Con l’inaugurazione degli spazi di Santa Margherita, il Museo Nazionale Collezione Salce trova finalmente la sua veste definitiva. Si cominciò a ragionare già negli anni ’50, circa una sede adeguata ad accogliere e presentare la più importante raccolta italiana di affiches, forte oggi di quasi 50 mila pezzi. Nel 2011, il Ministero per i Beni Culturali volle mantenere la Collezione nella città dove era nata, a Treviso, riservandole due edifici di proprietà demaniale, all’epoca in stato di abbandono: la chiesa medievale di Santa Margherita, al di là del fiume Sile, e il centralissimo edificio attiguo alla chiesa di San Gaetano, in via Carlo Alberto. Destinando il primo dei due spazi a sede fisica della Collezione, ai laboratori di restauro e a luogo espositivo, vocazione quest’ultima che ha da subito improntato la seconda sede al San Gaetano.

Il recupero dei due edifici, il loro adeguamento alla nuova funzione, la creazione del caveau tecnologico dove sono conservati i 50 mila manifesti, l’allestimento, la sistemazione degli spazi esterni, e così via, ha richiesto un investimento complessivo vicino ai 7 milioni di euro, finanziato dal Mibact, con un contributo della Regione Veneto.

Museo Nazionale Collezione Salce

LA SEDE INAUGURATA NEL 2017
NELLA CHIESA TEMPLARE DI SAN GAETANO
La prima a essere aperta al pubblico è stata la sede del San Gaetano, inaugurata il 27 maggio 2017, in ambienti affacciati sul sagrato dell’omonima chiesa, non lontana dal complesso conventuale di Santa Caterina, oggi Museo Civico. Questa sezione del Museo Nazionale Collezione Salce si articola su quattro piani che ospitano spazi di servizio – accoglienza, bookshop, infopoint, ….– e superfici espositive appositamente ideate per i materiali grafici. Per scelta scientifica e per ragioni conservative, qui i pezzi della Collezione Salce sono esposti a rotazione nell’ambito di mostre temporanee a carattere monografico o tematico.

Con il Museo è anche possibile visitare la chiesa di San Gaetano, edificio dei Cavalieri Templari ricco di storia e di opere d’arte, fra le quali l’organo settecentesco di Gaetano Callido, uno degli strumenti più preziosi presenti nel Veneto. (Vedi approfondimento dettagliato DeArtes qui)

LA SEDE INAUGURATA NEL GIUGNO 2021
NELLA CHIESA DI SANTA MARGHERITA
Si aggiunge dal 12 giugno 2021 la seconda sede, accolta nell’antica chiesa di Santa Margherita. I vasti spazi del tempio duecentesco sono diventati la vera “casa” della Collezione Salce. In questo luogo, in condizioni di assoluta sicurezza ambientale, vengono oggi conservati i quasi 50 mila manifesti raccolti e donati allo Stato da Nando Salce o provenienti da successive acquisizioni. Idealmente questo immenso patrimonio di grafica restituisce a Santa Margherita il suo antico ruolo di scrigno d’arte.

Al nuovo Salce rivive il ciclo trecenteschi di Tommaso da Modena

La chiesa, infatti, era ricchissima di affreschi. Tra i suoi tesori, il ciclo trecentesco delle Storie di Sant’Orsola, tra le opere maggiori di Tomaso da Modena, strappato e ora esposto al Museo Civico di Santa Caterina. Nel nuovo allestimento, gli affreschi rivivono virtualmente grazie a una loro proiezione sugli spazi dove erano prima dello stacco.

Il nuovo Museo utilizza le nuove tecnologie, sia per far entrare il visitatore nel tema della creazione dei manifesti, sia per illustrarli anche ai non vedenti, sia per rendere facile agli studiosi esaminare ogni singolo manifesto della Collezione. Un sistema computerizzato “consegna” il manifesto richiesto, che viene “attinto” da uno dei grandi contenitori blindati dove i materiali sono conservati, al buio e in ambiente climaticamente controllato. Questo sancta sanctorum tecnologico è collocato all’interno di un parallelepipedo in cemento armato, a difesa da furti, terremoti e incendi, posto al centro della chiesa. Sopra e intorno ad esso è stato ricavato un ampio spazio per esposizioni temporanee. (Vedi approfondimento dettagliato DeArtes qui)

Lo chiamavano Trinità, 1970, Italia. Western, Originale. Archivio Casaro

LA MOSTRA SU RENATO CASARO
Quale evento inaugurale, è stata scelta la monografica su Renato Casaro, l’ultimo dei grandi cartellonisti del cinema. La mostra, curata da Roberto Festi, Eugenio Manzato con Maurizio Baroni, si sviluppa attraverso circa trecento pezzi, presentati nelle due sedi della Collezione e al Museo Civico di Santa Caterina.

Renato Casaro (Treviso, 1935), disegnando, ha saputo trasporre in un manifesto l’anima di un film, mentre questo era ancora in lavorazione, potendo spesso contare solo su qualche fotografia di scena e su un formidabile intuito comunicativo.
Ultimo protagonista di un’arte ormai scomparsa, Renato Casaro assurge a simbolo di quella scuola italiana di cartellonisti del cinema, dove perizia tecnica, creatività, genio e istinto erano le garanzie e il valore aggiunto per il successo di innumerevoli film nazionali e internazionali.

Da Treviso a Roma a Hollywood – dove collaborò con Fox, United Artists, MGM, Columbia – Casaro, nel suo percorso artistico lungo cinquant’anni, ci lascia una mirabile galleria di manifesti, testimonianza fondamentale per la storia del cinema.

Rambo III, 1988, USA, Azione [Peter MacDonald]

La mostra documenta 170 film, partendo dai manifesti a due e quattro fogli, destinati alle sale cinematografiche o all’affissione. Sono oltre un centinaio i pezzi selezionati e restaurati per l’occasione, alcuni dei quali acquisiti per questa esposizione. I rari e introvabili fogli del decennio 1955-1965, mai apparsi in una mostra, presentano un artista che riesce a dare il meglio di sé in ogni genere: storico, peplum, commedia, noir e il nascente fenomeno del “Western all’italiana”. In mostra si vedono accostati Trinità e Rambo, I magnifici sette, C’era una volta in America, Balla coi lupi, Amadeus, Il nome della rosa, Il tè nel deserto, L’ultimo imperatore….

La mostra su Renato Casaro è visibile dal 13 giugno 2021 al 9 gennaio 2022 (prorogata fino al 1 maggio 2022).


M.C.S.
Fonte: Studio Esseci, 7 giugno 2021

Museo Nazionale Collezione Salce
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