Una collettiva per riflettere sulla trasformazione del lavoro nel contesto post-industriale e digitale, tra coscienza e disillusione, precarietà e riscatto. In OGR Torino, luogo simbolo della transizione verso nuovi modelli di produttività, le installazioni, le sculture, i video e le performance di tredici artisti internazionali invitano a osservare i resti di un recente passato industriale e le ambivalenze di nuove condizioni lavorative. “Vogliamo tutto. Una mostra sul lavoro, tra disillusione e riscatto” prende il titolo da un romanzo del 1971 dell’artista e scrittore Nanni Balestrini, che racconta l’autunno caldo della Torino del 1969. La mostra indaga la condizione contemporanea, senza proporre soluzioni definitive ma invitando i visitatori a un ripensamento della propria posizione nello scenario lavorativo attuale.

Due filoni discorsivi attraversano idealmente il percorso espositivo, a cura di Samuele Piazza con Nicola Ricciardi, visibile dal 25 settembre 2021 al 16 gennaio 2022 a ingresso gratuito.

Le opere esposte al Binario 1 si concentrano sulla transizione dalla società industriale a quella post-industriale, e sulla necessità di re-immaginare un futuro che si faccia carico dei lasciti materiali, sociali e ambientali di quel modello. Tra questi, il video di Kevin Jerome Everson, Century, che riprende la demolizione dell’omonimo modello di automobile, l’indagine sociale di LaToya Ruby Frazier, The Last Cruze, che testimonia le conseguenze della chiusura di uno stabilimento automobilistico sulla comunità di Lordstown, Ohio, e la monumentale installazione di Mike Nelson, The Asset Stripper, in cui materiali recuperati da industrie dismesse paiono fantasmi di un’epoca passata.

Al Binario 2 l’indagine prosegue focalizzandosi sul lavoro digitale e su come il suo avvento abbia cambiato, radicalizzato o, in alcuni casi, lasciato invariate alcune questioni del mondo del lavoro. Come, ad esempio, in Technologies of Care di Elisa Giardina Papa, una raccolta di interviste a operatrici online di servizi di cura alla persona, rappresentanti di una forza lavoro invisibile, o nelle xilografie The Manual Labor Series di Sidsel Meineche Hansen, che pongono l’attenzione sulla falsa ideologia della scomparsa del lavoro fisico. E ancora nell’installazione video In Real Life di Liz Magic Laser che, in forma di reality show, svela il labile confine tra lavoro e tempo libero grazie al coinvolgimento di cinque gig-worker alla ricerca di un nuovo equilibrio.

Come in un invito alla consapevolezza, alla ricerca di nuove possibilità e di alternative al sistema attuale, il percorso espositivo si chiude con opere che richiamano rivendicazioni del passato: A Call to Arms: Building a Fem Army di Andrea Bowers, su cui campeggiano tre figure femminili in un ideale manifesto per la lotta femminista intersezionale, e Vogliamo Tutto Brickbat di Claire Fontaine, in cui la copertina dell’omonimo libro di Balestrini avvolge un mattone simbolo di protesta e scardinamento.

Inoltre conversazioni, incontri con artisti e curatori, attività educative, laboratori di coding, meditazione in mostra, workshop, visite guidate. Per una maggiore fruibilità, si aggiunge una playlist sul profilo Spotify. Ogni opera esposta è raccontata con video realizzati in collaborazione con l’Istituto dei Sordi di Torino: la playlist con interprete LIS è consultabile sul profilo YouTube.
Per il percorso nei dettagli e il public program si rimanda al sito.

M.C.S.
Fonte: Facco P&C e Ufficio Stampa OGR, 22 settembre 2021
Contributi fotografici: Installation view of the exhibition
Vogliamo tutto. Una mostra sul lavoro, tra disillusione e riscatto, OGR Torino, 2021.
Ph. Hèctor Chico / Andrea Rossetti per OGR Torino. Courtesy OGR Torino


VOGLIAMO TUTTO
UNA MOSTRA SUL LAVORO, TRA DISILLUSIONE E RISCATTO
25 settembre 2021 – 16 gennaio 2022
Ingresso gratuito

OGR Torino
Corso Castelfidardo 22 | 10128 Torino (TO)
info@ogrtorino.it
+39 011 0247108
www.ogrtorino.it