È stato presentato al pubblico il rivoluzionario progetto di digitalizzazione 3D dell’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia e dell’acqua della laguna circostante. Le architetture monumentali, interne ed esterne, le aree del parco e della chiesa di San Giorgio sono state integralmente scansionate. Nell’ambito delle celebrazioni del 70° anniversario della Fondazione Cini, il 27 settembre 2021 si è tenuta su YouTube una speciale lezione di AOA ARCHiVe Online Academy, in cui Adam Lowe, presidente e fondatore di Factum Foundation, e Frédéric Kaplan, docente e direttore del Digital Humanities Insitute at EPFL, hanno illustrato i risultati della grande campagna di registrazione ambientale iniziata nel 2020 e proseguita negli ultimi mesi con un nuovo progetto di ricerca che prevede la digitalizzazione dell’acqua che lambisce l’Isola grazie all’installazione del sensore Divirod.

Il progetto è nato dalla ricerca nelle nuove frontiere della digitalizzazione, una partnership tra Fondazione Giorgio Cini, il DHLAB dell’École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) e Factum Foundation for Digital Technology in Conservation.

La prima fase ha riguardato la digitalizzazione della Basilica di San Giorgio Maggiore, utilizzando la scansione LiDAR e la fotogrammetria terrestre. L’isola è stata quindi registrata da più di 600 diversi punti diversi, da cui è stata generata un’enorme massa di dati con 60.000 milioni di punti. I dati acquisiti stanno portando alla creazione di un modello 3D dell’intera Isola.

Nel 2021 Factum Foundation ha coinvolto Divirod, società statunitense con sede a Boulder in Colorado, per la digitalizzazione delle acque di tutto il mondo e la resilienza delle coste. È stato quindi sviluppato uno straordinario sensore radar che, utilizzando satelliti del GPS, registra dati localmente focalizzati per generare modelli idrologici accurati, in questo caso un modello dell’andamento della marea e del movimento dell’acqua che circonda l’Isola di San Giorgio, producendo dati accessibili in tempo reale su desktop e dispositivi mobili.

LA FONDAZIONE CINI RICEVE UN FINANZIAMENTO DAL PRESTIGIOSO GETTY FOUNDATION DI LOS ANGELES
Il contributo riconosce l’importante lavoro di schedatura svolto dalla Fondazione per il progetto l’Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento.
La Fondazione Giorgio Cini è stata selezionata, insieme ad altre 18 prestigiose istituzioni internazionali, dalla Getty Foundation di Los Angeles nell’ambito del programma The Paper Project: Prints and Drawings Curatorship in the 21st Century, che sovvenziona progetti di formazione, curatela, catalogazione di materiali grafici. Grazie al contributo ricevuto, verrà realizzata, nel 2023 ai Musei Civici di Pavia, una mostra su parte dei materiali schedati nell’Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento.

L’archivio digitale – a cura di Laura Aldovini, David Landau e Silvia Urbini – pubblicato online dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini nel 2020, rintraccia, studia e cataloga le xilografie su fogli sciolti e le matrici a partire dai primi esemplari noti dell’inizio del Quattrocento fino al 1550 circa.

Le xilografie, e le matrici lignee da cui derivano, sono fra i materiali meno studiati della grafica italiana del Rinascimento. Altre tecniche a stampa, come i bulini e le acqueforti, erano a partire del secondo decennio del sedicesimo secolo spesso destinate a riprodurre disegni e opere di artisti noti, ovvero sono ‘stampe di riproduzione’: ad esempio, grande fu la fortuna di stampe derivate da opere di Raffaello Sanzio. Le xilografie invece sono quasi sempre ‘stampe di invenzione’, ovvero opere disegnate da un artista noto, come Tiziano Vecellio, o anonimo, specificamente per quella stampa, senza riferimento a un’altra opera esistente.

L’archivio digitale realizzato dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini si propone di colmare questa lacuna: è come una sorta di meta-museo destinato alla xilografia italiana del Rinascimento, dove sono raccolte, catalogate e mostrate le opere conservate nelle istituzioni nazionali e internazionali e nelle collezioni pubbliche e private che le conservano.

Ulteriori informazioni sono disponibili all’indirizzo www.getty.edu/foundation

C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa Fondazione Cini, 20 e 22 settembre 2021

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