Sono riemerse tracce di doratura sulla chioma e sulla barba di San Marco. Inoltre, nella mano sinistra del Santo, la medesima che regge l’evangelario, esistono due cavità cilindriche, che erano completamente occluse da polveri e terriccio, a indicare che la figura impugnava, probabilmente, una penna. È terminato il restauro della scultura marmorea di Donatello, appartenente alla collezione del Museo di Orsanmichele. L’opera fondante del Rinascimento italiano, tornata a nuovo splendore, è stata presentata lo scorso 19 maggio 2021, poche settimane prima della riapertura al pubblico del Museo, fissata per l’Inizio di giugno. L’intervento è stato reso possibile grazie alla collaborazione fra i Musei del Bargello e l’Opificio delle Pietre Dure e al decisivo sostegno economico dei Friends of Florence.

La statua del San Marco di Donatello per il Tabernacolo dell’Arte dei Rigattieri e Linaioli in Orsanmichele è uno dei capolavori giovanili dell’artista, nonché un’opera altamente innovativa nella storia della scultura del primo Rinascimento. La sua esecuzione è documentata nelle pagine del libro dei conti dell’Arte. Commissionata a Donatello il 3 aprile 1411, data in cui la Corporazione assegnò allo scultore venticinquenne un blocco di marmo di Carrara perché desse figura al proprio santo patrono, la statua risultava pressoché conclusa nell’aprile 1413. Michelangelo, raramente propenso ad elogiare l’opera di altri artisti, diceva di non aver mai visto una figura con più “aria d’uomo da bene”.

L’opera fu ritirata nel 1977 dalla sua collocazione, nella prima nicchia sul lato Sud del patronato dei Linaioli e Rigattieri, e collocata al primo piano del complesso di Orsanmichele, dove ha sede il Museo che ospita le statue originali dei tabernacoli. Il San Marco è stato il primo capolavoro rinascimentale del ciclo ad essere restaurato, tra il 1984 e il 1986, dall’Opificio delle Pietre Dure e in quell’occasione fu rimossa la patinatura color bronzo realizzata dopo il 1789. Fu poi deciso il ritiro definitivo dell’opera dall’esterno, con la realizzazione nel 1990 di un calco.

A distanza di oltre trent’anni l’Opificio è stato nuovamente incaricato di valutarne lo stato di conservazione e di progettare un nuovo intervento. Il restauro è stato preceduto da una approfondita campagna di indagini diagnostiche con metodi non invasivi, alcune delle quali svolte dal Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa. Sono state inoltre eseguite delle scansioni sull’opera mediante tecniche laser scanner e tecniche fotogrammetriche finalizzate alla produzione di modelli tridimensionali ad alta precisione contenenti una molteplicità di dati.

«Il San Marco marmoreo di Donatello è un’opera misconosciuta al grande pubblico, come poco nota è la strepitosa produzione marmorea del più ingegnoso scultore fiorentino del rinascimento» ha sottolineato Paola D’Agostino, Direttore dei Musei del Bargello, auspicando il ritorno a una più ampia fruibilità del ciclo di statue monumentali.

«Nello spirito dei Monuments Men sono state istituite diverse organizzazioni non-profit statunitensi che si dedicano alla raccolta di fondi negli Stati Uniti per la conservazione e il restauro delle opere d’arte italiane – ha ricordato la Console Generale degli Stati Uniti d’America a Firenze, Ragini Gupta – come Friends of Florence, che negli ultimi 23 anni ha avuto un ruolo fondamentale nel riportare le tante bellezze di Firenze al loro antico splendore».

Ha spiegato Simonetta Brandolini d’Adda, presidente dei Friends of Florence che «il progetto di conservazione del San Marco di Donatello è stata un’esperienza fondamentale per acquisire maggiore conoscenza dei più elevati metodi di analisi e di restauro. I risultati appaiono molto evidenti guardando questa meravigliosa scultura, ma la conoscenza acquisita è ancora più importante per poter conservare per il futuro e in modo adeguato tantissime altre opere».

Da sinistra: Simonetta Brandolini d’Adda Presidente Friends of Florence, Ragini Gupta Console Generale USA a Firenze, Paola D’Agostino Direttore dei Musei del Bargello, Marco Ciatti Soprintendente
Opificio delle Pietre Dure



M.F.C.S.
Fonte: Ufficio stampa Friends of Florence, 19 maggio 2021
Contributi fotografici: Photo Mauro e Marco Furio Magliani

Info:
Musei del Bargello
Via del Proconsolo 4, Firenze
www.bargellomusei.beniculturali.it