Le nature morte iperealistiche di Luciano Ventrone (Roma, 1942) divenuto famoso per il suo virtuosismo e per le stupefacenti riproduzioni in pittura di una realtà che appare più vera del vero, innestano un dialogo stimolante con l’opera di Caravaggio, laddove nelle opere di questi e di Ventrone – definito da Federico Zeri “il Caravaggio del ventesimo secolo” – si evidenziano diversi ma complementari approcci al “non vero”: una percezione sottilmente velata di una realtà superiore, la grande illusione di una “ultra-realtà” in contrapposizione a una falsa impressione, come affermala curatrice della mostra Victoria Noel-Johnson.

Carlo Saraceni e il Maestro di Hartford (attribuito a) Allegoria della Primavera inizio XVII sec

Diventa occasione per indagare questo singolare rapporto la mostra Luciano Ventrone. La grande illusione“, ideata da Vittorio Sgarbi e Lorenzo Zichichi, concepita con le sue 18 opere tematiche come un focus nell’ambito dell’esposizione “Caravaggio. Il contemporaneo”(vedi qui ). Una riflessione che si fa ancora più interessante grazie al medium dell’Allegoria della Primavera oggi riconosciuta come opera a quattro mani del Maestro di Hartford e di Carlo Saraceni (inizi del XVII secolo), ma negli anni Settanta attribuita dallo stesso Zeri, con un’ipotesi rivoluzionaria, a un giovane Caravaggio.

Luciano Ventrone Grani corallini, 2012-2014

Se l’identificazione proposta dal grande critico è stata orami abbandonata, rimane immutato il valore della sua teoria, ovvero l’individuazione del momento germinale della natura morta in Italia, in un’epoca e in un contesto vicinissimi a Caravaggio. È su questo tema che l’arte di Ventrone è stata chiamata a cimentarsi in questi anni, in relazione al grande artista seicentesco. Le assonanze e i richiami a Caravaggio non mancano, come il richiamo puramente compositivo e stilistico di talune nature morte esposte al Mart – Solo per caso (2010), Il dono di Bacco (2011) e Strani compagni (2012) – al “Canestro di frutta” di Caravaggio. Sono le distinzioni nell’approccio di luce e colore tra i due artisti che vanno segnalate. Da un lato l’uso drammatico, emotivo dell’illuminazione da parte del Merisi, dall’altro la luce immanente in cui Ventrone immerge i suoi frutti e fiori: un luce che risiede all’interno e irradia verso l’esterno, diventando sostanza integrante di ciò che illumina. Una rappresentazione della realtà accentuata anche dalla mediazione della fotografia nel processo creativo.

M.F.C.S.
Fonte: Villaggio Globale, 7 ottobre 2020
Immagine di apertura: Luciano Ventrone, Il dono di Bacco, 2011

LUCIANO VENTRONE. LA GRANDE ILLUSIONE
9 ottobre 2020 – 14 febbraio 2021
Prorogata fino 18 aprile 2021

Mart
Corso Bettini 43, 38068
Rovereto (TN)
T 0464 438887
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www.mart.tn.it

Luciano Ventrone Linea di pensiero, 2013 – 2014