Il 7 aprile 1944 le fortezze volanti americane, in soli sette minuti di azione, rasero al suolo ampia parte di Treviso, provocando circa 1.600 vittime. Fu pesantemente colpito anche il complesso di Santa Margherita, che dal 5 dicembre è la nuova sede del Museo Nazionale della Collezione Salce. L’ex chiesa subì danni molto seri e il grande chiostro trecentesco del monastero ebbe tre lati polverizzati e ridotto a macerie il quarto. Quel poco rimasto di questo lato è ora risorto, annuncia il Direttore del Polo Museale Veneto, Daniele Ferrara.

Sono state recuperate le poche colonne originali superstiti e i brani architettonici ancora integri o leggibili, e i resti dei materiali originali sono stati integrati con nuovi manufatti. Nel corso dell’intervento sono emerse tracce di affreschi di cui non si aveva memoria. Di particolare interesse, un ampio lacerto di affresco con raffigurati la Madonna in trono con Bambino tra Santa Margherita e Santa Caterina e un Serafino da collocare agli ultimi anni del Duecento.

Affresco restaurato nel Chiostro di Santa Margherita Foto di Udo Koeller

QUI RIPOSÒ ANCHE IL FIGLIO DI DANTE
LA CHIESA ERA IL PANTHEON DEI FIORENTINI A TREVISO
È difficile oggi immaginare la bellezza e l’imponenza della chiesa che i Frati Eremitani vollero innalzare nel nome di Santa Margherita, di cui oggi resta solo il “guscio”. Una delle più belle e ricche chiese della città di Treviso, dopo la soppressione napoleonica fu trasformata in fienile, stalla, cavallerizza e, via via, in palestra. Santa Margherita era il pantheon e il luogo sacro di riferimento della piccola ma molto potente comunità fiorentina attiva a Treviso. I più illustri fiorentini qui trovarono dimora dopo la morte, in sepolcreti di cui non rimane oggi traccia, salvo che per quello di Pietro di Dante, figlio del Divino Poeta e di Gemma Donati.

Pietro Alighieri, nacque a Firenze nel 1300, fu giudice, poeta e commentatore. Risiedeva a Verona ma morì durante un soggiorno a Treviso. I suoi funerali vennero celebrati il 29 aprile 1364 a Santa Margherita a cura di Frà Liberale e di Leonardo di Baldinaccio da Firenze, i quali commissionarono allo scultore veneziano Zilberto Santi la costruzione del Monumento Funebre da collocarsi nel chiostro della chiesa, dove rimase fino alla soppressione napoleonica. Questo monumento, molti dei cui pezzi sono perduti, si vede oggi ricomposto sul lato sinistro del transetto della chiesa, che ospita anche la pietra tombale di Francesca Petrarca, morta nel 1384 di parto, seconda figlia del poeta.

Musei civici Treviso Medoro Coghetto Veduta di Santa Margherita e del ponte omonimo secolo XVIII

UN ROBOT PER CONSULTARE I 50MILA MANIFESTI DEL NUOVO MUSEO SALCE
Un nuovo sofisticato sistema robotizzato gestisce i quasi 50 mila manifesti storici accolti dal “Grande Totem”, cuore tecnologico del nuovo Museo Nazionale Collezione Salce.
Superata la prova sul campo: la macchina ha consegnato in modo veloce un manifesto richiamato da computer. L’impulso ha raggiunto in tempo reale il microchip abbinato al manifesto selezionato e il grande archivio si è scomposto, conducendo letteralmente sul tavolo di consegna il manifesto richiesto per la consultazione.

In più di 10 anni di lavoro finanziato dal Mibact tutti i manifesti patrimonio della Collezione – che è una delle due più importanti al mondo – sono stati classificati, fotografati, inseriti in un data base universalmente consultabile. In vista dell’apertura del nuovo Museo, per tutti i manifesti è stata avviata la microchippatura.

Chiostro di Santa Margherita Foto di Udo Koeller

Nella Collezione vi sono anche réclame che risalgono al Settecento, quindi estremamente fragili che richiedono precise condizioni di conservazione. Di qui la creazione del “Grande Totem”, un fortino in cemento armato, studiato per resistere anche nel caso di un terremoto che facesse crollare la chiesa (peraltro restaurata secondo criteri antisismici). All’interno 200 grandi cassoni metallici, montati su tre colonne alte due piani, conservano, distesi, i preziosi, antichi manifesti. L’ambiente è controllato in fatto di temperatura, umidità, polveri aeree, luce. In caso di incendio entrano automaticamente in funzione le apparecchiature che saturano il Totem con azoto e argon, gas capaci di spegnere il focolaio. Altrettanto adeguati i sistemi di sicurezza anti intrusione. All’interno è pronto anche il Laboratorio di Restauro. L’area espositiva multifunzionale è di circa 450 metri quadri.  Il tutto, ha richiesto sei anni di cantiere e un investimento di 4,5 milioni da parte del Mibact e di 1,5 milioni da parte della Regione Veneto.

RINVIATA LA MOSTRA DI RENATO CASARO
L’inaugurazione della nuova sede era stata fissata per il 5 dicembre, alla presenza del Ministro Dario Franceschini e al momento non ci sono conferme o smentite in proposito. Invece la mostra temporanea di Renato Casaro che avrebbe dovuto aprire nello stesso giorno, suddivisa tra la sede di Santa Margherita e la consueta sede di Via Carlo Alberto, è ufficialmente rinviata a data da destinarsi.

M.F.C.S.
Fonte: Studio Esseci

Museo Nazionale Collezione Salce
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