Un grande carro cerimoniale a quattro ruote, con i suoi elementi in ferro, le bellissime decorazioni in bronzo e stagno, i resti lignei mineralizzati, le impronte degli elementi organici (dalle corde a resti di decorazioni vegetali), è stato rinvenuto quasi integro nel porticato antistante alla stalla dove già nel 2018 erano emersi i resti di tre equidi, tra cui un cavallo di grande taglia con ricche bardature in bronzo.

Su alte ruote in ferro, connesse tra loro da un sistema meccanico di avanzata tecnologia, si erge il leggero cassone su cui era prevista laseduta, contornata da braccioli e schienale metallici, per uno o due individui. Il cassone è riccamente decorato sui due lati lunghi con l’alternanza di lamine bronzee intagliate e pannelli lignei dipinti in rosso e nero, mentre sul retro termina con un complesso sistema decorativo che prevede tre distinti registri con una successione di medaglioni in bronzo e stagno.

®luigispina

Vi sono rappresentate figure maschili e femminili a rilievo ritratte in scene a sfondo erotico, amorini impegnati in varie attività e, nella parte inferiore del carro, si conserva una piccola erma femminile in bronzo con corona.

Il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata (con l’ausilio ai fini investigativi dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, coadiuvati da investigatori del Comando Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata)annunciano il rinvenimento di un reperto straordinario, emerso integro dallo scavo della villa suburbana in località Civita Giuliana, a nord di Pompei, oltre le mura della città antica, nell’ambito dell’attività congiunta finalizzata al contrasto delle attività illecite ad opera di “tombaroli” che avevano praticato diversi cunicoli a scopo di saccheggio.

foto del Parco archeologico di Pompei

Due cunicoli hanno sfiorato su due lati, senza comprometterne la struttura, il carro, risparmiato miracolosamente sia dai crolli delle murature e delle coperture dell’ambiente al momento dell’eruzione vulcanica, sia dalle attività clandestine.

Un ritrovamento eccezionale perché restituisce un reperto unico, mai finora rinvenuto in Italia, in ottimo stato di conservazione.


LO SCAVO
Gli interventi sono stati portati avanti nel corso degli ultimi mesi da un team interdisciplinare di archeologi, architetti, ingegneri, restauratori, vulcanologi, operai specializzati ma anche archeobotanici ed antropologi. Lo scavo ha raggiunto i 6 metri di profondità rispetto al piano stradale. L’ambiente dove si è rinvenuto il carro è un portico a due piani, aperto su una corte scoperta, che conserva in tutta la sua interezza il solaio ligneo carbonizzato con il suo ordito di travi.

®luigispina

IL MICROSCAVO
La fragilità dei materiali e le difficili condizioni di lavoro hanno portato a procedere con un microscavo che ha previsto il trattamento di legni e metalli; inoltre colature di gesso nei vuoti creati dal materiale organico non più presente. Così si sono potuti conservare il timone e il panchetto, ma anche impronte di funi e cordami, restituendo il carro nella sua complessità. I vari elementi si trovano ora nel laboratorio del Parco archeologico, dove continuano le operazioni di restauro e ricostruzione, documentate fotograficamente e tramite rilievo con laser scanner.

IL CARRO DESCRITTO DAL DIRETTORE USCENTE MASSIMO OSANNA
«È una scoperta straordinaria per l’avanzamento della conoscenza del mondo antico. A Pompei sono stati ritrovati in passato veicoli per il trasporto, come quello della casa del Menandro, o i due carri rinvenuti a Villa Arianna (uno dei quali si può ammirare nel nuovo Antiquarium stabiano), ma niente di simile al carro di Civita Giuliana.

Si tratta infatti di un carro cerimoniale, probabilmente il Pilentum noto dalle fonti, utilizzato non per gli usi quotidiani o i trasporti agricoli, ma per accompagnare momenti festivi della comunità, parate e processioni.

Mai emerso dal suolo italiano, il tipo di carro trovaconfronti con reperti rinvenuti una quindicina di anni fa all’interno di un tumulo funerariodella Tracia (Grecia settentrionale, al confine con la Bulgaria). Uno dei carri traci èparticolarmente vicino al nostro anche se privo delle straordinarie decorazioni figurate cheaccompagnano il reperto pompeiano.

®luigispina

Le scene dei medaglioni che impreziosiscono il retro del carro rimandano all’eros – Satiri e Ninfe – mentre le numerose borchie presentano eroti. Considerato che le fonti antichealludono all’uso del Piletum da parte di sacerdotesse e signore, non si esclude che potesse trattarsi di un carro usato per rituali legati al matrimonio, per condurre la sposa nel nuovo focolare domestico».

LE PAROLE DEL MINISTRO DELLA CULTURA DARIO FRANCESCHINI
«Pompei continua a stupire con le sue scoperte e sarà così ancora per molti anni con venti ettari ancora da scavare. Ma soprattutto dimostra che si può fare valorizzazione, si possono attrarre turisti da tutto il mondo e contemporaneamente si può fare ricerca, formazione e studi, e un giovane direttore come Zuchtriegel valorizzerà questo impegno.

Quella che viene annunciata oggi è una scoperta di grande valore scientifico. Un plauso e un ringraziamento al Parco Archeologico di Pompei, alla Procura di Torre Annunziata e ai Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale per la collaborazione che ha scongiurato che reperti così straordinari fossero trafugati e illecitamente immessi sul mercato».

M.F.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa, 27 febbraio 2021
Immagine di apertura: ®luigispina

www.pompeiisites.org

Posizione Civita Giuliana foto aerea