Cinquantatré immagini stampate in grande formato, nel bianco e nero dei grandi reporter, narrano il lungo viaggio di John R. Pepper. Tre anni di lavoro, 18.000 chilometri percorsi nei deserti di Dubai, Egitto, Iran, Israele, Mauritania, Oman, Russia e Stati Uniti, hanno permesso al fotografo di scoprire luoghi suggestivi che esprimono complessità e diversità emotive oltre che geografiche. Un viaggio soprattutto interiore che emerge dai silenzi delle immagini e palesa la scoperta di quanto questi accomunino l’umanità in incontri intensi e profondi.

Attraverso gli scatti analogici della sua Leica M6, senza artifici, John R. Pepper (nato a Romanel 1958,vive tra Palermo, Parigi e New York) narra il tragitto tra le più remote aree desertiche del Globo.


John Pepper, South Sinai desert, Egypt, 2017

«I deserti hanno sempre affascinato i fotografi – dicePepper – e la ragione che spesso porta lì è catturare la bellezza del paesaggio… Ma io volevo andare oltre. La mia idea è stata usare il deserto come il pittore sfrutta la verginità di una tela bianca. Ho cercato di scoprire quali immagini si offrivano al mio sguardo, a volte erano visioni figurative, altre volte astratte, e la simbiosi tra il paesaggio che avevo davanti e le immagini sepolte dentro di me».

Il percorso espositivo è accompagnato da video sul backstage del fotografo, con interviste alle guide che lo hanno accompagnato e ai personaggi incontrati.



John Pepper, Nevada Majore Desert, 2015

La mostra è realizzata dal Comune di Todi con il contributo della Fondazione Cultura e Arte, emanazione della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, e in collaborazione con l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia.
Curata dal critico d’arte russo Kirill Petrin e da Gianluca Marziani, resta aperta a ingresso libero dal 3 ottobre fino al 28 novembre 2020, al Palazzo Comunale di Todi, Sala delle Pietre e Nido dell’Aquila/Torcularium.

La mostra è stata anticipata da un incontro internazionale dal titolo Il confine assente. Conflitti e nuove armonie”. Al centro del dibattito, moderato dal giornalista Duilio Giammaria,la consapevolezza che solo nel deserto esista lo spazio transnazionale del dialogo, una specie di terra comune in cui ridurre i conflitti mentre si affrontano crisi finanziarie, epidemie, disastri naturali e tensioni geopolitiche. Se l’umanità avrà un nuovo domani si dovrà ripartire dall’immagine simbolica di un deserto, da una dottrina che ridefinisca il peso del denaro e la sua distribuzione planetaria. 


John Pepper, Siberia Inhabited Deserts

All’incontro sono intervenuti i seguenti relatori: Sheikh Ahmed Mohammed Al-Jebali, sceicco della tribù Jabaleya, tribù responsabile della sicurezza del monastero di Santa Caterina nel Sud-Sinai dal 565 d.C.; Avner Goran, archeologo di fama mondiale, rappresentante israeliano per la Abraham Path Iniziative; Giancarlo Esposito, attore e regista americano, quattro nomination agli Emmy Award e una stella sull’ Hollywood Boulevard; Mehrdad Ghazvinian, noto anche come “Desert Fox” o, anche, “Il Padre del Deserto Iraniano”; Rodney Ford, addetto culturale dell’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia; Max Calderan, numero uno degli esploratori dei deserti estremi, detentore di 13 record mondiali; Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale. Inoltre il fotografo autore della mostra e i due curatori.

M.F.C.
Fonte: Euro Forum Comunicazione
Immagine di apertura: Dasht-e Lut desert, Iran 2017

INHABITED DESERTS
3 ottobre – 28 novembre 2020
Ingresso libero

Museo civico e Pinacoteca di Todi – Piazza del Popolo, 29/30 – Todi (PG)Complesso del “Nido dell’Aquila” -Todi – Via Paolo Rolli, 12 –Todi (PG)
Informazioni:  075.8956227
https://www.comune.todi.pg.it/it/page/museo-civico-e-pinacoteca

John Pepper, Rub Al Khali (Empty Quarter) desert, U.A.E., 2016