Quattro sono le mostre visibili dall’autunno 2021 ai primi mesi del nuovo anno nella sede del Mart di Rovereto e altre due apriranno tra poco. Si aggiungono esposizioni alla Casa d’Arte Depero e alla Galleria Civica di Trento. Grande attenzione è dedicata al futurismo, cuore pulsante del Mart, ma anche ai falsi d’arte così ben eseguiti da aver ingannato collezionisti e musei. Poi, due artisti a confronto sull’astrazione, un approfondimento sul genere grafico e spazio ai giovani artisti trentini.

DEPERO NEW DEPERO
16 ottobre 2021– 13 febbraio 2022 PROROGATA FINO AL 5 GIUGNO
Mart Rovereto
In mostra circa 500 lavori tra opere, disegni, mobili, oggetti, manifesti, fotografie, libri e riviste; una decina di video e film realizzati negli ultimi 20 anni; fumetti e oggetti di design, oltre ai celebri prodotti Campari. Una grande esposizione dedicata a Fortunato Depero – geniale artista futurista, pioniere di un’idea di arte totale che spazia dalla pittura alle arti applicate, dall’editoria alla pubblicità, dalla scenografia alla performance – esplora l’attualità delle sue sperimentazioni e le influenze delle sue ricerche negli ambiti dell’arte, della moda, del design dagli anni Settanta a oggi.

Senza Fortunato Depero (Fondo, Val di Non, 1892 – Rovereto, 1960) il Mart di Rovereto inaugurato quasi 20 anni fa, non esisterebbe. Alla sua morte l’artista lasciò al Comune di Rovereto l’unico museo futurista italiano e il suo archivio personale, comprensivo di circa 3000 oggetti, tra cui buona parte della sua produzione artistica, carte, materiali e una ricca biblioteca.Questa inestimabile eredità restituisce la figura di un artista poliedrico impegnato suvari fronti e ambiti di sperimentazione, dalla pittura ai complessi plastici motorumoristi,dalla grafica al teatro, dalla poesia alla comunicazione, dalla lirica ai progetti editoriali.Un creativo alla ricerca dell’arte totale, fermamente convinto che tra un linguaggio el’altro non esistessero gerarchie.

Tra il 1957 e il 1960, negli ultimi anni della sua vita, Fortunato Depero realizzò la Galleria museo Depero, primo e unico museo futurista in Italia. Nel 1987 la Galleria diventò parte integrante del Mart. Nel 2009, dopo un lungo restauro e un ampliamento, la Galleria rinacque con un nuovo nome: Casa d’Arte Futurista Depero, in memoria dell’officina fondata a Rovereto nel 1919 e chiusa negli anniQuaranta. In questa sua nuova veste, il museo presenta le opere di Depero insieme amobili, sedie, tavoli, panche e lampade che fanno pensare a un’abitazione, e materiali d’archivio valorizzati dalle mostre temporanee.

Negli anni il Mart ha dato seguito alle idee di Depero, trasformando il suo lascito in unpatrimonio in divenire, investendo sull’acquisto di decine di opere e di numerosiarchivi, su restauri e ricostruzioni di costumi, mobili, oggetti, scenografie. La grande mostra Depero New Depero, a cura di Nicoletta Boschiero, per la prima volta rende conto di questa storia che, come avrebbe voluto Depero stesso, spazia dall’arte all’editoria, dal teatro al design, dal fumetto al cinema.

Sono esposti per la prima volta circa 200 volumi pubblicati dal Mart, le opere in buxus appena restaurate, documenti d’archivio, riviste e fumetti, le fotografie e i libri, gli oggetti e i mobili di quegli artisti e designer che a Depero si sono ispirati, le ricostruzioni storiche. Non mancano testimonianze di mostre, film e video che diedero risalto alla figura di Depero. Appositamente per quest’esposizione sono stati realizzati alcuni video dedicati al soggiorno newyorchese dall’artista. Il percorso della mostra si snoda, scenografico tra 5 sezioni: Introduzione, Ricostruzioni, Effetto Depero, America, Museo, Conservazione/Educazione.


DEPERO E LA SUA CASA D’ARTE DA ROVERETO A NEW YORK
21 ottobre 2021 – 27 marzo 2022
Casa d’Arte Futurista Depero
Un gruppo di opere storiche provenienti da importanti collezioni pubbliche e private evoca il clima creativo della Casa d’Arte Futurista a Rovereto e della Depero’s Futurist House a New York tra il 1920 e il 1930. La prima, fondata dall’artista nel 1919, fu il centro di produzione di innumerevoli tarsie di stoffe colorate – più note come “arazzi” – ma anche di cartelli pubblicitari, mobili e suppellettili.

La seconda risale agli anni dell’avventura newyorkese, dove Depero dipinse poco ma realizzò ambientazioni per ristoranti, soluzioni sceniche e costumi per il Roxy Theatre, centinaia di bozzetti pubblicitari e illustrazioni per le più popolari riviste di moda e grafica.

La mostra ripercorre un decennio di creatività tra i più significativi per Depero, un periodo in cui l’artista fece proprie le nuove teorie dell’arte meccanica futurista e realizzò il suo sogno di “portare l’Arte nella vita”.


IL FALSO NELL’ARTE
ALCEO DOSSENA E LA SCULTURA ITALIANA DEL RINASCIMENTO 
3 ottobre 2021 – 9 gennaio 2022 
Mart Rovereto

A Rovereto, la più vasta selezione di opere di Alceo Dossena finora esposta al pubblico. Provenienti da collezioni pubbliche e private e realizzate nello stile e con le tecniche dei maestri antichi e rinascimentali, sono veri e propri capolavori capaci di ingannare l’occhio dei più esperti.

A cura di Dario Del Bufalo e Marco Horak, da un’idea di Vittorio Sgarbi, la mostra ripercorre per la prima volta la vicenda artistica del cremonese Alceo Dossena (Cremona, 1878 – Roma, 1937), “autentico falsario”, figura tra le più affascinanti del secolo scorso, che diede vita a una ricchissima produzione di falsi di opere scultoree di età antica e rinascimentale.

Tra le figure più singolari ed enigmatiche del mondo dell’arte nel Novecento, creò autentici capolavori che vennero attribuiti dagli studiosi e dai direttori di musei e gallerie di volta in volta a Giovanni e Nino Pisano, a Simone Martini, al Vecchietta, all’Amadeo, a Donatello, a Mino da Fiesole, a Desiderio da Settignano, ad Andrea del Verrocchio, ad Antonio Rossellino e ad altri celebri maestri del passato.

Capace di falsificare tutti gli stili, dagli Etruschi ai contemporanei, Dossena raggiunse risultati di una qualità tale che le sue opere vennero acquistate dai più grandi musei del mondo, tramite antiquari che gli suggerivano soggetti e modelli e gli fornivano, oltre al denaro, materiali e locali (tra cui il celebre studio di via Margutta). Le sue realizzazioni possedevano un pregio che raramente si può riscontrare nelle opere di un falsario: avevano la forza dell’originalità, poiché spesso non si trattava di copie di esemplari noti, ma di modelli originali creati ex novo, realizzati secondo i dettami stilistici e le tecniche esecutive dell’antichità classica, del Due-Trecento o del Rinascimento. Dossena seppe entrare nel corpo e nello spirito delle forme, mescolando suggestioni della scultura italiana più alta alla sua personale sensibilità.

Completano il percorso espositivo due confronti con “falsi” recenti: alcune sculture “da Amedeo Modigliani” e le celebri teste realizzate per scherzo da Pietro Luridiana, autore con alcuni amici della “beffa delle false teste di Modì” di circa trent’anni fa a Livorno.  Inoltre, alcune opere del pittore Lino Frongia. In anni recenti, l’artista è stato accusato di aver realizzato e contribuito alla vendita di alcuni falsi acquistati da musei francesi. Il processo è tutt’ora in corso.
Catalogo pubblicato da «L’Erma» di Bretschneider.


Achille Perilli, La contemplazione di una evidenza, Mart collezione Vaf Stiftung, ph Mart archivio fotografico e mediateca

PIERO GUCCIONE E ACHILLE PERILLI. AI CONFINI DELL’ASTRAZIONE
21 ottobre 2021 – 9 gennaio 2022
Mart Rovereto
Un inedito confronto tra due artisti del secondo Novecento: da un lato Piero Guccione (1935 – 2018), il pittore della luce e del mare, dall’altro Achille Perilli (1927 – 2021), promotore della più pura astrazione. Al centro, il colore e la forma.

Legato alla sua terra d’origine, la Sicilia, e allo stesso tempo riconosciuto in tutt’Italia, Guccione visse nella Roma neorealista di Fausto Pirandello, Renato Guttuso, Carlo Levi. Achille Perilli è invece stato uno dei membri di Forma 1, il movimento che nell’immediato dopoguerra professò il valore della forma in opposizione a ogni possibile interpretazione di natura simbolica, sentimentale o psicologica dello spazio della tela.
Pur seguendo traiettorie proprie, lo stile dei due artisti resterò intimamente legato a queste prime esperienze. La pittura di Guccione, tornato in Sicilia alla fine degli anni Settanta, si pose al di sopra di ogni corrente artistica dell’epoca; quella di Perilli proseguì nel solco di una rigorosa astrazione, alla ricerca di cromatismi accesi e brillanti.

La mostra nasce da un’idea di Vittorio Sgarbi e Lorenzo Zichichi. A cura di Marco Di Capua e Daniela Ferrari. In collaborazione con Il Cigno GG Edizioni, Archivio Piero Guccione, Archivio Achille Perilli.


Romolo Romani, Il lamento, 1905 circa, Musei Civici Brescia

ROMOLO ROMANI. ANIMA E VISIONI
21 ottobre 2021 – 13 febbraio 2022
Mart Rovereto
Con una selezione di circa settanta opere e documenti, provenienti principalmente dalla Fondazione Brescia Musei e dalle Collezioni del Mart, l’esposizione – da un’idea di Vittorio Sgarbi, a cura di Beatrice Avanzi e Roberta D’Adda – ripercorre le tappe della breve carriera artistica di Romolo Romani (1884 – 1916): il precoce esordio come caricaturista nei primissimi anni del Novecento; l’originale sintesi tra Simbolismo ed Espressionismo, influenzata dall’arte del Nord Europa; la sperimentazione di un linguaggio non figurativo, in anticipo sui più celebri artisti astratti del XX secolo; infine il ritorno a uno stile più tradizionale negli ultimi anni della sua vita. 

Tra i firmatari del primo “Manifesto dei pittori futuristi” (1910), gruppo da cui poi si allontanò, Romani si dedicò a una produzione prevalentemente grafica caratterizzata da volti grotteschi che affiorano tra strutture geometriche, espressione di stati d’animo. L’interesse per l’occultismo e la volontà di indagare fenomeni naturali evocando sensazioni e suoni interiori lo portarono sulla via dell’astrazione, di cui fu uno dei precursori in Europa. All’ultimo periodo è riconducibile il ritorno alla figurazione, con una serie di ritratti e manifesti di grande forza espressiva.


Pietro Weber, Sentinella, 2012, Courtesy l’artista

EX POST2
MICHELE PARISI | MALI WEIL | VERONICA DE GIOVANELLI | PIETRO WEBER
3 ottobre 2021 — 7 novembre 2021
Galleria Civica, Trento
A tre anni dalla prima edizione torna Ex Post, la mostra sui lavori degli artisti trentini a cui sono dedicati i Quaderni ADAC. L’Archivio trentino Documentazione Artisti Contemporanei, voluto dalla prima direttrice del Mart, Gabriella Belli, e fondato dall’intellettuale Diego Mazzonelli, documenta l’attività degli artisti attivi in Trentino. Dal 2013 ha la sua sede presso la Galleria Civica di Trento, terza sede del Mart. Archivio vivo, in costante aggiornamento, strumento di collegamento tra museo, artisti, realtà associative culturali e appassionati d’arte, l’Archivio è oggi gestito dal curatore Gabriele Lorenzoni.

Tra il 1992 e il 1998, Diego Mazzonelli diede alle stampe 30 monografie dedicate ad altrettanti artisti trentini, i Quaderni ADAC. A distanza di vent’anni Gabriele Lorenzoni e Lodovico Schiera hanno rilanciato quella collana, dando inizio alla seconda serie, con testi e apparti bilingui italiano/inglese. Ex Post2 è la mostra che segue la pubblicazione dei Quaderni ADAC e presenta la produzione recente degli artisti selezionati, aventi percorsi di ricerca molto distanti tra loro. Pittura, scultura, fotografia, video sono i linguaggi che popolano le sale della Galleria Civica, divisa in quattro sezioni.

Michele Parisi parte da suggestioni fotografiche per realizzare opere pittoriche dense di nessi culturali; Veronica de Giovanelli è tra le giovani interpreti degli sviluppi contemporanei della pittura, in bilico fra riferimenti paesaggistici e astrazione informale; Mali Weil indaga la società odierna partendo da spunti antropologici, psicologici e storici, avvalendosi degli strumenti e dei linguaggi della ricerca, della performance, del design, della fotografia, del video; Pietro Weber sperimenta con i valori formali e cromatici della ceramica.

Ex Post2 continua fuori delle mura della Galleria Civica con due interventi.  A Rovereto la grande tela Oblio – Palmira di Michele Parisi, recentemente entrata a far parte della Collezione del Mart, accoglie il pubblico nel foyer di ingresso del museo.  A Trento, presso la sala lettura della Libreria due punti, è fruibile in cuffia la registrazione sonora della performance Forests | Unlearning di Mali Weil.

PROSSIMAMENTE
Canova tra innocenza e peccato
18 dicembre 2021 – 18 aprile 2022
Il Mart celebra l’eredità di uno dei più importanti maestri della scultura di tutti i tempi con un’esposizione che mette in luce l’attualità dell’opera di Canova nei linguaggi contemporanei.

Wainer Vaccari
20 novembre 2021 – 27 febbraio 2022

M.C.S.
Fonte: Area stampa Mart e Trentino Marketing, settembre ottobre 2021

Mart Rovereto
Corso Bettini, 43 – 38068 Rovereto (TN)
T. 800 397760 | T.+39 0464 438887
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