La Galleria di Palazzo Cini a San Vio espone una selezione di opere di tre artisti tra i più rappresentativi del gusto e delle predilezioni collezionistiche di Manlio Malabotta, scrittore e critico d’arte triestino. Per l’occasione sono presentate sette sculture di Arturo Martini il cui corpus di opere, insieme alle raccolte grafiche, dal 2020 fanno parte delle raccolte della Cini, grazie al lascito di Franca Fenga Malabotta.

Il Lascito rende omaggio alla generosità di Franca Fenga Malabotta (1924-2020), vedova del notaio triestino, critico d’arte, poeta, e collezionista Manlio Malabotta (1907-1975), personalità tra le più importanti e affascinanti del Novecento giuliano, la cui fama è legata alla celebre raccolta di dipinti e di grafica di Filippo De Pisis, oggi conservata presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.

Franca Fenga Malabotta davanti al Ritratto di Manlio Malabotta di Adolfo Levier

Franca Fenga Malabotta, donna colta, intelligente, appassionata, è stata per più di quarant’anni amorevole e competente custode delle collezioni e dell’archivio del marito, oltre che lungimirante ambasciatrice, grazie alla poderosa opera di divulgazione e conoscenza promossa attraverso lasciti, donazioni, mostre, pubblicazioni.

Profonda conoscitrice e amante dell’arte, della musica, della poesia, della letteratura, soprattutto grazie alle frequentazioni intellettuali del salotto letterario della coppia (Comisso, Scheiwiller, Conte, Saba, Mandiargues) è stata protagonista della intellighenzia triestina.

Con lascito testamentario disposto del 2013 e perfezionato nel 2020, le collezioni dell’Istituto di Storia dell’Arte si sono arricchite dell’intera raccolta d’arte grafica novecentesca: disegni e stampe di Attardi, Biasion, Cassinari, Chagall, Dova, Guacci, Guidi, Kubin, Lilloni, Maccari, Marini, Mascherini, Minguzzi, Morandi, Morlotti, Reggiani, Vedova, Zigaina. Inoltre, di un significativo nucleo di libri d’artista, con illustrazioni di Barbisan, Bartolini, Carmelich, Carrà, Cesetti, Clerici, De Chirico, De Pisis, Gentilini, Guttuso, Maccari, Martini, Rosai, Sassu, Scipione, Viviani, Zancanaro e infine di alcuni pregevoli volumi illustrati ottocenteschi.

Filippo de Pisis, Bobby

A rendere speciale il lascito Malabotta è senza dubbio il nucleo di opere, in particolare sculture, di Arturo Martini, il sommo artista trevigiano, rivoluzionario protagonista della plastica nel Novecento italiano. La mostra “Arturo Martini, Giorgio Morandi, Filippo De Pisis. Il Lascito Franca Fenga Malabotta” espone al piano nobile della Galleria di Palazzo Cini, dal 1 al 31 ottobre 2021, sette opere di Martini, tre di Morandi, tre di de Pisis.

Fino al 31 ottobre si può inoltre ammirareil celebre dipinto San Giorgio e il drago di Paolo Uccello prestato dal Musée Jacquemart-André di Parigi (vedi approfondimento DeArtes qui). Al secondo piano continua la mostra Piranesi Roma Basilico (vedi approfondimento DeArtes qui).

M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Fondazione Cini, 25 settembre 2021
Immagine di copertina: Arturo Martini, Donna al mare, 1932

ARTURO MARTINI, GIORGIO MORANDI, FILIPPO DE PISIS
IL LASCITO FRANCA FENGA MALABOTTA
1 – 31 ottobre 2021

Palazzo Cini
Campo San Vio, Dorsoduro 864, Venezia
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