Tra la metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento il territorio ticinese è stato gradualmente scoperto e descritto da naturalisti e uomini di scienza, da geografi, fotografi, pittori, storici dell’arte. Essi hanno percorso e analizzato il paese in cui vivevano e operavano, con gli strumenti scientifici e tecnici propri della loro epoca e del loro mestiere, quali il disegno, il rilievo morfologico, l’incisione, la fotografia, la pittura ad olio…È questo un territorio caratterizzato dall’aspra natura alpina e costruito dagli uomini che nel corso dei secoli l’hanno vissuto e ne hanno modellato l’aspetto con manufatti ed edifici.

L’esposizione “L’incanto del paesaggio. Disegno, arte, tecnologia”, alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate (Mendrisio) dal 13 novembre 2021 al 25 aprile 2022, illustra le intuizioni e le tecniche utilizzate da coloro che, a partire da metà Ottocento, guardarono e interpretarono con occhi nuovi e nuovi strumenti di indagine il loro territorio. Nacquero così le prime elaborazioni cartografiche, le carte topografiche Dufour e Siegfried, allestite secondo aggiornati criteri geodetici e trigonometrici, misurati e stabiliti con precisione (e grandi fatiche) sul terreno.

Francesco Solari: Paliotto d’altare con Paesaggio (1732).
Motto di Dongio, Chiesa di San Pietro

Qualche tempo dopo fu elaborata una prima catalogazione dei monumenti più significativi esistenti sul territorio ticinese, sotto l’impulso del padre della storiografia artistica elvetica Johann Rudolf Rahn (1841-1912). In mostra, una serie di disegni del suo allievo e aiutante Hermann Fietz (1869-1931), che illustrò e rilevò con oggettività e precisione i monumenti maggiori e anche il contesto paesaggistico.

Luigi Lavizzari (1814-1875), uomo di scienza e politico, fu tra i primi naturalisti che descrissero con precisione le componenti del paesaggio naturale raccogliendo e catalogando i più differenti materiali. Una grande operazione analitica che da subito fu accompagnata non solo dal disegno e dalla cartografia ma anche dalla fotografia. La seconda parte espositiva si concentra su artisti che interpretarono e diedero un nuovo significato ai paesaggi: dai più famosi Luigi Rossi, Edoardo Berta, Filippo Franzoni, Ugo Zaccheo, ai meno noti Remo Patocchi, Regina Conti, Emilio Maccagni e altri.

Chiude la mostra uno sguardo sul futuro e sul presente, con una postazione riservata a suggestive riprese con i droni rielaborate attraverso un modello in 3D. Oggi il paesaggio è letto attraverso l’informatica, le nuove tecnologie (il rilevamento fotogrammetrico; il Laser scanner e i droni) e la geomatica. Strumenti che permettono di avere una percezione e quindi un’interpretazione nuova e inedita del paesaggio, che non sarà certamente l’ultima.

Gioachimo Galbusera: Laghetto Moesola veduta dal Passo.
Patriziato di Mesocco

M.C.S.
Fonte: Studio Esseci, novembre 2021
Immagine di apertura:
Luigi Lavizzari: Uccelli esotici di Alberto Peri.
Museo cantonale di storia naturale, Lugano.
Foto di R. Pellegrini

L’INCANTO DEL PAESAGGIO. Disegno, arte, tecnologia
13 novembre 2021 – 25 aprile 2022

Pinacoteca cantonale Giovanni Züst
Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera
www.ti.ch/zuest