Un progetto ambizioso e impegnativo. Oficina OCM ha presentato l’integrale dei cinque concerti per pianoforte e orchestra di Ludwig van Beethoven, in una maratona in unica giornata, iniziata al pomeriggio e conclusasi alla sera. Una ghiotta anticipazione della stagione Tempo d’Orchestra ormai alle porte (vedi notizia DeArtes qui) tramite un progetto autonomo, avente una specifica e affascinante identità. “Da Isabella a Ludwig. La via della musica” ha proposto un tragitto di tre giorni nella città di Mantova, lungo il cosiddetto Percorso del Principe, che ha portato a scoprire o riscoprire l’importanza che la musica ha in ogni tempo rivestito a Mantova, dal Rinascimento della Corte dei Gonzaga fino all’Ottocento (vedi notizia DeArtes qui), e che è infine culminato con il focus sul compositore di Bonn.

Esecutori d’eccellenza, l’Orchestra da Camera di Mantova con Alexander Lonquich nel duplice ruolo di pianista e direttore. Un artista di fama ma soprattutto un amico di lunga data dell’OCM, con cui vanta un feeling distintamente percepibile, un’intesa subitanea, una comunione di intenti che si traduce in un insieme dall’unico respiro. Al Teatro Sociale di Mantova, i concerti sono stati eseguiti in ordine rispondente alla cronologia di composizione, ossia 2, 1, 3, 4, 5. È emerso in primis il genio di Beethoven, proteso costantemente alla ricerca di uno stile personale, di nuove forme espressive che ancor oggi risultano stupefacenti per il loro carattere innovativo e per la capacità di parlare all’umanità intera.

Lonquich è un musicista di razza e di fama consolidata, proprio come la formazione OCM. Eccellenze ribadite in questa occasione. Per essere esatti, prevedibilmente ribadite: infatti il pregio della prevedibilità, intesa come certezza matematica della qualità, è una costante dei cartelloni OCM. Lonquich è anche una “macchina da guerra”. In questo compito oggettivamente gravoso è parso per nulla affaticato nel tocco vivace e nell’attenzione profusa a guidare la compagine strumentale. Ha inanellato un concerto dopo l’altro con scioltezza, con una naturalezza che ha dello sbalorditivo, ripetendo addirittura un intero movimento come bis conclusivo. Lonquich eccelle nella tecnica sopraffina, precisa e pulita nelle stupende densità di note che costellano il dettato beethoveniano. Una espressività, la sua, basata principalmente sulle dinamiche e sullo stretto dialogo instaurato tra il pianoforte e l’orchestra. La quale, dal canto suo, ha dato ennesima prova di affiatamento e di sensibilità interpretativa.

OCM e Lonquich stanno portando l’integrale dei concerti di Beethoven, a tappe, in altre sale da concerto. Dopo Ferrara, figurano nel cartellone Ravenna Musica, che ha in programma il secondo appuntamento del ciclo, con i concerti 4 e 5, al Teatro Alighieri il 24 novembre. 

Recensione Maria Luisa Abate
Visto al Teatro Sociale di Mantova il 17 ottobre 2021
Contributi fotografici: MiLùMediA for DeArtes