La stagione espositiva torna a risplendere grazie al progetto “Il Camino dei Fenicotteri. I disegni dei Casanova dall’Æmilia Ars alla Rocchetta Mattei”. La mostra dossier avrebbe dovuto inaugurarsi al Museo Davia Bargellini di Bologna lo scorso 14 marzo per proseguire fino al 10 maggio 2020 tuttavia, a causa delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica COVID-19, a pochi giorni dall’inaugurazione si è imposta la necessità di valutarne la riprogrammazione. Ecco quindi che la mostra si rende finalmente visibile a partire dal 22 maggio, giorno di graduale riapertura del museo, e fino al 6 settembre 2020, accogliendo i visitatori con le misure organizzative predisposte per consentire di svolgere le visite in sicurezza e garantire la tutela del personale coinvolto in mansioni di front -office (tutte le informazioni al link http://www.museibologna.it/arteantica/documenti/102119). 

Per il nuovo periodo di apertura previsto, l’iniziativa espositiva assume un ulteriore valore emblematico configurandosi come primo momento ufficiale di celebrazione del primo centenario del Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, che proseguirà nel corso dell’anno. La data di fondazione ricorre infatti il 30 maggio 1920 quando, al piano terra del seicentesco Palazzo Davia Bargellini, poté realizzarsi l’idea del Soprintendente delle Belle Arti di Bologna Francesco Malaguzzi Valeri di inaugurare un museo che raccogliesse le testimonianze dell’artigianato bolognese, sull’esempio dei musei di arte applicata e industria sorti in Europa durante il XIX secolo, unificato alla Galleria Davia Bargellini in un unico allestimento di “museo ambientato” ancora oggi conservato.

L’Istituzione Bologna Musei si è comunque mobilitata fin dall’inizio dell’emergenza per mantenere attivo il rapporto con il pubblico, svelando in anteprima i contenuti della mostra e le ragioni del progetto curatoriale attraverso brevi pillole video realizzate dai tre curatori e una visita guidata virtuale nelle sale del museo pubblicati sulla pagina Facebook dei Musei Civici d’Arte Antica. La mostra è a cura di Paolo Cova, Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Negretti, in collaborazione con Renzo Zagnoni e Gruppo di Studi Alta Valle del Reno, promosso da Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica, con il patrocinio di Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Comune di Grizzana Morandi, Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese, Città Metropolitana di Bologna.

Giulio Casanova Decorazione fresie vaso

ÆMILIA ARS
Fondata a Bologna nel 1898 sul modello delle Gilde medievali da un gruppo di artisti e uomini di cultura raccolti sotto l’egida dell’architetto e letterato Alfonso Rubbiani e del conte Francesco Cavazza, con il sostegno di influenti famiglie dell’aristocrazia cittadina, la “Æmilia Ars Società protettrice di Arti e Industrie Decorative nella regione emiliana” operò nei campi della progettazione delle arti applicate, dell’ornamento e del restauro architettonico e urbano, configurandosi come peculiare espressione italiana delle nuove istanze di modernizzazione del gusto che andavano rapidamente diffondendosi in tutta Europa su impulso del movimento inglese Arts & Crafts fondato da William Morris nell’Inghilterra vittoriana. Seppur nell’arco di una fulminea parabola esauritasi in una manciata di anni, essa conquistò fama nel quadro nazionale ed europeo elevando la città di Bologna come una delle officine manifatturiere più avanzate per spinta riformistica nell’elaborazione di una nuova visione unitaria della relazione tra arte, artigianato e industria in grado di rispondere alle esigenze di promozione industriale, commerciale e culturale stimolate dal progresso tecnico e scientifico.

Achille Casanova Cavaliere

LA MOSTRA
Raccolta nelle dimensioni quanto preziosa per la raffinata qualità esecutiva di ogni singolo pezzo esposto, la mostra è stata concepita in un’ottica di tutela e valorizzazione congiunta dei patrimoni appartenenti all’Istituzione Bologna Musei e alla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, nei quali si trova depositata la memoria di quella straordinaria impresa culturale e industriale irradiatasi dalla città felsinea. In particolare, l’iniziativa si propone di stimolare una riconsiderazione critica e un aggiornamento degli studi evidenziando il ruolo primario che il disegno di progetto svolse come linguaggio in cui si andavano a sovrapporre organicamente tutti i momenti del processo di definizione dell’idea, unendo una moderna funzionalità a un raffinatissimo decoro, in stretto collegamento con celebri botteghe artigiane locali responsabili della dimensione operativa.

Il percorso della mostra si compone di un nucleo di 17 disegni di grande pregio e rara esposizione, realizzati da tre degli artisti che si distinsero per maggiore talento nel cenacolo rubbianesco – i fratelli Achille e Giulio Casanova e Giuseppe De Col – ai quali si accompagnano 11 ferri battuti prodotti dalle officine di Pietro Maccaferri e Sante Mingazzi, appartenenti alla collezione permanente del Museo Davia Bargellini. Tutti i documenti grafici, ad eccezione di un pezzo proveniente da collezione privata qui visibile per la prima volta al pubblico, appartengono al fondo di oltre 500 disegni eseguiti a matita, china e acquerello, su carta bianca o da lucido, provenienti dalla Società Æmilia Ars e acquisiti dal Comune di Bologna nel 1936 per arricchire le civiche collezioni dopo la messa in liquidazione del campionario da parte della “Patronessa Direttrice”, la contessa Lina Bianconcini Cavazza, al termine di una delicata trattativa durata quasi due anni.

Il prezioso fondo di disegni, attualmente conservato nei depositi dei Musei Civici d’Arte Antica di Bologna unitamente alla raccolta di merletti e ricami prodotti dalla stessa Æmilia Ars, comprendeva tutti i settori produttivi che erano stati coinvolti nella gloriosa esperienza imprenditoriale: dai pizzi alla ceramica, dal legno al ferro battuto, dal cuoio bulinato al vetro, dai gioielli alla biancheria, alla papeterie. Dopo una prima ipotesi di destinazione del fondo al Museo della Scuola Professionale Regina Margherita, si optò in favore del Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini. In quella che il Comune di Bologna individuò quindi come sede di pubblica fruizione, dove i disegni avrebbero potuto fondersi in armonica continuità con i temi della quadreria, dell’arredo e delle arti applicate esposti nelle sale del museo, alcuni di essi tornano oggi ad essere ammirati nella loro grande precisione e attenzione al dettaglio, testimoniando la grande versatilità dei loro autori nella progettazione di molteplici tipologie di oggetti di arredo e decoro.

Camino dei Fenicotteri – Disegno

IL CAMINO DEI FENICOTTERI
Il fulcro centrale dell’esposizione consente di apprezzare uno dei manufatti più raffinati, e allo stesso tempo poco noto al pubblico, che testimonia la migliore produzione creativa di Æmilia Ars. Si tratta del magnifico camino in terracotta maiolicata noto come “Camino dei Fenicotteri” che orna una piccola sala della Rocchetta Mattei a Riola, situata in un’ala non ancora sottoposta a restauro conservativo, e pertanto non accessibile al pubblico, dell’edificio costruito per volontà del conte Cesare Mattei come propria fantasmagorica residenza, attualmente di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e gestito dal Comune di Grizzana Morandi in collaborazione con l’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese e con il patrocinio della Città Metropolitana di Bologna. Con ogni probabilità, l’acquisto del manufatto si deve a Mario Venturoli Mattei, segretario e figlio adottivo del conte Mattei, in occasione della vendita all’asta organizzata a Firenze nel 1904 con cui la Società Æmilia Ars fu costretta a porre in liquidazione i suoi prodotti di arti industriali, segnandone la definitiva decadenza e circoscrivendo la residua attività alla sola manifattura dei tessili. L’iscrizione, forse di ispirazione virgiliana, riportata sul fregio “haec otia nobis sed libertatem mavimus aeris” e la descrizione dell’oggetto riportata sul catalogo d’asta suggeriscono una perfetta coincidenza riferibile all’esemplare installato a Riola, intestandone l’esecuzione alla “fabbrica F.lli Minghetti sopra disegni dei pittori Casanova”, oltre a citare una “finissima griglia in ottone dorato alla bocca del focolare o del calorifero” presente anche nel disegno progettuale di Giulio Casanova ma di cui non sono rimaste tracce. Riconosciuto come testimonianza di eccellenza dell’Æmilia Ars, il camino rientra tra le opere scelte per rappresentare la Società Bolognese all’Esposizione internazionale d’arte decorativa moderna di Torino del 1902, il più importante evento per le arti decorative in Italia a inizio secolo, tanto da venire selezionato per illustrare l’expo con una delle rare immagini fotografiche pubblicate sulla rivista parigina “L’art decoratif: revue internationale d’art industriale et de décoration”.

Oltre all’indiscutibile pregio artistico, il camino costituisce un rilevante caso di studio proprio in quanto integralmente ricostruibile nella sua autorialità progettuale grazie alla presenza di supporti documentali. In questa occasione espositiva, per la prima volta il manufatto viene infatti presentato in una riproduzione fotografica contemporanea affiancata allo splendido disegno preparatorio firmato dal decoratore-architetto e pittore Giulio Casanova (Minerbio, 1875 – Torino, 1961), eseguito a penna e inchiostro, e rifinito in acquerello su carta incollata su cartone tra il 1898 e il 1900.  Opera da tempo nota agli studi, il foglio si distingue come prova di particolare interesse nell’ambito del liberty bolognese e nella produzione del suo autore. Il motivo dei fenicotteri affrontati scelto dal Casanova riecheggia, depauperato di contenuto simbolico, il diffusissimo soggetto scultoreo paleocristiano, bizantino e altomedievale con volatili, soprattutto pavoni, simboli cristiani di resurrezione, raffigurati frequentemente in atto di abbeverarsi dalla coppa, a sua volta simbolo eucaristico legato all’immortalità dell’anima. Il tema troverà un’ampia diffusione nell’estetica Art Nouveau con contenuti, tuttavia, squisitamente estetici e non più religiosi. In questo progetto, i fenicotteri sono inoltre posti ai lati di una vasca con pesci; il simbolo cristiano è nuovamente sostituito da un ornamento naturalistico più appropriato alla destinazione domestica e allineato a quell’indirizzo estetico a sfondo naturalistico che Alfonso Rubbiani aveva acquisito e rielaborato come “vessillo di un rinnovamento della società, tornata alla semplicità agreste”, di cui Giulio Casanova divenne uno dei migliori interpreti ed esecutori.

Achille Casanova Mobiletto portagiornali

I DISEGNI DI GIULIO E ACHILLE CASANOVA e GIUSEPPE DE COL
Dal medesimo nucleo di opere di studio proviene la selezione esemplificativa di altri 16 disegni eseguiti dallo stesso Giulio Casanova, dal fratello maggiore Achille Casanova (Minerbio, 1861 – Bologna, 1948) e da Giuseppe De Col (Belluno, 1863 – Bologna, 1912) che contestualizzano una più ampia comprensione dell’esperienza artistica dell’Æmilia Ars. Frequentemente completati con il colore e accompagnati da annotazioni esplicative sulla costruzione dell’oggetto e sul tipo di materiale da utilizzare, questi fogli indicano come il lavoro degli artisti della Gilda bolognese fosse ideato per agevolare il momento esecutivo dell’opera. Un’attenzione che indica quanto fosse stretta la collaborazione tra artisti e artigiani, intesa a creare una nuova sinergia tra lavoro manuale e lavoro intellettuale, e quanto fosse avvertito come valore da perseguire il sostegno alla tradizione e alle competenze dell’artigianato artistico cittadino in un contesto di innovazione dello sviluppo industriale.

È il caso del gruppo di progetti realizzati da Achille Casanova per un mobilio in legno da camera da letto, nei quali il gusto per la semplicità nelle parti strutturali si coniuga con la raffinata eleganza dell’elemento decorativo, evidente rielaborazione di moduli floreali. Proprio le decorazioni floreali vengono riprese e reinterpretate dagli artisti in vari progetti, rimodulandone le forme ogni volte per i diversi supporti. Si vedano le ombrellifere rappresentate in pannelli decorativi, nelle piastrelle per il bagno Minardi nel faentino palazzo Conti-Sinibaldi, il mobiletto porta giornali, abbellito nei fianchi dallo stesso motivo floreale stilizzato e ancora nel vaso portaombrelli in maiolica del Museo Internazionale delle Ceramica in Faenza. Le creazioni dei fratelli Casanova incontrarono particolare apprezzamento nella ditta di ceramiche dei fratelli Virginio e Venturino Minardi a cui fornirono una ricca produzione di opere come piastrelle, soprammobili e vasi. Si inquadra in questa proficua collaborazione il disegno acquerellato di un vaso con motivi decorativi di fresie di Giulio Casanova, di cui il relativo manufatto è oggi conservato nella Fondazione Cavallini Sgarbi.

A testimoniare l’importanza della pratica pittorica per committenze private o grandi cantieri è un inedito disegno preparatorio di Achille Casanova per una delle massime realizzazioni della Gilda, la complessa impresa decorativa nella Basilica del Santo di Padova, di cui vinse il concorso nel 1898, suo anno di fondazione. Appartenente a una collezione privata, il disegno è probabilmente da riferirsi a un gruppo di preparatori per la decorazione dell’ambulacro del luogo di culto patavino, mostrando la grande eleganza e l’attenzione storica con cui l’autore aveva ideato gli affreschi di quello che sarebbe stato il suo più lungo e impegnativo cantiere artistico.

Pietro Maccaferri Cancello dei Melograni

LE FUCINE DEI FERRI BATTUTI
Un altro significativo sodalizio artistico artigianale si instaurò tra gli artisti della Gilda e le celebri fucine bolognesi di ferri battuti Maccaferri e Mingazzi, di cui viene annoverato come uno dei momenti apicali per raffinatezza esecutiva il cancello appositamente progettato da Giuseppe De Col e realizzato dalla ditta Maccaferri per la stessa Esposizione di Torino. Fra gli oggetti più ammirati dalla critica, la cancellata fu apprezzata dal critico Vittorio Pica come “una leggiadra ed originale decorazione di melograni stilizzati”. La puntuale descrizione riportata nel catalogo di vendita rende il cancello perfettamente identificabile nell’esemplare oggi conservato presso il Museo Davia Bargellini, nonostante recenti ricerche svolte in preparazione alla mostra, non siano state utili allo scopo di rintracciare un documento che ne attesti l’ingresso fra i beni di proprietà comunale. In questo esemplare l’abilità di Pietro Maccaferri (Bologna 1859-1941), esponente di una celebre officina fondata a Lavino nel 1879, raggiunge altissimi esiti qualitativi. 

Giuseppe De Col – Portacenere

Di De Col sono esposti una serie di disegni a motivi floreali che dialogano con quest’opera, come i tre progetti di portacenere policromi da tavolino da fumo, decorati da orchidee ballerine dai moduli ornamentali differenti tra loro. Tra i più valenti nel campo della grafica, l’artista bellunese operò in molteplici campi di applicazione, passando dai pizzi ai mobili, alla decorazione per cuoi fino alle raffinate rilegature di libri, di cui in mostra si propongono alcuni significativi esemplari. Tratto comune e distintivo del suo alfabeto naturale sono il ritorno all’astrazione, la ricerca tesa verso una geometrizzazione dei soggetti, con una propensione ad assottigliare le forme per restituirne la vitalità in termini più guizzanti. 

Altro grande protagonista del ferro battuto presente nella scena bolognese è Sante Mingazzi, che incarna un compiuto esempio di mastro ferraio in grado di creare in proprio, senza necessità di servirsi di disegni preparatori altrui. Ravennate di nascita, compie il suo apprendistato a Bologna nella bottega dei Maccaferri per poi intraprendere una fiorente attività basata su un modello imprenditoriale che prevedeva la realizzazione su ampia scala di opere di diversa foggia attraverso una raffinata curvatura del ferro. Il campionario estetico, ispirato come di consueto al mondo vegetale, viene declinato in soluzione cariate che prevedono anche la collaborazione con maestri vetrai di Murano per le parti in vetro. Una collezione di dieci manufatti provenienti dalla sua bottega è pervenuta nel 1983 al Museo Davia Bargellini grazie alla donazione di una delle figlie.

Sante Mingazzi Portavaso rose

Tra essi, un portavaso da fiori e una lampada ad alto stelo, forse pensati come parte di un set di arredi coordinati, costituiscono un saggio del decorativismo più virtuosistico del maestro nella riproduzione di elementi vegetali. Di particolare rilievo per valore documentario ed estetico, i lavori si integrano alla spettacolare insegna contornata da una ghirlanda di rami di quercia intrecciati che era posta sopra la porta dell’officina di via Santo Stefano 28, che si trova esposta nella prima sala dello stesso museo spiccando per dimensioni e squisita fattura.

Promossa e sostenuta da diverse istituzioni da sempre impegnate nella valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale del territorio bolognese, l’iniziativa espositiva Il Camino dei Fenicotteri. I disegni dei Casanova dall’Æmilia Ars alla Rocchetta Mattei ha il merito di riproporre all’attenzione degli studi e del pubblico uno dei massimi capolavori della vicenda Æmilia Ars, nel corale intento che da un suo pieno riconoscimento critico si possa giungere ad un opportuno restauro in vista di una sua piena fruibilità per i numerosi visitatori della Rocchetta Mattei. In un momento storico segnato da una costante rivalutazione delle arti applicate europee tra Otto e Novecento anche in ambito museografico, il recupero e la conservazione di questo tesoro nascosto appaiono infatti azioni sempre più auspicabili per offrire una più completa ricognizione dei luoghi dove si sviluppò l’importantissimo capitolo dell’“Industriartistica” bolognese.

In occasione della mostra, il Gruppo di Studi Alta Valle del Reno dà alle stampe la pubblicazione n. 65 della collana Nuèter-Ricerche, con testi introduttivi di Massimo Medica, Carlo Monti, Renzo Zagnoni e saggi di Paolo Cova, Elisa Baldini, Mirella Cavalli, Ilaria Negretti, Mark Gregory D’Apuzzo.

C.S. M.
Fonte: Ufficio Stampa Bologna Musei

IL CAMINO DEI FENICOTTERI I disegni dei Casanova dall’Æmilia Ars alla Rocchetta Mattei
22 maggio – 6 settembre 2020 
Ingresso gratuito

Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore 44 | 40125 Bologna
tel. +39 051 236708
museiarteantica@comune.bologna.it

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