L’entrata in vigore del decreto che permette la riapertura dei musei, ci offre l’opportunità di riavviare il dialogo con il pubblico della Fondazione e di ringraziare tutta la città di Venezia, i nostri visitatori e coloro che hanno seguito i nostri progetti espositivi ed in particolare chiunque abbia preso parte alle attività di DK ‘Zattere’ ’19-’20, che siamo stati costretti a chiudere con l’arrivo dell’epidemia. Abbiamo deciso di rimandare alla prima metà del 2021 il grande progetto “Non-Extractive Architecture” che, attraverso un’approfondita indagine sulle implicazioni materiali, sociali, economiche e ambientali della pratica architettonica del 21° secolo, oggi più che mai si rivela di interesse strategico. La ricerca, guidata da Joseph Grima e Space Caviar, prevede una mostra, una residenza e un ciclo di conferenze e sarà accompagnato da una pubblicazione in inglese e italiano. Presto riapriremo il nostro spazio, nel pieno rispetto delle disposizioni emanate nell’ambito dell’emergenza Covid-19, mettendo al centro della nostra attenzione la salute dei nostri visitatori e del personale. Riapriremo nel segno della solidarietà verso il contesto locale così fortemente provato. Lo spazio della Fondazione e il personale lavoreranno insieme alla città, agli artisti, alle associazioni per aiutare Venezia a ritrovare la dimensione e la pratica della comunità.

«Nel 2017, dopo un rapporto già consolidato con la città grazie ai progetti realizzati nei cinque anni precedenti, abbiamo aperto la sede permanente della Fondazione V–A–C comunicando di aver scelto di stare a Venezia per diventare veneziani. Da allora ci siamo impegnati a dimostrare quanto la città sia importante per noi anche e soprattutto fuori dal ritmo della Biennale. Ogni autunno, quando il volume delle attività culturali si abbassa, noi produciamo progetti sotto il marchio di DK (Casa della Cultura in russo Dom Kultury), trasformando lo spazio di V–A–C Zattere in una piattaforma di sperimentazione e offerta culturale precipuamente per chi vive in città. L’emergenza sanitaria impone al mondo un cambio di passo. Ogni istituzione culturale deve interrogarsi, oggi più che mai, su come debba cambiare il modello di produzione e di consumo della cultura. Dobbiamo riuscire a trovare nelle macerie che la pandemia ci lascerà, lo stimolo per un nuovo rinascimento. Ci sembra, quindi, inderogabile abbassare oggi la nostra voce istituzionale e mettersi a disposizione della comunità nella quale operiamo. Abbiamo, pertanto, deciso di rimandare al prossimo anno il progetto di Architettura Non Estrattiva, che avrebbe dovuto inaugurare a marzo scorso. Non appena sarà reso possibile, scegliamo di aprire alla città. Non occupare lo spazio con una proposta culturale elaborata da noi, bensì utilizzarlo per attuare esperienze di collettività, per non disperdere il patrimonio di solidarietà che la tragedia ha generato. Oggi ci sembra essenziale che l’istituzione culturale faccia un passo indietro e metta a disposizione della città di Venezia lo spazio, l’infrastruttura, il know-how perché si possa ritrovare una modalità del vivere insieme, attraversando insieme il trauma. Pertanto, la Fondazione V–A–C, che ha sempre messo al centro della propria attività i processi di produzione della cultura, invita Venezia a creare cultura insieme nello spazio in Fondamenta delle Zattere. La pratica partecipativa, oggi più che mai, si impone come via maestra per sostenere il contesto locale. Tornerà il tempo dei grandi progetti espostivi e sarà un tempo migliore, se ci arriveremo insieme». Teresa Mavica (cofondatore e direttore della Fondazione V–A–C)

C.S.
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