Italgas e Fondazione Giorgio Cini annunciano una partnership volta a trasformare l’Archivio Storico e i beni culturali di Italgas in «Heritage Lab», un laboratorio dotato delle più avanzate tecnologie per la digitalizzazione in 2D e in 3D del patrimonio storico, industriale, artistico e culturale che la Società ha raccolto e custodito nel corso dei suoi quasi due secoli di storia. Un vissuto che risale alla prima metà dell’Ottocento, si intreccia a più riprese con la storia del Paese e il cui approfondimento consentirà a un pubblico sempre più vasto di osservare da angolazioni inedite molti degli eventi che hanno segnato l’evoluzione sociale, economica e tecnologica della nazione.
L’intesa è stata approvata oggi, 9 luglio 2020, dall’amministratore delegato di Italgas, Paolo Gallo, e dal Presidente della Fondazione Giorgio Cini, Giovanni Bazoli.

La Fondazione Giorgio Cini è un’istituzione culturale che si distingue per essere, allo stesso tempo, un centro di studi, un luogo di incontro e di dibattito ma anche uno spazio nel quale si elaborano progetti di ricerca multidisciplinari, volti a fornire nuovi strumenti di analisi e di comprensione della realtà che ci circonda.

In questo senso «Heritage Lab» vuole essere un modello, unico in Italia, di archivio-laboratorio di digitalizzazione il cui scopo è non solo il recupero e la sistematizzazione dell’archivio storico di una grande azienda ma anche la sua conversione in big data del passato e, in questa forma, la sua condivisione con la community interessata ad approfondirne i contenuti.

L’Archivio Italgas potrà così ampliare le opportunità di collaborazione in ambito nazionale e internazionale sviluppando nuove attività e competenze archivistiche e storiografiche accedendo inoltre a importanti circuiti come il progetto ARCHiVe (“Analisi e Archiviazione del Patrimonio Culturale in Venezia”) creato nel 2018 dalla Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con Factum Foundation e Digital Humanities Laboratory dell’école Polytechnique Fédéral de Lausanne, grazie al  sostegno dell’Helen Hamlyn Trust, o anche il grande consorzio Time Machine, che comprende oltre 14.000 istituzioni in rappresentanza di più di 100.000 professionisti del settore impegnati a indagare il passato con l’obiettivo di mappare l’evoluzione sociale, culturale e geografica europea.

Un cambio radicale di paradigma teso a valorizzare al massimo, grazie alla tecnologia, l’intero patrimonio culturale di Italgas: dalla biblioteca storica all’emeroteca, dalle collezioni museali alla documentazione sui beni archeologici rinvenuti durante i lavori di posa delle infrastrutture del gas.

Oggi l’Archivio Storico Italgas si compone di un nucleo originario di oltre 1.000 metri lineari di documenti, 6.000 volumi, opuscoli e riviste, 35.000 stampe, fotografie e manifesti, 350 apparecchiature e strumenti d’epoca dichiarati di notevole interesse storico dallo Stato Italiano e sottoposti a notifica e vincolo di tutela e conservazione. Un patrimonio in continua crescita il cui studio permette di ricostruire non solo la storia della Società e delle persone che vi hanno lavorato, ma soprattutto i legami con i principali eventi del Paese e con il mondo dell’energia, il ruolo ricoperto nell’ambito del processo di industrializzazione dell’Italia, dello sviluppo urbano e dei servizi pubblici.

«Il mondo del digitale e i materiali conservati nei musei e negli archivi storici – ha commentato l’amministratore delegato di Italgas Paolo Gallo possono sembrare all’apparenza agli antipodi tra loro: da un lato modernità e dematerializzazione, dall’altro testimonianze materiali di un passato che arriva fino ai giorni nostri. La sfida della trasformazione digitale consiste nell’individuare un percorso che permetta a questi due mondi di incontrarsi e di valorizzare una storia che non è soltanto di Italgas ma dell’intero Paese. Grazie alla partnership con Fondazione Giorgio Cini, Heritage Lab diventa un altro importante tassello della nostra profonda trasformazione digitale e con esso Italgas si riconferma un’azienda in cui l’innovazione non solo si applica ma si crea».

«Siamo orgogliosi di questa prestigiosa collaborazione – ha affermato il presidente della Fondazione Cini Giovanni Bazoli. Due anni fa, quando lanciammo ARCHiVe, ci ponemmo l’obiettivo di trasformarlo in un centro di riferimento nazionale e internazionale nel settore della conservazione e valorizzazione del Cultural Heritage. L’annuncio del progetto Heritage Lab di Italgas conferma la validità della nostra scelta di promuovere la creazione di ARCHiVe, nella convinzione che lo sviluppo di teorie e pratiche per la valorizzazione digitale possa costituire una nuova missione della Fondazione Cini, quale istituzione guida nella conservazione, promozione e diffusione dei valori della civiltà italiana nel mondo».

ARCHiVe
ARCHiVe Analysis and Recording of Cultural Heritage in Venice Fondazione Giorgio Cini, Factum Foundation for Digital Technology in Conservation e Digital Humanities Laboratory dell’École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL-DHLAB) a giugno 2018 fondano ARCHiVe – Analisi e Archiviazione del Patrimonio Culturale in Venezia, di cui Helen Hamlyn Trust è supporting founder. Il nuovo centro in Italia è dedicato alla tecnologia e alla conservazione digitale del patrimonio culturale sull’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia. I partner condividono la convinzione che la mediazione digitale sia un’innovazione epocale con importanti conseguenze per la ricerca e l’istruzione in ambito umanistico. ARCHiVe mira pertanto a sensibilizzare la comunità internazionale sull’importanza della tecnologia digitale come indispensabile tramite per la conservazione del patrimonio culturale nel ventunesimo secolo. Il centro funge infatti da polo per le istituzioni accademiche e culturali che intendono applicare e sviluppare tecnologie emergenti e software di computer vision intelligente. Tali strumenti sono a servizio del suo obiettivo principale, quello di raccogliere un ampio archivio di dati digitali e di conservarli in sicurezza sull’isola di San Giorgio Maggiore (e altrove) per le generazioni future. Questi dati così raccolti vengono trattati da persone di diverse origini, discipline e nazionalità, che mettono a disposizione tempo e impegno per una responsabilità condivisa: conservare e dare accesso alle testimonianze del passato e, attraverso questo mezzo, ispirare il presente. ARCHiVe organizza anche attività didattiche, con insegnamenti teorici e pratici, dedicati a studiosi e ricercatori, istituti pubblici, fondazioni, aziende e individui che cercano di migliorare le proprie competenze nell’ambito del patrimonio culturale digitale. I programmi di formazione si basano su un approccio radicale di apprendimento attivo, il cosiddetto learning by doing, indirizzato a far comprendere le implicazioni tecnologiche derivanti dalla digitalizzazione attraverso collaborazioni interdisciplinari, esperienza diretta e coinvolgimento globale in situazioni reali. In sintesi, ARCHiVe interpreta questa missione occupandosi, in collaborazione con gli Istituti di ricerca della Fondazione Cini, di valorizzare e convertire in digitale il ricco patrimonio documentario della Fondazione stessa, di studiare – coinvolgendo altre istituzioni e studiosi – nuovi metodi per preservarlo e trasmetterlo grazie alle tecnologie digitali e, infine, di proporre attività di formazione con valenza professionalizzante nel settore dei Digital Cultural Heritage.

HERITAGE LAB Duecento anni di memoria dell’energia
Cos’è.
L’Archivio Storico e Museo Italgas – collocato nell’edificio recentemente ristrutturato di Largo Regio Parco 11 a Torino – rinnova interamente la propria struttura e gli spazi espositivi lanciando una grande sfida per la creazione di Heritage Lab Italgas. Un progetto che, in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini, passa attraverso l’introduzione di nuove modalità di descrizione, inventariazione e digitalizzazione dell’archivio storico dell’azienda, la catalogazione della biblioteca storica, dell’emeroteca e delle collezioni museali (visionabili anche attraverso l’esperienza della realtà virtuale), fino alla scansione in 3D dei beni archeologici rinvenuti durante gli scavi per la posa delle reti del gas.

Big data del passato.
L’Archivio Storico Italgas si compone di un nucleo originario di un chilometro lineare di documenti, con una previsione di estensione fino a tre chilometri. Tra le carte relative alle attività delle società originarie, delle controllate e consociate, si segnalano documenti databili dal 1288 (consistenti perlopiù in pergamene) al 1990. Un immenso bacino di big data del passato pronto ad essere messo a disposizione di storici e ricercatori di tutto il mondo. Nella biblioteca storica e nell’emeroteca, altamente specializzate in saggi tecnici e scientifici, sono inoltre presenti testi databili dal 1600 ai giorni nostri.

L’esperienza.
Per il visitatore sarà possibile fruire di un’esperienza unica: toccare con mano il significato della digitalizzazione in un percorso che si svolge, allo stesso tempo, nel cuore dei documenti e delle operazioni. L’idea di fondo consiste infatti nel coniugare e condividere col pubblico attività quotidiane, tecnologie e documenti. La trasformazione dello spazio museale significa anche cambiamento del linguaggio e soprattutto degli strumenti espositivi e dei ruoli delle persone. Il visitatore entra in uno spazio in cui l’interattività, virtuale e reale, è la base dell’esperienza: gli espositori da reali si trasformano in virtuali, i contenuti si smaterializzano e allo stesso tempo è possibile fruire dell’esperienza di smaterializzazione attraverso la digitalizzazione.

I laboratori.
In questa nuova organizzazione i laboratori sono parte integrante dell’esperienza e al tempo stesso luogo di produzione per la digitalizzazione dei materiali. Il cardine di questa coesistenza è il Data Square: una “piazza” in cui anche gli elementi architettonici contribuiscono a rendere fruibili al pubblico i contenuti delle digitalizzazioni; un luogo fisico e virtuale in cui avviene l’interazione tra visitatori e contenuti digitali dell’archivio frutto di circa 200 anni di storia dell’azienda, un arco temporale molto ampio in cui sono stati prodotti e raccolti documenti, fotografie, opere d’arte, libri antichi, riviste, oggetti.

L’approccio.
La digitalizzazione non viene effettuata in modo sistematico, ossia in una successione lineare cronologica, bensì trasformando la visione dell’archivio da unitaria in nuclei di valore. Identificare questi nuclei di valore significa individuare materiali omogenei che per la loro composizione raccontano vicende di interesse particolare. Tra questi, Italgas può annoverare anche nuclei di rilevanza archeologica: nelle numerose attività sul campo sono stati e sono tuttora ritrovati e documentati tesori che, come gli archivi, erano sepolti dal tempo e quindi sconosciuti. Tracce che, più di altre, testimoniano i segni e le trasformazioni lasciate dall’uomo nel tempo e nello spazio.

Partnership.
Considerate la natura e le intenzioni del progetto, il nuovo museo laboratorio è anche aperto e funzionale alla creazione di collaborazioni con altre realtà istituzionali e private che possano condividerne i principi dell’iniziativa e fornire servizi. A livello nazionale e internazionale, le istituzioni che, come Italgas, investono sulla valorizzazione digitale dei propri archivi storici sono, tra le altre, quelle aderenti alla rete europea del progetto Time Machine (https://www.timemachine.eu).

Una dotazione all’avanguardia.
I laboratori utilizzeranno una serie di scanner ad altissima precisione e rapidità. Tra gli altri:
• lo scanner Replica 360 Recto/Verso. Un sistema di acquisizione rapida che, grazie al movimento rotatorio continuo del piano, è in grado di digitalizzare un documento fronte e retro in pochi secondi. Questo strumento è ideato e realizzato dalla società Factum Arte in occasione del progetto Replica. Si tratta di un’iniziativa dell’EPFL di Losanna e della Fondazione Giorgio Cini per la digitalizzazione delle fototeche della Fondazione e la realizzazione di un motore di ricerca per pattern iconografici. Capacità produttiva: il totale dei documenti scansionati in una giornata di 8 ore è di circa 2000.
• lo stativo da riproduzione. Un sistema di acquisizione di materiale bidimensionale di piccolo formato (ca. 20×30 cm). Risponde alla necessità di digitalizzare negativi fotografici e diapositive grazie al setup con una lavagna retroilluminata per lucidi, risolvendo così le problematiche di costi e lentezza degli scanner dedicati. Capacità produttiva: il totale dei documenti scansionati in una giornata di 8 ore è di circa 500.
• il V Scanner. Un sistema di acquisizione di materiale rilegato realizzato all’interno della Fondazione su modello open source, adattato alle esigenze delle collezioni librarie dell’ente. Capacità produttiva: il totale dei documenti scansionati in una giornata di 8 ore è di circa 1000
• il piano aspirato. Un sistema per l’acquisizione di documenti bidimensionali realizzato all’interno della Fondazione in risposta alla necessità di digitalizzare documentazione di grande formato o che presenti pieghe che ne compromettono la leggibilità. Capacità produttiva: il totale documenti scansionati in una giornata di 8 ore è di circa 200.
• scansione laser 3D tramite scanner LIDAR. Una tipologia di scanner laser che integra le immagini fotografiche, non invasiva, ad alta precisione adatta a rilievi su scala urbana e architettonica, (4mm a 10m, 7mm a 20m). La scansione restituisce un modello su file contenente una nuvola di punti in 3D e la texture delle superfici rilevate dalle fotocamere. Questa tecnologia è inoltre molto rapida nel rilevare aree ampie (0,6 – 60m, 300.000 punti al secondo) 3 minuti per una scansione completa a 360° di punti laser, immagini foto e immagine infrarosso. Scansione a colori e infrarosso, fotografia: la fotografia panoramica è realizzata da 3 fotocamere 15 Mpixel, 150Mpx full dome capture, HDR, LED flash Calibrated spherical image, 360° x 300°. La fotografia infrarosso è basata sulla tecnologia FLIR longwave infrared camera Thermal panoramic image, 360° x 70°. I dati così ottenuti, 3D, fotografia e infrarosso, sono integrati in un unico file multilivello grazie ad un software fornito ad hoc dalla casa madre.

C.S.
Torino, 9 luglio 2020 – Copyright © 2020 Fondazione Giorgio Cini onlus

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