La visita al Complesso Monumentale della Pilotta, a Parma, si arricchisce di un nuovo percorso, grazie all’apertura della cosiddetta “Ala Nuova” del Museo Archeologico, una delle sezioni museali più innovative della museologia italiana contemporanea. La parte dell’edificio costruita a cavallo tra Otto e Novecento viene finalmente riaperta al pubblico, dal 22 dicembre 2021, svelando tesori e spazi mai visti: la “Sala ceramiche” dominata da un maestoso soffitto a cassettoni occultato alla vista negli anni Cinquanta da un enorme piano in calcestruzzo e ora meticolosamente restaurato, e le Sale egizie, create a imitazione delle tombe ipogee dei faraoni.

L’Ala Nuova è il frutto di tre cantieri paralleli comprendenti, oltre alla creazione delle sale, il restauro delle facciate di pertinenza disegnate dall’architetto di corte, uno dei più importanti del neoclassicismo europeo, Ennemond Alexandre Petitot sul Cortile della Cavallerizza.

Sotto la direzione di Simone Verde, dal 2017 il Complesso Monumentale della Pilotta, uno degli istituti più importanti d’Europa che si snoda per circa 40.000 metri quadri espositivi nel cuore di Parma, è oggetto di una titanica opera di restauro, riconcepimento e riallestimento finanziata con fondi del Ministero della Cultura. Tra il 2018 e il 2021 sono state aperte circa 10 nuove sezioni, e un nuovo importante tassello si aggiunge ora con l’Ala Nuova del Museo archeologico, prefigurazione del rifacimento totale delle collezioni di antichità previsto tra circa nove mesi.

PROSSIME RIAPERTURE
A gennaio è prevista l’apertura del nuovo Museo Bodoniano, il più antico museo europeo della stampa, collocato nel cuore di un’ala tutta nuova della Biblioteca Palatina a firma di Guido Canali e ottenuta tramite la chiusura e la riqualificazione di uno spettacolare portico a tre navate finora estremamente degradato.

A febbraio l’inaugurazione dell’Ala Ovest e dell’Ala Nord – occupate dalla Galleria – completamente rinnovate, che ospiteranno una sezione tutta nuova sulla pittura Fiamminga le cui opere, circa una cinquantina, sono state in gran parte sottoposte a restauro e verranno messe in relazione all’arte manierista del ducato, nonché le sale dedicate alla pittura italiana ed europea del Sei e del Settecento.

A fine marzo, a conclusione dell’opera di riallestimento, l’inaugurazione generale della Nuova Pilotta e la mostra sulle Collezioni Farnese, che riporterà a Parma i capolavori da cui sono nate le collezioni della città.

SALA DELLE CERAMICHE
Gli interventi di ripristino del possente, elegante soffitto ligneo a cassettoni, di restauro e di riposizionamento del lungo tavolo ligneo su cui era esposto il Trionfo da Tavola, ritrovato in stato d’abbandono in uno dei depositi della Galleria Nazionale, hanno permesso di restituire al pubblico le pregevoli collezioni greche, etrusche, italiche e romane del Museo. Le ceramiche, acquistate nell’Ottocento per il Museo Ducale dal direttore del museo Lopez, sono esposte in forma spettacolare, collocate singolarmente o a piccoli gruppi, in ordine cronologico, entro teche di vetro poggiate sul tavolo, riprendendo la conformazione originaria della sala e ispirandosi liberamente – dal punto di vista estetico e concettuale – alla celebre Sala Etrusca realizzata nel 1855 da Palagio Palagi per il Re Carlo Alberto di Savoia al castello di Racconigi.

LA SALA EGIZIA
Gli importanti reperti della collezione egizia qui riuniti sono accompagnati da un apparato informativo che consente di capirne storia, significato e vicende. Il tutto in un ambiente immersivo che evoca le camere funerarie da cui questi millenari reperti provenivano. Attraversando un corridoio con il soffitto ribassato che allude al percorso nel ventre della terra che caratterizza le necropoli di Luxor, il visitatore si trova all’interno di due sale con i corredi funerari, i bellissimi sarcofagi e la mummia della collezione parmense. Reperti di cui è programmato a breve un intervento di restauro condotto in loco dagli specialisti, alla presenza dei visitatori.

La nuova Sezione si apre con alcuni lavori (testi e tavole) dell’egittologo Ippolito Rosellini, giovane collega di Jean François Champollion durante la spedizione franco toscana in Egitto nel 1828, finanziata da re Carlo X di Francia e dal granduca Leopoldo di Toscana. La spedizione toccò tutti i grandi luoghi dell’Egitto faraonico e produsse un’enorme quantità di documenti, copie di testi geroglifici, disegni e casse di antichità. Rossellini prima e gli eredi di Champollion poi pubblicarono il resoconto di quella spedizione accompagnandolo con grandi tavole a volte acquerellate e i primi fascicoli dell’opera vennero donati alla nascente biblioteca del Museo di Antichità dalla duchessa Maria Luigia e oggi sono esposti accanto al papiro di Amenothes, acquisito dal Museo nel 1830.

M.C.S.
Fonte: Studio Esseci, 23 dicembre 2021

Complesso Monumentale della Pilotta
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