Oltre duecento opere tra ritratti, raffigurazioni di animali e paesaggi dello scrittore e disegnatore toscano Bino Sanminiatelli: quasi mezzo secolo di produzione creativa che costituisce un fondamentale contributo per lo studio e la documentazione dell’ambiente artistico-letterario della Firenze della prima metà del Novecento.

L’importante gruppo di opere è stato donato con lascito testamentario dalla figlia dell’artista, Carla Sanminiatelli, alle Gallerie degli Uffizi. L’insieme di 205 disegni copre un arco di tempo che va dagli anni Dieci agli anni Cinquanta del Novecento.

L’ampia produzione di Bino Sanminiatelli scrittore si sviluppa in tre differenti momenti stilistici: quello realista toscano dei primi racconti, quello più elaborato dei romanzi della maturità e quello diaristico-memorialistico. La suddivisione trova un corrispettivo nell’evoluzione della sua produzione grafica. Pur nella costante trascrizione della realtà, lo stile grafico degli anni Dieci, con le sue semplificazioni formali perfettamente in linea con le coeve riflessioni avanguardistiche, lasciarono in seguito il passo, negli anni Venti e Trenta, a una maggiore solidità compositiva e a una più profonda e attenta introspezione psicologica, in sintonia con la poetica del ‘Ritorno all’ordine’ che, nel campo delle arti figurative, si affermava negli stessi anni.


Bino, dopo l’infanzia trascorsa a Perignano (Pisa) e l’esperienza liceale romana si stabilì a Parigi, entrò a far parte del movimento futurista, fondando nel 1917 con Enrico Prampolini la rivista internazionale “Noi” e pochi anni dopo ebbe rapporti con i dadaisti di Zurigo e Tristan Tzara. Affiancò l’attività di disegnatore a quella di scrittore fino al 1938, per poi decidere di dedicarsi principalmente alla letteratura. Riprese però a disegnare all’inizio degli anni Cinquanta, quando annotò in uno dei suoi Diari: «Ho provato a prendere oggi una matita con ansia, con terrore e anche con stupore. Lo confesso: mi sono stupito con competenza».

Si tratta della terza importante donazione della quale gli Uffizi hanno beneficiato nel corso di quest’anno (vedi notizie DeArtes: donazione Pineider qui ; donazione Del Bravo qui)

M.F.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Uffizi, 14 dicembre 2020