Il nuovo Museo Diocesano di Feltre e Belluno svela i suoi tesori a partire dal 12 maggio 2018. Il completo recupero dell’antichissimo Palazzo dei Vescovi, innalzato su uno sperone roccioso al punto di arrivo di Via del Paradiso, affascinante lembo della storica Città Verticale dove coesistono Medioevo e Rinascimento, consente alla Diocesi di dispiegare nelle ventisette sale i suoi tesori d’arte e di fede, amalgamandoli sapientemente a un contenitore che testimonia con i suoi affreschi (notevole il grande intervento mantegnesco nell’androne di ingresso) e le sue architetture, lo stratificarsi di una storia millenaria.
Il suggestivo allestimento crea una simbiosi tra le antiche pietre, i preziosi affreschi murali sopravvissuti alle ingiurie dei secoli e degli uomini, e i tesori che qui sono stati concentrati, provenienti dai moltissimi conventi, monasteri, certose e chiese delle vallate feltrine e bellunesi. Tesori che spesso sono esempi della raffinatissima arte della lavorazione delle pietre, dei metalli e soprattutto del legno che nei secoli passati ha contraddistinto questi territori. Notevolissima, ad esempio, la collezione di sculture lignee del nuovo Diocesano, che annovera, tra le tante, l’emozionante parata dei dodici Apostoli o un intenso compianto o ancora un fanciullesco San Giorgio e il drago.
Il nuovo Diocesano, diretto da mons. Giacomo Mazzorana, esprime attenzione anche nei confronti delle grandi personalità artistiche di questo magnifico territorio, ed espone quella che è la maggiore collezione di sculture di Andrea Brustolon, il “Michelangelo del legno” come ebbe a definirlo Honoré de Balzac. Oppure l’importantissimo gruppo di dipinti a tema sacro di Sebastiano Ricci, anch’egli bellunese di origine, o uno straordinario Tintoretto, firmato.
Sculture e dipinti ma anche oreficerie, che in questo Museo si mostrano con reperti di importanza mondiale. A partire dal calice paleocristiano del Diacono Orso, il più antico calice eucaristico dell’Occidente. Un oggetto che per alcuni studiosi, soprattutto del mondo inglese, riporta al Santo Graal. Non meno notevole è il raffinato Reliquiario a busto di San Silvestro Papa, proveniente dalla Certosa di Firenze, capolavoro di Antonio di Salvi, allievo del Pollaiolo.
Sorpresa dopo sorpresa, il percorso conduce sino al contemporaneo, con un giusto omaggio ai grandi mastri del territorio feltrino e bellunese e con l’accoglienza di due opere che Mimmo Paladino e Arnaldo Pomodoro hanno creato proprio per questo Museo. Tutto in un Palazzo-castello che nei millenni si è stratificato su un insediamento già preromano, poi trasformato in sistema fortificato in epoca medievale e ancora in un sontuoso palazzo veneziano e infine adattato, in epoca barocca e poi neoclassica, al mutare dei tempi e dei gusti.
Tutto intorno le Prealpi Feltrine che introducono al Parco delle Dolomiti. In questo ambiente bellissimo, Patrimonio dell’Umanità, il visitatore  è invitato a percorrere anche l’Itinerario Sacro che, trovando epicentro proprio nel Museo, conduce da un lato al Convento Santuario dei Santi Vittore e Corona (affreschi giotteschi, in una costruzione di suggestione unica) e dall’altro alla Certosa di Vedana, meraviglia rinascimentale immersa nei boschi in terra di Sospirolo. Per poi percorrere, se si vuole, La via degli Ospizi, l’antichissimo itinerario che parte dalla Certosa per giungere in valle Imperina, lungo la direttrice della Val Cordevole, da sempre uno dei collegamenti nord-sud più importanti di questa porzione dell’arco alpino.

C.S.


Info:  www.museodiocesanobellunofeltre.it
Tel. 0439 844082