A pochi passi dalla Borsa di New York, di fronte alla Federal Hall, nasce “Afrodite piange” di Salvatore Garau, la terza di sette opere “immateriali” destinate a essere collocate in altrettante città in tutto il mondo. Realizzata grazie al sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, che dedica al pittore un focus in anteprima e una “stanza virtuale” sulla piattaforma wwww.stanzeitaliane.it, ideata dal direttore dell’Istituto Fabio Finotti, “Afrodite piange” è una scultura immateriale che esiste soltanto perché lo ha deciso l’artista. Un’opera che prende forma grazie all’immaginazione di chi osserva, a impatto ambientale zero e non riproducibile in rete.

A differenza dell’arte digitale degli NFT, infatti, le sculture di Garau non sono un agglomerato di pixel: non un’immagine, ma la sua negazione. Il luogo in cui è “esposta” la scultura immateriale, spiega l’artista, concentra una certa quantità e densità di pensieri in un punto preciso, creando una scultura che dal solo titolo assume le più svariate forme. «L’assenza della materia per me è un atto d’amore verso il non conosciuto e il mistero al quale quasi l’intera umanità si affida».

Non mi vedi ma esisto, proprio sopra questa bianca rotonda geometria / Sono Afrodite, scultura immateriale fatta di aria e spirito / Senti la mia assenza che è una vera esistenza / Ancora non mi vedi? Eppure io sono qui, davanti a te e piango perché sono bellezza e amore che sta scomparendo / Io sono il tuo nome / Dammi la forma che desideri. Fai che io non scompaia del tutto / Fai che di me resti almeno il nome.

Da sabato 29 maggio 2021 sulla piattaforma digitale “Stanze italiane” dell’Istituto Italiano di Cultura di New York – che rappresenta un modo nuovo per far conoscere l’Italia che travalica i tradizionali stilemi e dedica spazio al nuovo, all’inedito, all’inatteso – è presentato il video che racconta il posizionamento a New York di “Afrodite Piange”: un cerchio bianco con un puntino rosso al suo centro, sulle note di un’intensa colonna sonora con il violino di Anna Tifu, la chitarra di Andrea Cutri e la batteria suonata dallo stesso Garau, componente negli anni ’70 e ’80 degli Stormy Six.

Altre opere immateriali di Salvatore Garau vedi notizia DeArtes qui e qui

M.C.S.
Fonte: De Angelis Press, 28 maggio 2021
Contributi fotografici: Aphrodite Criyng Wall street may 2021

www.stanzeitaliane.it