Due mostre a Palazzo Bonaparte, dimora della madre di Napoleone: le sculture di Jago, tra cui quella tornata dallo spazio, e la videoarte di Bill Viola.

JAGO. THE EXIBITION
Jago scolpisce come Michelangelo ed è amato dal pubblico come una rockstar. È l’emblema dell’artista contemporaneo che unisce smisurato talento a grande capacità di comunicazione. Arthemisia, con la collaborazione di Jago Art Studio, propone la prima mostra antologica a lui dedicata dal 12 marzo al 3 luglio 2022, esponendo tutte le opere realizzate fino a oggi. Si aggiunge il primo esperimento di studio d’artista in una mostra pubblica: Jago lavorerà a una nuova imponente scultura all’interno di Palazzo Bonaparte.

Jago, Habemus Hominem, 2009 / 2016
Photo by Jago

Pseudonimo di Jacopo Cardillo (Frosinone 1987) Jago è noto come “The social artist” per le innate doti comunicative. Le dirette streaming e le documentazioni foto e video sul web raccontano il processo inventivo di ogni opera, e il percorso condiviso consente una diretta partecipazione dei suoi followers al singolo passaggio esecutivo.

Attraverso le sue opere, Jago fornisce al pubblico una lettura personale della storia, risignificandola e utilizzando un materiale nobile come il marmo, appartenente alla tradizione, e procedimenti esecutivi classici (dal disegno al modello, dal bozzetto d’argilla al calco in gesso), insieme all’adozione della figura umana come soggetto prevalente. Il linguaggio si esprime nell’asperità di superfici ruvide, lontane dalla levigatezza e dalla lucentezza di molte sculture del passato, ribadendo l’aspetto contemporaneo di un’inevitabile corrosione del tempo.

La mostra, curata da Maria Teresa Benedetti, riunisce una serie di lavori realizzati fino ad oggi, dai sassi di fiume scolpiti (Memoria di sé e Excalibur), fino alle sculture monumentali più recenti (Figlio velato e Pietà), passando per creazioni meno recenti come il ritratto di Papa Benedetto XVI (Habemus Hominem). In quest’opera – che partecipò alla 54. Biennale di Venezia e ricevette la Medaglia Pontificia – la nudità dai paramenti del pontefice emerito è sigillo di un gesto di radicale spoliazione; il volto sorride con inedita dolcezza, il busto emaciato fa emergere l’umanità creaturale di chi è tornato a essere uomo.

Jago, First baby, 2019. Photo by Luca Parmitano

Nel 2019, in occasione della missione Beyond dell’ESA (European Space Agency), Jago è stato il primo artista ad aver inviato una scultura in marmo sulla Stazione Spaziale Internazionale. Intitolata The first baby e raffigurante un feto, è tornata sulla Terra a febbraio 2020 sotto la custodia del capo missione, Luca Parmitano. L’opera, presente in mostra, rappresenta un modo di dilatare la presenza umana verso confini sempre più ampi.

Bill Viola, Ascension, 2000. Video/sound installation. Performer: Josh Coxx. Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

BILL VIOLA. ICONS OF LIGHT
La mostra omaggia uno dei massimi esponenti mondiali della videoarte. Bill Viola unisce la dimensione spirituale orientale con quella occidentale, la storia dell’arte con la sperimentazione video, la riflessione sulla cristianità con lo zen.

L’esposizione attraversa tutta la sua produzione: dai lavori che approfondiscono il rapporto tra uomo e natura, a quelli ispirati dall’iconologia classica. A Palazzo Bonaparte lo spettatore si trova immerso, dal 5 marzo al 26 giugno 2022, in un percorso che intreccia la meraviglia dei saloni barocchi con l’intensità delle video istallazioni.

L’artista statunitense identifica nella tecnologia video un luogo di riflessione per la nostra contemporaneità. Emozioni, meditazione, passioni emergono nella serie “Passions”. Con la cura di Kira Perov, moglie dell’artista e direttore esecutivo del Bill Viola Studio, quarant’anni di lavoro vengono dispiegati attraverso 15 opere, in un percorso che inizia nel 1977-79 con The reflecting pool e termina nel 2014 con la serie Martyrs (2014), accanto a capolavori ipnotici quali Ascension (2000) ed esemplari della celeberrima serie Water portraits (2013).

Allestimento Bill Viola Palazzo Bonaparte

A differenza dei colleghi della sua generazione, Bill Viola (New York 1951) già dai primi anni Settanta iniziò ad annullare l’eccesso di sperimentazione, tornando agli elementi base della tecnologia video, quali il monitor e la telecamera, fino a studiare fattori primari come la luce, il tempo, lo spazio. Il video diventa con Viola uno dei media a disposizione dell’arte contemporanea, un nuovo mezzo attraverso cui indagare in profondità l’uomo e il suo rapporto con l’ambiente.

Alla fine degli anni Ottanta, Viola si dedicò a una nuova composizione dell’immagine attraverso la costruzione di vere e proprie scene, quasi cinematografiche: ambientazioni, attori, set, disposizione delle luci, fotografia, regia. Da questo momento il suo lavoro verrà sempre più identificato da questo stile, in cui una parte determinante riguarda la formalizzazione dell’emozione.

C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa, marzo 2022
Immagine di copertina:
Jago, Pietà, 2021, Photo by Jago

JAGO. THE EXIBITION
12 marzo – 3 luglio 2022

BILL VIOLA. ICONS OF LIGHT
5 marzo – 26 giugno 2022

Palazzo Bonaparte
Piazza Venezia, 5 (angolo Via del Corso) 00186, Roma
Informazioni e prenotazioni: T. + 39 06 87 15 111
www.mostrepalazzobonaparte.it
www.arthemisia.it

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