L’impero persiano, uno dei più grandi della storia, è stato per secoli fra i centri tessili più importanti del mondo: alcuni documenti attestano una produzione di seta di alta qualità in Iran sin dall’XI secolo e, pur con fasi alterne di grande fioritura e declino, l’attività è proseguita fino a metà Ottocento. I centri più importanti per la produzione del prezioso tessuto erano Yazd, Kashan, Isfahan e Tabriz, dove si concentravano le imprese familiari che seguivano tutto il processo della fabbricazione della seta: da qui partivano poi tutti i manufatti destinati al confezionamento di oggetti e indumenti preziosi in ogni angolo della Persia e non solo. 

Il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino custodisce un’ampia selezione di questi tessuti,che devonoperiodicamente essere messi a riposo. Ne vengono ora estratti alcuni dai depositi e, insieme ad altri in prestito temporaneo da Palazzo Madama, la selezione trova spazio nella Galleria dedicata all’arte islamica dei Paesi dell’Asia dal 1 ottobre 2020 fino all’ottobre 2021. 

Fra i pezzi esposti, colpiscono due frammenti di nakshe (da naqqash, “design”), un fitto ricamo in seta su tela caratterizzato dal disegno floreale disposto in bande diagonali. Con pannelli così ricamati erano confezionati i pantaloni delle donne iraniane, dai colori vivaci, voluminosi sulle gambe e raccolti alla caviglia, come vediamo nelle miniature persiane della prima metà del XIX secolo.  

Particolarmente prezioso è un frammento di tessuto risalente al XV-XVI secolo, decorato con scene della storia d’amore del re Cosroe e della principessa Shirin narrata dal celebre poeta persiano Nizami (1141-1209). Fatto rarissimo, esso reca iscrizioni poetiche che esaltano la bellezza dell’oggetto stesso: “Non c’è mai stato un tessuto più bello. Si potrebbe dire tessuto con i fili della tua anima”. 

La dinastia safavide diede nel XVI e XVII secolo grande impulso alle manifatture tessili di Kashan, Yazd e Isfahan. Le stoffe safavidi utilizzano motivi iconografici coerenti con la produzione figurata dell’epoca: scene di caccia, di corte o tratte da storie popolari, figure umane e animali, realizzate con grande accuratezza descrittiva. 

Anche i velluti sono operati con preziosi filati d’argento e oro. Sono presentati ora al MAO tre velluti di manifattura iraniana, tra i quali un sorprendente velluto cremisi a tondi d’oro risalente al XIII – inizio XV secolo, affiancati da tre velluti di manifattura turca di epoca ottomana, a offrire il confronto con la produzione di un altro celebre centro di produzione tessile del mondo islamico, Bursa. Il velluto a rosette stilizzate cremisi, con dettagli in verde su fondo argento, esemplifica il ricco effetto decorativo ottenuto da questi velluti da arredo, utilizzati nelle agiate residenze ottomane. Il disegno trova esatti corrispettivi nella decorazione delle piastrelle architettoniche e legature, da cui sono sempre esclusi i motivi figurativi umani. 

Vedi anche: Petali e draghi tra i fili di seta. Rotazione di kesa giapponesi al MAO qui

C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa Mao, 21 settembre 2020

TRAME PERSIANE
1 ottobre 2020 – ottobre 2021

MAO Museo d’Arte Orientale
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t. 011.4436932
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