Ph Giorgio Albano

I viaggi di scoperta, in tempi di Coronavirus, iniziano con un click: così il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, per la Pasqua 2020, presenterà ai propri fans e followers un particolare itinerario alla scoperta dei tesori dell’istituto.

«I musei sono chiamati oggi a una sfida speciale, che va oltre la divulgazione: curare con l’arte e la bellezza il nostro spirito, mantenere vivo il rapporto con la loro comunità e naturalmente lavorare per il futuro. Grazie ai social e alla digitalizzazione il Mann sta tenendo vivo il suo dialogo con Napoli e il mondo, diffondendo contenuti originali e approfondimenti tematici. Il pensiero non può che andare all’indimenticabile primavera del 2019 e alla grande mostra Canova e l’antico, che fu una festa per tutta la città, ma la motivazione in tutti noi resta la stessa di quei giorni. Per le festività abbiamo scelto di condurvi in un inedito viaggio nei nostri depositi e di raccontare la tavola dei pompeiani» commenta il Direttore del MANN, Paolo Giulierini.

Sing Sing ┬®luigispina

Sulle pagine Facebook e Instagram, è possibile ammirare non soltanto i capolavori delle collezioni permanenti, ma anche alcuni preziosi reperti conservati nei ricchissimi depositi del MANN: un’anteprima virtuale della mostra fotografica “Sing Sing. Il corpo di Pompei” di Luigi Spina permette di entrare, in una veloce incursione tecnologica, nelle famose celle dei sottotetti del Museo, quei box ribattezzati negli anni Settanta “Sing Sing” da Giuseppe Maggi per riecheggiare il carcere di massima sicurezza americano a nord di New York.
In concomitanza con la pubblicazione del catalogo dell’exhibit (5 Continents Editions), un video spot consente agli internauti di seguire Luigi Spina alla scoperta di un segmento importante dei depositi museali: nelle prime dodici celle dell’ala definita “vecchio Sing Sing”, si può lanciare uno sguardo oltre le inferriate, per cogliere, in bianco e nero, il fascino di lucerne, candelabri, vasellame, bronzi, che restituiscono la testimonianza della vita quotidiana nelle città vesuviane.
Un trailer, dunque, per ricostruire non soltanto il processo di analistilosi (in archeologia, è la ricomposizione, pezzo per pezzo, delle antiche strutture) seguito da Luigi Spina nella sua ricerca fotografica, ma soprattutto per anticipare al pubblico l’impegno del Museo nel riorganizzare e rendere fruibili i depositi “Sing Sing”.

I lavori sui sottotetti e sulle coperture dell’edificio storico del MANN hanno avviato, infatti, un’imponente attività di catalogazione e schedatura dei reperti, cui è stata legata la procedura di sistemazione degli ambienti (svuotamento, pulitura, installazione di nuovi impianti di illuminazione): a questo lavoro tecnico-scientifico di riordino delle opere per categorie di materiali e tipologie di reperti si abbinerà, naturalmente, il passaggio ad una fruizione rinnovata di Sing Sing.
I depositi, infatti, non saranno soltanto spazio di ricerca per gli studiosi, ma anche oggetto di visita da parte di gruppi guidati: il design grafico ed architettonico, che caratterizzerà i box, consentirà di individuare e conoscere i nuclei del patrimonio conservato in Sing Sing; si partirà con il “Vecchio Sing Sing” (oggetti della vita quotidiana nelle città vesuviane, raccolta Borgia, materiali tratti da campagne di scavo ottocentesche nelle necropoli dell’Italia meridionale), per proseguire nel “Nuovo Sing Sing” (le celle racchiudono materiali provenienti da antiche raccolte, come la collezione Spinelli, nonché reperti tratti da scavi novecenteschi e manufatti oggetto di sequestro).

Affresco con focaccia e fichi da Pompei

La Pasqua social del MANN non riguarda soltanto i depositi del Museo, ma traccia anche dei particolari itinerari tematici per i cyber visitatori: tra i motivi da approfondire, in sintonia con il periodo, vi è l’alimentazione, grazie alla riproposizione online dei contenuti della mostra “Res rustica. Archeologia e botanica nel 79 d.C”.
Spaziando tra gli affreschi pompeiani ed i reperti di archeobotanica studiati dal Dipartimento di Agraria dell’Ateneo federiciano, è così composto un fantasioso menu dei romani per le festività 2020, con un racconto, per immagini e parole, sul grano, che oggi è la base di “casatielli” e pastiere, e sulle mandorle, tipiche della colomba.

Particolare Efebo di Via Abbondanza

In tema, anche la ricostruzione in 3D dell’Efebo di via dell’Abbondanza, appartenente alle collezioni del MANN: la statua, che forse raffigurava in origine un atleta, è un tipico esempio di produzione bronzistica romana dei primi anni dell’Impero, con proporzionate percentuali di rame, stagno e piombo e con ageminature di rame sulle labbra e i capezzoli del petto. L’opera, in seguito, fu trasformata in “lampadoforo” e collocata nei pressi del triclinio all’aperto della casa, per illuminare i magnifici banchetti serali del dominus.
I rilievi con laser e scanner, così come le operazioni di fotogrammetria, sono a cura di Acas 3D: la società, in occasione di una mostra su “L’arte di vivere al tempo di Roma” (Museo Civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia, 2017), ha realizzato un modello digitale ad altissima risoluzione dell’Efebo, che oggi possiamo ammirare, per la prima volta, anche su Facebook, come se fossimo nelle sale del MANN.

NUOVE INIZIATIVA DAL 24 APRILE AL 3 MAGGIO
Mostre, incontri, approfondimenti, giochi: continua online, con un palinsesto culturale sempre più ricco, l’attività del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Dal 24 aprile al 3 maggio, infatti, saranno tante le novità riservate agli internauti sulle piattaforme digitali dell’Istituto: «Il MANN sta facendo un gran lavoro per arricchire l’offerta social di contributi originali e di contest per coinvolgere le famiglie in questi giorni di grande sacrificio. Mettere in palio degli abbonamenti al Museo tra chi vorrà partecipare ai quiz, è una iniziativa che contiene l’augurio di ritrovarci presto in serenità e sicurezza nelle sale del MANN. La nostra comunità, fatta di studiosi e appassionati, potrà accedere on line ai seguitissimi Incontri di archeologia, richiesta che ci era stata fatta spesso e che ora realizziamo. La mostra Thalassa sarà riproposta con approfondimenti e curiosità, che ci porteranno con gli archeologi subacquei in fondo al mare. In un momento come questo, infine, è importante tenere sempre viva la rete territoriale Extramann, in vista di una ripartenza insieme. Ci fa quindi particolarmente piacere proporre il prezioso lavoro di ricerca fatto con gli amici del Cartastorie, un viaggio alle origini del MANN”, commenta il Direttore del Museo, Paolo Giulierini.

Scavi subacquei Thalassa

Da venerdì 24 aprile si salperà virtualmente alla scoperta di “Thalassa, meraviglie sommerse dal Mediterraneo”: la mostra, a cura di Paolo Giulierini, Salvatore Agizza, Luigi Fozzati, Sebastiano Tusa e Valeria Li Vigni, sarà prorogata online per i fans e followers di Facebook ed Instagram. Grazie alla riproposizione web dei video della sezione “Acque profonde”, sarà possibile seguire, come se fossimo nella profondità degli abissi, le più importanti campagne di scavo subacqueo nel Mare Nostrum; non mancheranno brevi percorsi con mini-documentari, realizzati dai curatori, per scoprire i capolavori dell’esposizione.

Sempre dal 24 aprile (ogni martedì e venerdì, alle 11, per quattro puntate), spazio al gioco con la sfida social “MANN in quiz”, proposta dai Servizi Educativi del Museo: in palio, un abbonamento annuale OpenMANN (opzione Family) destinato a chi risponderà, nel modo più completo e rapido possibile, alle cinque domande poste online.
Per due settimane (sabato 25 e domenica 26 aprile; sabato 2 e domenica 3 maggio), sarà per la prima volta online “La genesi del MANN. Un viaggio con  il Cartastorie in quattro video”: i docufilm, realizzati nell’ambito del progetto universitario “Obvia- Out of boundaries viral art dissemination”,  sono frutto di una  ricerca tra i documenti  Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli, partner della rete Extra Mann; i video ricostruiscono l’entusiasmo per le prime scoperte archeologiche delle città vesuviane durante il regno di Carlo III e l’atmosfera del tempo nel decennio francese (regia: Damiano Falanga; testi: Andrea Zappulli; supervisione: Sergio Riolo; consulenza scientifica: Andrea Milanese e Daniela Savy).
I cortometraggi, nati come approfondimento della   mostra “Carlo III e le antichità: Napoli Madrid e Città del Mexico”, offrono l’occasione per conoscere meglio, tramite i volumi della Stamperia di Re Carlo, la figura dell’ingegner Rocco Gioacchino Alcubierre, che non soltanto lavorò alla costruzione della Reggia di Portici, ma fu scopritore e, successivamente, direttore degli scavi di Ercolano.
Due documenti del Banco di San Giacomo raccontano, ancora, la permanenza napoletana di Marcello Venuti, archeologo cortonese chiamato da Re Carlo III per partecipare alle scoperte di Ercolano. Nei video, caratterizzati dall’originale storytelling de ilCartastorie, è data voce anche al cocchiere dell’Ufficio del Regio Corriere, che accompagnava l’illustre incisore Giovanni Antonio Aloja, ed all’orologiaio del Real Museo.

Da giovedì 30 aprile, infine, saranno online gli “Incontri di Archeologia”: il ciclo web sarà inaugurato dalla lezione di Maria Lucia Giacco, che presenterà un suggestivo virtual tour della splendida Collezione Magna Grecia del MANN.
A seguire, conferenza di Aurita Di Maria per scoprire “Un cold case del collezionismo egittologico” con le nuove indagini su Giuseppe Picchianti e Angelica Drosso: la collezione egiziana del Museo di Napoli deve la sua fama anche al nucleo della collezione Picchianti, preziosa testimonianza del gusto e della curiosità culturale che, tra Settecento ed Ottocento, connotò lo studio delle antichità.

LA GENESI DEL MANN. UN VIAGGIO CON ILCARTASTORIE IN QUATTRO VIDEO

Alcubierre – Scavando tra le carte
Il video presenta, con una narrazione in prima persona, la figura dell’ingegnere militare che fu artefice dell’inizio della grande stagione archeologica napoletana e segna il principio della passione di Carlo di Borbone per i reperti classici. All’interno del video sono presenti, alternate alle immagini nel Parco Archeologico di Ercolano, le scritture dell’Archivio Storico del Banco di Napoli relative ai pagamenti assegnati ad Alcubierre e a coloro che si occuparono degli scavi e della loro divulgazione presso le corti europee. I pagamenti agli incisori, incaricati di ricopiare fedelmente le meraviglie sepolte dall’eruzione del Vesuvio, il funzionamento della Real Stamperia, i viaggi effettuati da Alcubierre per ispezionare gli scavi, che si andavano incessantemente allargando da Ercolano alle località di Pompei e Stabia, sono solo alcune delle notizie riscontrabili nei documenti che restituiscono particolari inediti sulla vita dell’ingegnere e sulla nascita dell’archeologia a Napoli.
Regia e montaggio: Damiano Falanga  –  Testi di Andrea Zappulli –   Supervisione: Sergio Riolo–  Voce narrante: Andrea Cioffi  – Ricerche: Luigi Abetti, Sabrina Iorio, Raffaele Di Costanzo, Andrea Zappulli –Supporto alla ricerca bibliografica e iconografica: Carla Glorioso e Benedetta Moricola – Produzione ilCartastorie– Durata: 5 minuti e 26 secondi – Anno di produzione: 2018 – Nazione: Italia – Si ringrazia il Museo Archeologico di Napoli e il Parco Archeologico di Ercolano.
Il progetto è stato realizzato anche grazie al tirocinio, finanziato dalla Fondazione Banco di Napoli, di due studentesse dell’Università Federico II

Il Passeggero artista
Un documento dell’Archivio Storico del Banco di Napoli sulle spese di viaggio di Giovanni Antonio Aloja, incisore di alcuni tra i più bei rami delle Antichità di Ercolano, è lo spunto per un’immersione nel clima di entusiasmo che i primi scavi archeologici suscitarono a Napoli durante il regno di Carlo III. Il cocchiere dell’ufficio del Regio Corriere racconta la sua esperienza di viaggio insieme al talentuoso incisore e le sue reazioni innanzi ai reperti che da Ercolano si copiano e si trasportano al Real Museo di Portici.
Regia: Damiano Falanga per Fondazione IlCartastorie– Produzione: Museo Archeologico Nazionale di Napoli – Consulenza scientifica: Andrea Milanese, Sergio Riolo, Daniela Savy – Durata: 5’– Anno di produzione: 2018 – Nazione: Italia

Il tempo dell’impero
La narrazione, che fa perno sui documenti dell’Archivio Storico del Banco di Napoli riguardanti il salario dell’orologiaio del Real Museo, si propone di abbracciare, nella prospettiva di un impiegato minore, la svolta che il decennio francese rappresentò per Napoli, per gli aspetti esteriori del potere regio e per la nuova funzione che la cultura e la bellezza classica svolsero nel contesto dell’Impero napoleonico. Il volto della città cambia e si muove tutt’intorno al Museo, che, insieme al suo monumentale orologio, scandisce il nuovo tempo dell’Europa.
Regia: Damiano Falanga per Fondazione il Cartastorie – Consulenza scientifica: Andrea Milanese, Sergio Riolo, Daniela Savy – Produzione: Museo Archeologico Nazionale di Napoli– Durata: 4’–  Anno di produzione: 2018 – Nazione: Italia

Venuti. Le stanze vuote
Due documenti del Banco di San Giacomo nell’Archivio Storico del Banco di Napoli illustrano alcuni momenti del soggiorno napoletano dell’antiquario e archeologo Marcello Venuti. I due pagamenti, estinti tra aprile e settembre del 1736, evidenziano il trasferimento del cavalier Venuti da una casa in via San Mandato ad un’abitazione situata fuori la Porta di Chiaia. Uno di questi pagamenti, inoltre, conferma i rapporti tra Marcello Venuti e l’ordine dei cavalieri di Santo Stefano, suggerendo un avvicendamento tra uno dei “balì” dell’ordine e l’antiquario cortonese nella casa di San Mandato. Questi aspetti, squisitamente privati, sono il pretesto per narrare, sullo sfondo di una vicenda ordinaria di affitti e traslochi, il grande contributo fornito dall’archeologo cortonese alla scoperta e all’approfondimento dell’antico nei primi anni del regno di Carlo III.
Regia e musiche: Damiano Falanga – Testi: Andrea Zappulli –Ricerche: Claudia Grossi– Con: Paolo Giulierini, Sabrina Iorio, Sergio Riolo– Voce narrante: Paola Maria Cacace– Consulenza scientifica: Andrea Milanese, Sergio Riolo, Daniela Savy– Produzione: Museo Archeologico Nazionale di Napoli– Realizzazione: Fondazione ilCartastorie – Durata: 5’ –  Anno di produzione: 2019 –Nazione: Italia

Tutte le attività di comunicazione social del Museo sono caratterizzate dall’hashtag, lanciato dal Mibact, #Iorestoacasa.

Cratere figure rosse Altamura

INCONTRI DI ARCHEOLOGIA: APPUNTAMENTI ONLINE SULLA PAGINA FACEBOOK DEL MANN
Un abbraccio reale, e non virtuale, dopo una carrellata di eventi, conferenze, squarci suggestivi sulle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli: si conclude con un’istantanea del Direttore Paolo Giulierini e di una parte della squadra del MANN il videospot degli “Incontri di Archeologia”, dal 27 aprile 2020 scaricabile sul web.
Da giovedì 30 aprile, infatti, la rassegna storica, giunta alla XXVesima edizione ed organizzata dai Servizi Educativi dell’Istituto, avrà nuovi appuntamenti online sulla pagina Facebook del Museo: si arricchirà, in questo modo, l’offerta già poliedrica del canale social che, proprio in queste ore, è stato riconosciuto dall’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali del Politecnico di Milano come piattaforma Facebook più attiva d’Italia nel periodo di lockdown (sono stati 188, infatti, i post realizzati nel solo mese di marzo 2020).

Tomba danzatrici Ruvo

Primo appuntamento degli “Incontri di Archeologia” online (giovedì 30 aprile, ore 16) con Marialucia Giacco, responsabile scientifico della Collezione Magna Grecia del MANN: la funzionaria traccerà un percorso suggestivo fra le oltre 400 opere che testimoniano le caratteristiche insediative, le strutture sociopolitiche, il retroterra religioso ed artistico nella Campania di epoca preromana. Meraviglia nelle meraviglie, da ammirare anche con le nuove tecnologie digitali, le quattordici sale del Museo in cui è ospitata la Collezione: gli ambienti sono caratterizzati da pregiati sectilia a motivi geometrici e mosaici di età romana, sottoposti in questi anni ad un intervento di manutenzione e pulizia, che ha restituito alle superfici la vivacità dei colori delle diverse qualità di marmo.
Giovedì 7 maggio, ancora, si potrà seguire, sempre su Facebook, la conferenza di Rita Di Maria su “Un cold case: il collezionismo egittologico di Giuseppe Picchianti e Angelica Drosso”: in simultanea (ore 16), l’intervento sarà condiviso sui canali social di MANN, Archivio di Stato di Napoli, Archivio di Stato di Livorno ed Archivio del Museo Galileo-Istituto e Museo di Storia della Scienza (ARMU) di Firenze.
Una rete virtuale che, ai tempi del Coronavirus, permetterà al mondo della cultura di fare squadra: i tre istituti, infatti, hanno concesso in prestito, autorizzandone la divulgazione online, i documenti utili per la ricerca scientifica del MANN.

Sezione egizia Ph Guicciardini & Magni

La Sezione Egizia consta di un importante nucleo di reperti provenienti da collezioni private, come quella Picchianti: nel 2016, in occasione del nuovo allestimento della Collezione, una definitiva verifica presso l’Archivio di Stato di Napoli ha dato una imprevedibile svolta alla “sfida”, rimasta aperta per ben 34 anni, con i Picchianti; il fascicolo ritenuto distrutto dal fuoco nel 1943, infatti, era miracolosamente riapparso dalle sue ceneri e, con esso, pochi, ma fondamentali frammenti dell’avventura egiziana dei due collezionisti.
I nuovi dati emersi dalle ricerche nell’Archivio di Stato napoletano hanno consentito di aprire nuove piste di studio, prima presso l’Archivio di Stato di Livorno, i cui documenti hanno fornito le date di arrivo a Livorno della Collezione e della permanenza dei Picchianti nel lazzaretto di S. Leopoldo, e poi presso l’Archivio del Museo Galileo-Istituto e Museo di Storia della Scienza (ARMU) di Firenze, che ha rivelato un aspetto inedito della sedicente contessa Angelica Drosso Picchianti quale venditrice di animali esotici vivi.  

Le sorprese non si fermeranno qui: da metà maggio, infatti, la MANN Tv presenterà, in postproduzione, tutti gli Incontri di Archeologia presentati nella programmazione culturale 2019/2020 del Museo.
L’appuntamento? Sempre il giovedì, alle 16, sulla pagina Facebook del MANN.

Immagine Paolo Soriani

FESTA DEL LAVORO SOCIAL PER IL MANN
Impegno, attenzione, spirito di squadra: valori caratteristici del lavoro, ieri come oggi. Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli celebra il 1° maggio in versione social: e sceglie di presentare, agli appassionati di Facebook ed Instagram, un interessante viaggio per immagini tra passato e presente. Risale al 1927, infatti, un suggestivo scatto dischiuso dall’Archivio Fotografico del MANN: una squadra osserva l’obiettivo in un attimo di riposo, durante le operazioni di trasporto della statua di Ferdinando I, scolpita da Antonio Canova.
A questa splendida immagine d’epoca, in un mosaico che diviene una sorta di melting pot temporale, saranno abbinate tre istantanee del reportage fotografico di Paolo Soriani, che ha seguito le attività di spostamento dei reperti dal MANN all’Ermitage di San Pietroburgo, in occasione della grande mostra “Pompei. Dei, eroi”, allestita presso il Museo russo: le immagini di Soriani hanno corredato l’Annual Report 2018 del MANN.
Le composizioni fotografiche, che sono postate venerdì 1 maggio sui canali social del MANN, sottolineano quanto, alle soglie del terzo millennio, l’evoluzione tecnologica debba essere accompagnata da fattori di perenne importanza: la passione, l’intelligenza e la cooperazione degli uomini.

Museo 1927

A conclusione giornata, sempre sulle piattaforme online dell’Istituto, è possibile ammirare un reperto valorizzato in occasione della mostra “MANN on the moon”, organizzata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli per i cinquant’anni dallo sbarco sulla luna: si tratta del il Menologium rusticum Colotianum, un particolarissimo parallelepipedo del I sec. d.C. (appartenente alla Collezione Farnese), che riportava, per ogni mese, il numero dei giorni, definendo la durata delle ore di luce e della notte, le fasi lunari, l’elenco delle divinità celebrate, le feste religiose ed anche le lavorazioni agricole.
L’osservazione della natura, per gli antichi, accompagnava la vita quotidiana: ed è affascinante pensare che il tempo, anche quello del lavoro, fosse misurato sentendosi sempre parte dell’Universo.

C.S.
Fonte: Ufficio Comunicazione MANN

Mann – Museo Archeologico Nazionale Napoli
Piazza Museo 19

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