Casa Serodine apre la stagione espositiva il 27 giugno con la mostra “Pietro Beretta. Bricoleur dell’anima”. La mostra, curata da Mara Folini con lo staff del Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona, è dedicata alla figura eccezionale di Pietro Beretta, artista d’elezione e per diletto. Cresciuto ad Ascona in un ambiente familiare di intellettuali, la vita d’artista di Beretta era segnata fin dalla sua infanzia per quanto si sia dedicato all’arte solo compiuti i sessant’anni, in pensione dalla professione di imprenditore e libero da impegni; quando finalmente può dar libero sfogo a tutta la sua creatività nell’imbastire, con intelligenza e senza preconcetti, le sue grandi tele a lungo meditate e che significativamente dialogano e si rifanno ai grandi artisti, gruppi e movimenti europei e americani degli anni Sessanta, dall’Informale alla Pop Art, dal Neo-Dada alle Neoavanguardie.

Occhi verdi

Se infatti Pietro Beretta, da neo-manierista contemporaneo, guarda alla materia e agli assemblaggi di un Tàpies o di un Burri, per comporre le sue tele fatte di resti – stracci, pigmenti, legni, materie terrosi – è con Dubuffet e la sua Art Brut che l’arte di Beretta, outsider per vocazione, trova profonda affinità, nel condividere con il francese l’intrinseca necessità di dar libero corso al proprio impulso creativo, senza condizionamenti a priori, nel valorizzare le qualità espressive ed emotive intrappolate nella materia. Dove i generi tradizionali di pittura e scultura si confondono in liberi assemblaggi bizzarri, di materiali poveri dalla singolare forza espressiva, in cui regna solo la trasposizione sincera e necessaria del proprio sentire, tormento, o pulsione più recondita. Lungo questa traiettoria le opere informali, grezze, di Beretta, si contaminano e dialogano con le icone della Pop Art e della cultura di massa – da Marilyn Monroe, alla “Dolce vita” di Fellini – che recupera attraverso la tecnica del décollage, tipica dei Nouveaux Réalistes come Rotella, Villeglé o Hains, nel rendere unici i resti di scarso valore della pubblicità di massa.

Morale svizzera

Tra New York e il Sud della Francia, a Cannes dove Beretta vive per sei anni, emergono i lavori comuni realizzati da Beretta con sua moglie Annagret – architetta d’interni e artista per passione anch’essa – con la quale condivide arte e vita, dove le ceramiche di lei si uniscono ai liberi assemblaggi di scatole e materiali di recupero di lui, in un tutt’uno ecclettico e fantasioso, in cui regna la più vitale spontaneità del fare e del sentire. Ed è proprio in questi assemblaggi creativi, in queste sculture realizzate con materiali di recupero a due mani – anti graziose, sarcastiche o sottilmente ironiche – che è ancora più manifesta l’affinità poetica e filosofica con quella dei Nouveaux Réalistes, con Armand, César, e con tutti gli altri nell’orbita di Pierre Restany, maestri del riciclo creativo, con i quali condivide l’indissolubilità tra Arte e Vita.

Bricoleur dell’anima, Beretta trova un’orgogliosa fierezza a maneggiare, creare o far (ri)funzionare qualsiasi materiale di recupero, che sia ferrovecchio, insegna pubblicitaria o persino citazione colta della storia dell’arte, perché con Levi Strauss sono pur sempre “testimoni fossili della storia di un individuo o di una società”, che l’ingegno dell’artista sa recuperare nell’esprimere sé stesso e nel credere in una società sostenibile ed ecologica. (Mara Folini)

Pietro Beretta

PIETRO BERETTA
Pietro Beretta nasce nel 1942 ad Ascona in una famiglia di appassionati d’arte. Nel 1965 si laurea in ingegneria al Politecnico di Monaco di Baviera e dirige per venti anni, fino al 1982, la fabbrica di birra di famiglia. Dal 1995 al 1997 vive a Los Angeles e nel 1998 si trasferisce a Cannes, dove inizia la sua attività di artista. Nel 2000 realizza la sua prima mostra presso il Circolo Artistico “Iterarte” di Bologna. Nel 2002 seguono altre mostre a Cannes, Verbania-Intra e Lugano. Nel 2005 espone alla Galleria AAA di Ascona. Vive e lavora ad Ascona.


Casa Serodine

CASA SERODINE
Casa Serodine, di proprietà del Patriziato di Ascona, e che possiede secondo la Guida d’arte della Svizzera italiana “una delle più preziose facciate decorate con stucchi dell’architettura civile in Svizzera”, grazie a un accordo stipulato con il Comune di Ascona che la gestisce è destinata a un uso prevalentemente culturale e rappresentativo. La casa fu restaurata per volere del proprietario, Cristoforo Serodine, nel 1620. L’elegante decoro in stucco si rifà ai fasti dell’antichità romana, mentre il programma iconografico ha un chiaro intento didattico e morale, proponendo una meditazione sul concetto di penitenza in senso cristiano.
Il Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona in accordo con il Dicastero Cultura di Ascona, vi ha realizzato varie mostre rivolte alla valorizzazione degli artisti e del patrimonio locali.

C.M.
Fonte: Ufficio Stampa e sito

PIETRO BERETTA. BRICOLEUR DELL’ANIMA
27 giugno – 23 agosto 2020
Ingresso libero

Casa Serodine, Piazza San Pietro, CH – 6612 Ascona
telefono +41 (0)91 759 81 40

Museo Comunale d’Arte Moderna
Via Borgo 34
6612 Ascona
Tel. +41 (0) 91 759 81 44
museo@ascona.ch

www.museoascona.ch
www.ascona.ch

Patriziato Ascona
CH-6612 Ascona – Casa Vacchini
Piazza S. Pietro 9 – CP 607
Tel. 091 791 74 41
info@patriziatoascona.ch