La collezione dei dipinti antichi del Trecento e del Tardogotico della Galleria dell’Accademia di Firenze si arricchisce di una nuova opera, il Cristo Benedicente, attribuita al pittore Nardo di Cione, confiscata dal Reparto Operativo del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.

La tempera e oro su tavola di Nardo di Cione (Firenze, 1320-1366), considerato uno dei maggiori esponenti dell’arte fiorentina della metà del XIV secolo, era di proprietà di una Congregazione religiosa e custodita presso la sede romana, dove, nel 2003, con una procedura artificiosa, risultata illecita, era stata venduta a un commerciante d’arte.  

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma e condotte dalla Sezione Antiquariato del Comando Carabinieri TPC, hanno ricostruito come l’anno seguente il dipinto fosse stato venduto a un gallerista londinese ed espatriato senza documentazione.

Nel gennaio 2018 il dipinto è stato rimpatriato. Il provvedimento del Tribunale è divenuto esecutivo nel giugno 2019 e, dopo la formale assegnazione da parte del MIBACT, sarà presto visibile al pubblico nel museo fiorentino, che già custodisce lo splendido trittico della Trinità dello stesso autore.

L’OPERA
Il prezioso fondo oro documenta il notevole livello qualitativo della pittura fiorentina del Trecento. Il Cristo Benedicente era parte di un polittico, situato al culmine della pala centrale. La tavoletta, al momento sottoposta ad analisi, appare in buono stato di conservazione, presenta piccoli e diffusi restauri pittorici, mentre la parte alta è un rifacimento con aggiunta di supporto ligneo.

NARDO DI CIONE
Rare sono le notizie storiche a lui relative, malgrado fosse considerato uno dei maggiori pittori viventi del suo tempo. Fu attivo assieme ai fratelli Matteo e Jacopo di Cione nella fiorente bottega del più anziano Andrea, detto l’Orcagna, e fu impegnato assieme a quest’ultimo in varie importanti commissioni come gli affreschi della cappella Strozzi nella chiesa di Santa Maria Novella di Firenze, intorno alla metà del XIV secolo.

LE PRECEDENTI ASSEGNAZIONI
Già a novembre del 2018, il Comando Carabinieri TPC aveva ritrovato e affidato alla Galleria dell’Accademia altri due fondi oro: il primo raffigurante i santi Girolamo e Giuliano, del 1358 circa, attribuibile a Niccolò di Pietro Gerini, tra i massimi esponenti del cosiddetto Neogiottismo; il secondo con la Madonna dell’Umiltà celeste, del 1400 circa, ascrivibile con assoluta certezza al Maestro della Cappella Bracciolini.

M.F.C.S.
Fonte: Davis & Co, 22 gennaio 2021

www.galleriaaccademiafirenze.beniculturali.it