due disegni attribuiti a Domenico Campagnola (1500-1564) raffiguranti rispettivamente Mosè riceve le tavole della legge e uno Studio di paesaggio che reca sul verso Studi di figure (quest’ultimo già nella collezione di Luigi Grassi).

La parte più cospicua della donazione è costituita da disegni del Seicento, che coprono un ventaglio piuttosto ampio di tipologie (schizzi, disegni finiti, modelli) e di tecniche grafiche.
Il nucleo più ricco è quello degli autori del Seicento fiorentino: si segnalano in particolare Baldassarre Franceschini detto il Volterrano (1611-1690), con ben sei fogli, tra i quali quello raffigurante uno Studio per la figura di san Giovanni Battista (recto) e uno Studio per una Sibilla (verso). Sempre del Franceschini sono da annoverare lo Studio per il santo Stefano protomartire affrescato nella cupola della Tribuna della Santissima Annunziata di Firenze, che si aggiunge ad altri studi preparatori per il medesimo progetto già presenti agli Uffizi, e il foglio col Martirio delle sante Attinia e Greciniana, databile agli anni Ottanta del Seicento. È da ricordare che appena alcune settimane fa anche i Friends of the Uffizi Galleries, il braccio americano degli Amici degli Uffizi, avevano acquistato per il museo due disegni dello stesso maestro.

Tra i disegni veneti è inclusa l’Adorazione dei Magi attribuita a Marcantonio Bassetti (1586-1630), una prova giovanile derivata dalla pala di Federico Zuccari in San Francesco della Vigna a Venezia (1564); tra quelli emiliani è da segnalare la Scena allegorica a sanguigna di Giuseppe Maria Mitelli (1634-1718). Il Settecento è rappresentato, tra l’altro, da disegni di Giovanni Domenico Ferretti (1692-1768), che vanno ad arricchire la vasta raccolta di fogli dell’artista nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe.

Giovanni Bilivert (attr.)
Santa Teresa riceve l’Eucarestia
pietra rossa su carta recto
Giovanni Bilivert (attr.) Santa Teresa riceve l’Eucarestia
pietra rossa su carta
verso

Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt: «È con immensa gratitudine che le Gallerie degli Uffizi accolgono la collezione Pineider, una delle più importanti donazioni arrivate agli Uffizi nell’ultimo secolo. In questi tempi duri, nei quali l’Italia sta orgogliosamente combattendo il nemico microbiologico, la generosità di questo dono, destinato a tutto il popolo italiano, assume un valore particolare, come esempio dell’altruismo e dello spirito di sacrificio cui tutti noi siamo chiamati per proteggere la collettività».

Il collezionista Carlo Pineider: «Il mio desiderio era quello di salvare per sempre queste piccole opere d’arte, sottraendole all’incerta e ingiusta sorte di un mercato che non si fa scrupolo di disperdere le nostre ricchezze culturali, grandi o piccole che siano, ma pur sempre uniche e insostituibili. Destinarle a far parte della raccolta del Gabinetto Stampe e Disegni degli Uffizi ha costituito il logico approdo dei sentimenti che mi legano ai “miei fogli” e alla più prestigiosa istituzione per la conservazione della grafica nella mia città e nel mondo».  

C.S.
Fonte: Ufficio stampa Gallerie degli Uffizi
Opera Laboratori Fiorentini – Civita

LE GALLERIE DEGLI UFFIZI
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