img_1332-2

Il colosso Google
sceglie i Giganti
di Giulio Romano
per avviare il progetto
di mappatura digitale
delle città d’arte italiane

Isabella d’Este, sposa di Francesco II Gonzaga, fu una delle figure più influenti del Rinascimento, immortalata da Tiziano e Leonardo. Con raffinato gusto, dettò i canoni del bello in tutto il mondo allora conosciuto e le Corti europee la interpellavano per farsi indirizzare alle nuove mode. Isabella quindi, oltre che colta mecenate e intelligente promotrice dello straordinario crocevia di artisti creatosi a Mantova, può essere considerata un motore di ricerca ante litteram. L’impeto di rinascimento culturale è insito nel DNA della città che fu cantata da Virgilio, Shakespeare, Verdi; che diede lavoro a Giulio Romano e Mantegna, Torquato Tasso e Ludovico Ariosto; dove nacque, con Monteverdi, la prima opera lirica della storia; ove trovò ispirazione Vivaldi e tenne un concerto il tredicenne Mozart. La moderna Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016, attraversando i secoli, rinverdisce il proprio ruolo di capofila di progetti artistici. Google, il più grande motore di ricerca del nuovo Millennio, parte da Mantova per compiere una mappatura ad altissima risoluzione che per la prima volta non riguarda una singola opera o un monumento, ma un’intera città, che può far conoscere ovunque la propria storia d’eccellenza. Il progetto – fortemente voluto da Giorgia Abeltino, Direttore Public Policy del Google Cultural Institute, in sinergia con l’amministrazione comunale di Mantova – vede Google Arts & Culture, un colosso informatico, muovere i passi d’esordio nel Bel Paese a fianco dei Giganti affrescati da Giulio Romano nel ‘500: i primi italiani doc ad aver fatto il loro ingresso nella piattaforma digitale. La definizione è la più elevata al mondo, grazie ad Art Camera, una fotocamera che utilizza tecnologie innovative, consente di scorgere particolari invisibili a occhio nudo e di apprezzare la preziosità dei particolari. L’ottica spazia a 360° gradi con Street View, mentre tour in realtà virtuale sono possibili con Cardboard e una app. Palazzo Te, fatto erigere da Federico II figlio di Isabella, è il primo luogo a essere immesso on line con i suoi giardini, le sue luci, i suoi colori e le sue magnificenze architettoniche, e schiera in prima fila quaranta opere d’arte, centotrenta dipinti delle collezioni classica e contemporanea, sei mostre che si svelano nel loro nuovo splendore digitale. A brevissimo, si aggiungeranno altri beni del patrimonio mantovano, quali il Teatro del Bibiena, Il Palazzo del Podestà, la Biblioteca Teresiana, il Palazzo e il Tempio di S. Sebastiano, il Museo Urbano Diffuso. Una tappa importante per l’Italia e per Mantova, che si è ritagliata così un posto permanente come capitale delle arti e della bellezza, grazie allar straordinaria capacità di perpetuare il proprio fulgido passato, in un presente futuro anteriore, già democraticamente digitale. Le immagini sono disponibili gratuitamente per tutti sul Web, su Google Arts & Culture e su g.co/mantova2016.

Maria Fleurent

http://www.mantova2016.it/it-ww/google-artsculture.aspx