Venerdì 25 settembre vede il passaggio del testimone tra teatro e musica nelle manifestazioni della Biennale di Venezia. Ha infatti inizio il 64. Festival Internazionale di Musica Contemporanea – diretto da Ivan Fedele – con la premiazione, al Teatro delle Tese, del compositore Luis De Pablo (Bilbao, 1930), Leone d’oro alla carriera 2020. Ancora oggi leader della scuola spagnola contemporanea, Luis De Pablo, classe 1930, è autore di un catalogo immenso che attraversa mezzo secolo di musica toccando tutte le correnti musicali e dispiegandosi in tutti i generi, rimettendo in gioco ogni volta gerarchie e tradizioni. La sua febbrile attività di promotore e di compositore ha aiutato a far conoscere e studiare gli sviluppi della musica europea nel suo Paese ai tempi del franchismo – cosa che gli costò anche l’allontanamento prima negli Stati Uniti e poi in Canada per rientrare solo alla morte di Franco – e ha proiettato la musica spagnola nel panorama internazionale di Darmstadt, Donaueschingen e Parigi.

IL FESTIVAL E I LEONI
10 giorni con 18 appuntamenti che riservano 28 novità, di cui 15 in prima assoluta (7 commissionate dalle Biennale) e 13 in prima nazionale.
Intitolato Incontri, il Festival ruota attorno a grandi personalità della musica del passato recente, al loro pensiero e alle loro pratiche musicali, in dialogo con autori della più stringente contemporaneità.
Così i Leoni di questa sessantaquattresima edizione vedono il tributo alla carriera a Luis de Pablo, e il Leone d’Argento a Raphaël Cendo, classe 1975, fondatore di un vero e proprio movimento estetico, il “saturazionismo”, che ha rivoluzionato il modo di concepire e scrivere musica attirando tanti giovani compositori.

Ensemble Contrechamps_coul1(Regis Golay)

GLI ANNIVERSARI
Gli anniversari che quest’anno non mancano sono impulso a una nuova creatività.

Nel centenario della nascita di Bruno Maderna si moltiplicano le celebrazioni dell’autore veneziano (1920-1973), che ha costantemente intrecciato la composizione alla direzione d’orchestra sottoponendo a incessante verifica la scrittura alla realizzazione sonora. Scrisse per documentari televisivi, colonne sonore per il cinema, per generi altri come il jazz, l’operetta, il cabaret di Kurt Weill. A lui, va l’omaggio congiunto dell’Ensemble FontanaMix, diretto da Francesco La Licata, e del Collettivo In.Nova Fert.

Luigi Nono (1924-1990), allievo di Maderna e veneziano come lui, la Biennale dedica un concerto nel trentennale della morte. Tre brani che appartengono all’ultima stagione creativa di Nono, in cui si intensifica la ricerca di una nuova idea del suono e dello spazio grazie alla frequentazione dello studio di Friburgo negli anni ’80, dove sperimenta tecniche di trasformazione dal vivo dei suoni. Oltre all’elettronica, l’altro elemento che contraddistingue i brani proposti è la figura dell’interprete-creatore, sempre più centrale nella musica del secondo Novecento. A Venezia, lo eseguono Arcangelo FiorelloFrancesco D’Orazio e Francesco Prode.

Anche Franco Donatoni (1927-2000), che affronta la composizione relativamente tardi per assurgere a uno dei massimi autori del secondo Novecento, segnato da un radicalismo creativo che lo porterà sempre “oltre”, è stato grandemente influenzato da Maderna. Il suo ex allievo Sandro Gorli, fondatore e direttore dello storico Divertimento Ensemble, presentare un concerto-omaggio.

CICLO PIANOFORTE
Strumento romantico per eccellenza, il pianoforte è anche per la musica moderna e contemporanea oggetto di sperimentazioni, prove, ripensamenti che segnano l’evoluzione di un processo artistico. Leonardo Colafelice, William Greco, Pasquale Iannone sono i pianisti interpreti di tre concerti dove a fare da “trait d’union” è l’opera di Beethoven, opera con cui tutto il pensiero musicale moderno è in debito, in un gioco di scambi con pagine della letteratura pianistica del secondo novecento di Karlheinz Stockhausen, Pierre Boulez, Franco Donatoni.

i cenci -lac-foto-studio-pagi

TEATRO MUSICALE
Rappresentata in inglese nel 1997 all’Almeida Theatre di Londra e successivamente in francese e in tedesco, l’opera I Cenci di Giorgio Battistelli trova la sua prima versione in italiano a LuganoInscena, che lo scorso autunno l’ha riallestita avvalendosi della regia di Carmelo Rifici, della direzione musicale di Francesco Bossaglia e dell’esecuzione dell’Ensemble900 del Conservatorio della Svizzera Italiana. La fosca vicenda dei Cenci viene riproposta da Battistelli – autore di musica e libretto – nella versione prosciugata ma sostanzialmente fedele alla tragedia scritta da Antonin Artaud nel 1935. Il risultato è un grande racconto in bilico tra il melologo e l’opera, un teatro di musica in cui lo spettatore è immerso. Con Roberto Latini, Anahi Traversi, Elena Rivoltini, Michele Rezzonico.

Un visionario teatro di suoni è anche quello di Instrumental Freak Show di Giovanni Verrando. Daxofoni, Daxotongues, chitarre elettriche con dax e patafix: sono i freaks del titolo, protagonisti del concerto-spettacolo concepito in cinque movimenti o episodi, ognuno dei quali presenta un suono preciso attraverso uno strumento specifico e un personaggio-interprete. Interpreti sono i componenti dell’Ensemble Interface di Francoforte, qui diretti da Francesco Pavan.

L’Interface propone un altro esperimento sonoro con De Près di Jean-Luc Hervé, dove due piani d’ascolto si confrontano: quello frontale, tradizionale, con cinque musicisti in scena e altrettanti altoparlanti per la trasformazione del suono in tempo reale, e quello immersivo con altoparlanti disposti tra il pubblico.  

GLI ENSEMBLE E LE ORCHESTRE
Gli undici elementi del Cairn Ensemble impaginano un concerto con brani dal ciclo Portulan di Tristan Murail. Come gli antichi atlanti marini tracciavano le coste indicando porti, correnti, profondità, così il ciclo per Murail è anche “una forma di autobiografia in forma di metafora”, dove “ogni brano si riferisce a qualcosa – un luogo, un viaggio, un libro, un’esperienza estetica – di particolare importanza”.

Fra le più giovani e dinamiche formazioni della scena europea, l’Ensemble Fractales propone un concerto di sole novità. Due lavori in prima assoluta di Fausto Sebastiani e Alessandro Melchiorre; tre in prima italiana di Maurizio Azzan, Miquel Urquiza e Yann Robin.

Quasi tutte novità anche per il concerto dell’Oktopus Ensemble. Due nuovi brani di Sofia Avramidou e Marcello Filotei insieme alle prime italiane di Francesco Filidei  e di Constantia Gourzi compongono il programma del Consort tedesco.

Ritorna alla Biennale l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento diretta da Timothy Redmond. In programma un trittico di autori di prestigio: Fabio Vacchi, Fabio Nieder, e il giapponese Dai Fujikura.

M.F.C.
Fonte: Ufficio Stampa e sito

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