La 34ᵃ edizione del festival Bolzano Danza/Tanz Bozen, in programma dal 12 al 27 luglio, si snoda tra grandi nomi della scena mondiale e giovani realtà, in una combinazione di stili in linea con l’irrequietezza del presente. Corpi forgiati alla danza, prestanti e inattesi, corpi performativi, esperienze sensoriali e pluridisciplinari si incontrano nel variegato cartellone 2018.
Un festival, organizzato dalla Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, proiettato sul mondo, aperto al dialogo tra le arti, decisamente contemporaneo e pronto a conquistare nuovi pubblici. Trentacinque rappresentazioni, di cui sei in prima nazionale, due in prima assoluta e quattro coproduzioni compongono il programma ospitato nelle sale del Teatro Comunale, al Museion – Museo di arte contemporanea di Bolzano, in centri nevralgici e parchi cittadini nonché al Noi Techpark, a Vadena e Renon.
Al Teatro Comunale è protagonista la coreografia con nomi altisonanti della scena internazionale. L’ouverture del festival, come consuetudine, si svolge a Museion giovedì 12 luglio con l’ospitalità del progetto site specific Argon firmato dal coreografo Fabrizio Favale in collaborazione con il collettivo multimediale ZimmerFrei. Ogni successivo giovedì, durante il festival, Argon assume nuove sfumature e declinazioni dialogando con gli stati della materia e l’edificio di Museion. Segue Bill T. Jones che, con la sua storica compagnia americana, presenta due capolavori del repertorio che mettono in dialogo il movimento con la musica di Schubert e Mendelssohn, eseguita dai Solisti dell’Orchestra Haydn: Story/ e D-Man in the water. È un gradito ritorno quello di Helena Waldmann, la coreografa tedesca attratta dall’attualità e da riflessioni sul presente che in Good passports bad passports, coinvolgendo danzatori, acrobati e amatori scelti in loco, indaga il tema scottante dei confini territoriali e umani.
Al Teatro Studio avviene il debutto assoluto della compagnia di Roberto Zappalà Liederduett, spettacolo coprodotto da Bolzano Danza. Un lavoro bipartito in cui il coreografo catanese porta in scena quattro danzatori uomini, un controtenore e un pianista per raccontare il primo lutto fratricida – la storia biblica di Caino e Abele – e una possibile redenzione. Michele Di Stefano è anche ospite con Bermudas_Tequila Sunrise, prima assoluta e coproduzione del festival di un lavoro per dieci interpreti, ispirato alle teorie del caos, carico di tensione relazionale, giochi di attrazioni e repulsioni in un assetto scenografico di grande impatto visivo.
Per la prima volta è a Bolzano Danza/ Tanz Bozen la serba Dunja Jocic attiva in Olanda, che presenta un inquietante e potente duetto maschile incentrato sulle relazioni claustrofobiche che creano dipendenza: Don’t talk to me in my sleep. Atteso è il debutto in esclusiva nazionale di 10000 Gestes di Boris Charmatz, coreografo anticonformista, direttore del Musée de la Danse di Rennes, che ama stupire con progetti che si interrogano sullo stato mentale e intellettuale della danza oltre che fisico. In questo spettacolo l’autore, capofila della non-danse negli anni ‘90, si riconcilia con la storia della post modern dance e con gli impulsi più radicali e violenti dei suoi diciassettte straordinari interpreti per costruire un’ode all’impermanenza del gesto. Altro artista iconoclasta, lo scozzese Michael Clark, figura di riferimento della danza mondiale sin dagli anni ‘80 è punk e rock, elegante e trasgressivo e sa coniugare gli opposti nel rigore coreografico del suo nuovo tripartito spettacolo, To a simple, rock’n’roll … song, in prima nazionale a Bolzano, che prende spunto dalla musica di Erik Satie, Patti Smith e David Bowie. La coreografa catalana Lali Aygudadé torna con un nuovo quartetto dal titolo iU an Me costruito a partire da una riflessione sulle reazioni umane di fronte a eventi tragici.
Compagnia associata al festival, la Gauthier Dance//Theaterhaus Stuttgart è ospite regolare per il triennio 2018-2020. Per la serata conclusiva, il 27 luglio, presenta al Teatro Studio Ballet 102, ironico duetto sulle posture del passo a due per la prima volta in Italia, e in Sala Grande tre attesi debutti. Nel nuovo Mixed Bill si annoverano gli omaggi a due icone della danza, Pina Bausch e Louise Lecavalier, rispettivamente firmati da Marco Goecke ed Eric Gauthier, e la creazione della canadese Virginie Brunelle insieme al blockbuster Minus 16 di Ohad Naharin, che non mancherà di far ballare tutti gli spettatori.
Inoltre ritornano la Notte a teatro per piccoli e adulti, il 20 e 21 luglio, abbinata alla visione dello spettacolo multimediale per famiglie Joseph_kids di Alessandro Sciarroni e le proposte delle promesse selezionate dalla rete nazionale Anticorpi XL: Siro Guglielmi, Diego Tortelli e Luna Cenere.
Novità di questa edizione è la decisione del direttore artistico Emanuele Masi di farsi affiancare da un guest curator per l’ideazione degli eventi Outdoor: Michele Di Stefano, coreografo e guida del collettivo mk, Leone d’Argento per l’innovazione alla Biennale di Venezia 2014. Già conosciuto dal pubblico del festival per il progetto della Museion Media Façade 2014, torna ora per proporre una serie di appuntamenti racchiusi sotto il titolo Vedute/Ansichten. Numerosi artisti dell’ambito performativo italiano quali Roberta Mosca e Canedicoda, Strasse, Maurizio Saiu, Fabrizio Favale, Claudia Castellucci portano così il loro sguardo ‘esterno’ sulla città per tracciarne nuovi confini.
La sezione Outdoor è un coacervo, volutamente eterogeneo, di esperienze multidisciplinari e performative volte a costruire un nuovo tragitto di visione del panorama e della danza. Un programma per sollecitare gli spettatori più curiosi e per condividere esperienze che alterna eventi della durata di ventiquattro ore, tra musica e danza, intensi assoli, danza corale, un’installazione interattiva, danze di coabitazione e relazione, un site specific, fino alla Secret Performance con autore e luogo sconosciuti.

C.S.

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