Arrestato dalla Gestapo, François Le Lionnais venne deportato nel 1944 nel campo di concentramento di Mittelbau-Dora, destinato alla produzione delle “armi miracolose” che, secondo la propaganda tedesca, avrebbero dovuto cambiare il corso del secondo conflitto mondiale. Ingegnere e matematico, si prodigò per sabotare il sistema di guida missilistica V2, ma per gli altri internati svolse un’insolita attività. Ai compagni di sventura parlava di teoria dei numeri, di elettricità, di chimica e non solo. Durante gli estenuanti appelli che duravano ore, era in grado di ricordare e descrivere, nei dettagli e nei colori, dipinti più o meno celebri che conosceva a mente. «La memoria e la voce gli consentono di far rivivere, nel luogo più improbabile, i capolavori che si sono depositati nella sua memoria come in un prezioso archivio» scrive nell‘introduzione Roberto Alessandrini.

Corredato da molte immagini, questo testo edito da Marietti, resoconto di un originale tentativo di sopravvivenza ai lager nazisti, è la testimonianza strabiliante del potere dell’astrazione; un atto di estrema resistenza che segna la vittoria della bellezza sull’orrore trasformandosi in un autentico inno alla vita. Un modo per fuggire con la fantasia e viaggiare in un mondo dipinto per ricreare il tempo e per contemplare una bellezza dalla quale si vorrebbe essere salvati.

François Le Lionnais (1901-1984) ingegnere, matematico e letterato francese, fondò con Raymond Queneau il gruppo di ricerca Oulipo (Opificio di letteratura potenziale), di cui fu il primo presidente e al quale aderirono anche Perec, Calvino e Roubaud.

M.C.S.
Fonte: 1A comunicazione, 18 dicembre 2020