Il colore nei marmi antichi: impalpabile e presente, vivo e fragilissimo. Alla ricerca spetta il compito di aggiungere al quadro di conoscenze in fieri, le rilevazioni ambientali, le analisi chimico-fisiche, i parametri di inquinamento e ora anche la temperatura dei corner dove si trovano i capolavori della Collezione Farnese. Il progetto “MANN in colours”, che studia la cromia nelle sculture del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (vedi approfondimento DeArtes qui) diviene itinerario pilota per una visione a tutto tondo sulla tutela dei capolavori dell’Istituto. Alla conservazione segue la valorizzazione, perché la ricerca viene condivisa con il pubblico in cantieri aperti ai visitatori. Allo scopo, è stata sviluppata la partnership scientifica con l’Università di Roma Tor Vergata – progetto “EcoValors” – e con l’Università di Perugia, cui si lega anche un supporto da parte dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR. 

Si è partiti dalla rilevazione ambientale, che consente di definire lo “stato di salute” delle aree che ospitano le statue, avvalendosi di sensori che captano la concentrazione di inquinanti in situ e di un campionatore volumetrico che aspira dieci litri d’aria al minuto, identificando successivamente le spore fungine dell’ambiente. Intrecciando i dati, si può capire quali siano i rischi provenienti dall’esterno dell’edificio (acidi e ossidi di azoto da inquinamento viario) e quali le “minacce” naturali legate alla presenza umana in sala. Nel caso in cui gli esperti identifichino valori limite, dannosi per la tutela dei reperti, saranno adottate misure di contenimento, in particolare per una corretta circolazione dell’aria. 

Sono state avviate il 12 ottobre 2021 le indagini con termocamera per verificare la temperatura degli angoli che ospitano le statue del Museo. La fotocamera digitale rileva la radiazione emessa e riflessa nelle lunghezze d’onda dell’infrarosso termico: in sintesi, viene scattata un'”immagine termica” dell’oggetto osservato, identificando stime di temperatura tra aree calde e fredde. È possibile così identificare eventuali microfessurazioni, in cui si potrebbero insinuare acqua e inquinanti organici e inorganici. Dalle prime analisi sono emerse le temperature medie apparenti dei capolavori: 22.3°C per l’Ercole Farnese rispetto ai 24.1° C della sala.

M.C.S.
Fonte: A.C. Ufficio Comunicazione, 12 ottobre 2021

Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Piazza Museo 18/19 – 80135 Napoli
man-na@beniculturali.it
Tel. 081 44 22 111 — 149
www.mannapoli.it