Lo spettacolo di Robert Carsen torna alla Scala con una compagine musicale rinnovata, sotto la guida di Pablo Heras-Casado.

Ormai a pieno diritto tra i classici della storia recente del Teatro alla Scala, l’allestimento pensato da Robert Carsen per l’inaugurazione della Stagione 2011/2012 torna in scena dal 27 marzo al 12 aprile 2022 per sette recite, con la direzione di Pablo Heras-Casado, al debutto scaligero, mentre il protagonista Christopher Maltman è stato ascoltato solo in concerto. Conosciuti e apprezzati al Piermarini sono Hanna-Elisabeth Müller, che proprio come Donna Anna aveva debuttato nel 2017, Alex Esposito che festeggia il suo 150° Leporello, Bernard Richter che torna a vestire i panni di Don Ottavio, Emily D’Angelo come Elvira, Fabio Capitanucci Masetto e Günther Groissböck Commendatore. Andrea Carroll, al debutto scaligero, è Zerlina.

Don Giovanni 2011 ph Brescia e Amisano © Teatro alla Scala

DON GIOVANNI
Dalla prima versione di Tirso da Molina, il mito di Don Juan ha attraversato la cultura dell’Occidente inserendovi un elemento inquietante fatto di erotismo, hybris, solitudine e declino.

La versione di Mozart e Da Ponte ha dato alla figura del seduttore per antonomasia un nuovo rilievo, facendone una pietra miliare del nascente romanticismo ma anche, a decenni di distanza, un punto di riferimento del protoesistenzialismo di Kierkegaard che sarebbe stato ripreso da Camus.

Proprio a queste riflessioni si rifà la lettura di Robert Carsen nello spettacolo inaugurale della Stagione 2011/2012 (con la direzione di Daniel Barenboim, protagonisti Peter Mattei e Anna Netrebko): un allestimento che fin dal folgorante inizio in cui il protagonista strappa il sipario rivelando un gigantesco specchio che riflette la sala, crea una vertiginosa mise en abyme riproducendo all’infinito gli interni scaligeri.

Don Giovanni è una “centrale di energia” che muove l’azione ma la cui identità resta irrisolta: “chi son io tu non saprai”, dice a Donna Anna. In realtà, come emerge chiaramente dal dramma incompiuto di Camus, Don Giovanni ha capito che l’esistenza è un gioco senza regole e vive la vita senza freni né remore perché ne percepisce l’insensatezza. Non è quindi un personaggio esclusivamente negativo; la sua energia vitale sopravviverà alle convenzioni e agli infingimenti che dominano l’esistenza degli altri personaggi, e a lui spetterà l’ultima parola.

C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa, 18 marzo 2022
Immagine di copertina: Pablo Heras Casado ® Dario Acosta


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