La Madonna dell’Itria e gli anni siciliani della pittrice cremonese cinquecentesca, al Museo ‘Ala Ponzone’ di Cremona e poi al Museo Diocesano di Catania.

Era il 26 maggio 1573 quando una delle più intriganti pittrici del Rinascimento italiano, Sofonisba Anguissola (Cremona, 2 febbraio 1532 – Palermo, 16 novembre 1625), sposò il nobile siciliano Fabrizio Moncada. Dopo gli anni passati a corte a Madrid come dama di compagnia della regina Isabella e tutrice delle infante, la pittrice fu accolta nella piccola corte di Paternò, alle falde dell’Etna. Qui restò sino al 1579 quando, morto il marito nel corso di un attacco di pirati avvenuto nel mare di Capri, decise di tornare a Cremona, dove però non arrivò mai: innamoratasi del capitano della nave che la conduceva a Genova, soggiornò a lungo nel capoluogo ligure prima di tornare in Sicilia, a Palermo, dove morì quasi centenaria.

Obiettivo della mostra “Sofonisba Anguissola e la Madonna dell’Itria” è mettere in luce gli anni passati da Sofonisba a Paternò, prendendo il via da un’opera certa di quel periodo, la pala della Madonna dell’Itria, oggi patrimonio della chiesa dell’Annunciata di Paternò, dove fu trasferita dopo che, il 25 giugno 1579, Sofonisba la donò al convento dei francescani della stessa città, allora luogo di sepoltura dei Moncada.

La mostra propone la pala – sottoposta a Cremona a un integrale restauro –  accanto ad altre testimonianze quali affreschi, dipinti su tavola e tela, sculture provenienti dalla Sicilia e dal Nord Italia, che permettono di seguire l’evoluzione del tema iconografico medievale della Madonna Odigitria a quella moderna della Madonna dell’Itria.

La mostra – che si avvale di un prestigioso Comitato scientifico formato da Donatella Aprile, Gabriele Barucca, Michele Bacci, Gioacchino Barbera, Roberta Carchiolo e Mario Marubbi – è aperta al Museo ‘Ala Ponzone’ di Cremona dal 9 aprile al 10 luglio 2022, da dove poi si sposterà al Museo Diocesano di Catania dal 6 settembre al 4 dicembre 2022. Ad accompagnarla un nutrito catalogo.

APPROFONDIMENTO:
LA STORIA DELLA MADONNA DELL’ITRIA
Nel dipinto, di dimensioni considerevoli, l’artista cremonese rielabora le trasformazioni iconografiche della Madonna Ogiditria, modello trasmesso dal mondo bizantino e presto recepito nelle Isole e nelle regioni meridionali italiane al seguito delle comunità greche e albanesi giunte dai Balcani. La popolare iconografia che proponeva la Madonna a mezzo busto con in braccio il Bambino Gesù seduto in atto benedicente e che la Vergine indica con la mano destra (da qui l’origine del nome), si trasformò a partire dal XVI secolo nella complessa figurazione in cui la Vergine sovrasta una cassa lignea portata a spalla da due monaci basiliani: i “calogeri”.

Il riferimento è alla leggenda relativa al trafugamento e al salvataggio della miracolosa icona che si voleva dipinta dallo stesso san Luca e che a lungo era stata considerata una protettrice dagli abitanti di Costantinopoli, prima del 1453. Per sottrarla alla furia distruttiva degli Ottomani, i monaci che l’avevano in custodia l’avrebbero affidata, entro una cassa, ai flutti e così sarebbe giunta sui lidi occidentali. Il culto riservato alla Madonna d’Itria raggiunse grandissima popolarità: nel corso del XVI secolo chiese a Lei dedicate sorsero ovunque in Sicilia e venne proclamata Patrona dell’isola.

M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa, marzo 2022

SOFONISBA ANGUISSOLA E LA MADONNA DELL’ITRIA
Cremona: 9 aprile 2022 – 10 luglio 2022
Catania: 6 settembre – 4 dicembre 2022

Museo Civico “Ala Ponzone”
Via Ugolani Dati – 26100 Cremona (Italia)
Tel. 0372 407770
museoalaponzone.biglietteria@comune.cremona.it
www.musei.comune.cremona.it

Museo Diocesano
Piazza Duomo, Via Etnea, 8 – 95124 Catania
Tel. (+39) 095 281635
info@museodiocesanocatania.com
www.museodiocesanocatania.com