Istituto Italiano Tecnologia e Comando Carabinieri TPC: accordo per creare nuovi strumenti tecnologici di contrasto all’art crime. Rintracciata opera autografata di D’Annunzio; elmo ellenistico restituito in Olanda all’Italia; recuperate statue del XVII sec; libro del XVIII sec restituito alla Biblioteca Valliceliana.

CARABINIERI TPC MONZA E FIRENZE
L’ALLEGORIA DELL’AUTUNNO, OMAGGIO OFFERTO A VENEZIA DA GABRIELE D’ANNUNZIO
I Carabinieri TPC hanno recuperato un prezioso volume del poeta Gabriele D’annunzio, trafugato dalla biblioteca del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Viesseux di Firenze. Si tratta dell’opera, autografata con dedica allo scrittore Ugo Ojetti, dal titolo

“L’allegoria dell’autunno, omaggio offerto a Venezia da Gabriele D’annunzio”, prima edizione, stampata a Firenze nel 1895. Le indagini sono state avviate dai militari del Nucleo TPC di Monza, quando, su segnalazione del Presidente della “Fondazione il Vittoriale degli italiani” di Gardone Riviera (BS), il volume è risultato in vendita su un sito di e-commerce. La presenza dei timbri riconducibili alla storica biblioteca fiorentina è risultata fondamentale per identificare il bene e consentire ai militari del Nucleo TPC di Firenze di eseguire gli opportuni approfondimenti.

L’acquirente, un libero professionista del viterbese, in completa buona fede e ignaro della provenienza furtiva, ha immediatamente rinunciato al possesso del bene. Il prezioso volume è stato così restituito, il 27 aprile 2022, alla direttrice della Biblioteca, dott.ssa Gloria Manghetti.

C.S.M. 27 aprile 2022

Ambasciata italiana nei Paesi Bassi – L’Aja 28 aprile 2022

ELMO ELLENISTICO RINVENUTO IN OLANDA RESTITUITO ALL’ITALIA
A partire da febbraio 2019, una complessa attività investigativa, condotta in Italia e all’estero dai Carabinieri e coordinata dalla Procura della Repubblica di Taranto, ha portato al recupero di oltre 2.000 reperti archeologici magnogreci, risalenti al periodo compreso tra il VI e il II secolo a.C.

I Carabinieri avevano scoperto che un noto indiziato di reati contro il patrimonio culturale alloggiava periodicamente presso un hotel di Monaco di Baviera (Germania), dove portava con sé diversi plichi, contenenti degli oggetti verosimilmente di natura archeologica. La persona in questione partiva in treno da Taranto e, attraversata l’Austria, arrivava a Monaco di Baviera dove pernottava per poi proseguire il viaggio verso Bruxelles (Belgio).

Le indagini sono state sviluppate grazie anche all’utilizzo di attività tecniche – intercettazioni telefoniche e ambientali, registrazioni video, servizi di Osservazione, Controllo e Pedinamento (OCP) in Italia e all’estero – e sono state eseguite numerose rogatorie e Ordini d’Indagine Europei (OIE) verso la Germania, il Belgio, l’Olanda e la Svizzera. È emerso un vasto traffico illecito di reperti archeologici, condotto da un sodalizio criminale ben strutturato e con importanti collegamenti all’estero.

Operazione Taras – Taranto 10 dicembre 2021

Il principale indagato è stato arrestato a Monaco di Baviera a gennaio 2020 e nuovamente arrestato a novembre 2021 a Delft (Olanda). Periodo in cui – nell’ambito dell’Operazione Taras (vedi notizia DeArtes e foto dell’elmo e dei reperti qui) – è stato recuperato l’elmo ellenistico che il 28 aprile 2022, presso la residenza dell’Ambasciatore d’Italia nei Paesi Bassi, S.E. Giorgio Novello, è stato restituito al Vicecomandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, Col. Mario Mettifogo.

Nei mesi di giugno e luglio 2020, in collaborazione con le Polizie locali, sono state effettuate perquisizioni in Belgio e in Olanda. Un’abitazione di Bruxelles era la base d’appoggio e il deposito del soggetto arrestato in Germania: lì sono stati sequestrati circa 1.000 reperti archeologici provenienti dall’Italia, prevalentemente dall’area di Taranto e provincia, risalenti al periodo compreso tra il VI e il II secolo a.C.

Contestualmente, sono stati individuati altri importanti reperti italiani provento di scavo clandestino, commercializzati a Bruxelles presso esercenti di settore inconsapevoli della loro provenienza illecita, nonché, a Delft, un laboratorio specializzato nel restauro di oggetti d’arte antichi, per renderli appetibili sul mercato.

Nell’ottobre 2021 sono state eseguite perquisizioni presso varie abitazioni nella provincia di Taranto e sono stati sequestrati ulteriori circa 1.000 reperti, riferibili prevalentemente alle aree archeologiche tarantine, insieme a sofisticati metal-detector e a diversi strumenti per sondare il terreno (spilloni).

Sono state deferite 13 persone per associazione per delinquere, ricettazione, scavo clandestino e impossessamento illecito di reperti archeologici. Durante le varie fasi delle attività investigative sono stati individuati numerosi scavi clandestini in aree archeologiche di Taranto e provincia, localizzando così i probabili siti di provenienza dei reperti sequestrati.

C.S.M. 29 aprile 2022

CARABINIERI TPC FIRENZE
RECUPERATE STATUE IN MARMO DEL XVII SEC. RUBATE A SESTO FIORENTINO
Le quattro sculture in marmo del XVII secolo raffigurano le Muse: “Talia con cartiglio e cornucopia”, “Tersicore con la lira”, “Polimnia appoggiata a un tronco di colonna” e “Melpomene con maschera greca in mano”. Le opere scultoree sono state restituite dal Comandante del Nucleo Carabinieri TPC di Firenze, Cap. Claudio Mauti, a un privato residente a Sesto Fiorentino (FI), dalla cui abitazione erano state trafugate il 29 settembre 1986.

L’indagine ha avuto origine da una verifica effettuata nell’ottobre 2021 su alcune opere in vendita presso una casa d’aste toscana, grazie alla comparazione con le immagini presenti nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, gestita dal Comando TPC. I quattro beni erano stati commercializzati circa trent’anni fa ad Arezzo in occasione del mercato antiquario locale, venduti da un operatore del settore a un antiquario fiorentino, il quale le aveva poi rivendute a un altro professionista. Quest’ultimo acquirente le ha mantenute nella propria collezione privata sino a quest’anno, quando ha dato mandato di vendita alla casa d’aste, estranea all’illecito. Tre persone sono state denunciate per la ricettazione delle quattro sculture: i due antiquari fiorentini e un pregiudicato di Montevarchi (AR) che li commerciò ad Arezzo.

C.S.M. 28 aprile 2022

CARABINIERI TPC PERUGIA
LIBRO DEL XVIII SECOLO RESTITUITO ALLA BIBLIOTECA VALLICELIANA A ROMA
Si tratta di una preziosa testimonianza bibliografica dal titolo “Collis Paradisi amoenitas, seu Sacro Conventus assisiensis Historiae Libri II. Opus posthumum patris magistri Francischi Mariae Angeli a Rivotorto ord. Min. Francisi Conventualium in lucem editum Opera, Studio Fratris Francisci Antoniii Felicis Carosi de Monte Leone Provinciae Sancti Francisci ejusdem Ordini, Sacerdotis”.

L’antico volume, stampato nel 1704 a Montefalisco (oggi Montefiascone) dalla stamperia Ex Typographia Seminarii, sarebbe la prima edizione di una delle più importanti opere dedicate ad Assisi e, secondo l’illustre bibliografo ed erudito Giuseppe Fumagalli (1863-1939), si tratterebbe del primo libro stampato a Montefiascone. Il testo presenta un’ampia fonte di notizie storico-artistiche sui principali monumenti architettonici della città di Assisi e sulle opere d’arte custodite al loro interno. A impreziosirne il contenuto, il ricco corredo iconografico costituito da 12 grandi tavole ripiegate che comprende vedute della città, del Convento e della Basilica di San Francesco, delle Chiese di Santa Maria degli Angeli, di San Damiano e Santa Chiara, del Convento di Rivotorto, dell’eremo delle Carceri.

Il documento bibliografico, del quale esistono varie copie nelle collezioni di importanti biblioteche e il cui valore commerciale, sul mercato antiquario, è valutato in 4.000 euro circa, è risultato provenire dal prezioso e vasto patrimonio della cinquecentesca Biblioteca Valliceliana di Roma, legata alla figura di Filippo Neri e alla Congregazione dell’Oratorio, istituita nel 1565 e riconosciuta ufficialmente da Gregorio XIII nel 1575 con la bolla “Copiosus in misericordia”. L’attribuzione è stata accertata attraverso l’analisi delle segnature, degli ex libris e delle “note di possesso” presenti fra le pagine.

L’indagine svolta dagli “investigatori dell’arte” umbri ha preso avvio nel 2019 a seguito di uno dei tanti controlli pianificati, alla ricerca di beni culturali indebitamente sottratti. Nella Banca dati del Comando TPC risultava la denuncia di furto presentata nel 2005 dall’allora direttore pro tempore della Biblioteca. Così, nel mese di aprile 2022, il testo è stato restituito, presso la sede dalla Biblioteca Valliceliana a Roma, alla Direttrice Dott.ssa Paola Paesano, dal Comandante del Nucleo TPC di Perugia, Tenente Colonnello Guido Barbieri.

C.S.M. 20 aprile 2022

ISTITUTO ITALIANO DI TECNOLOGIA E COMANDO CARABINIERI TPC INSIEME PER LA SALVAGUARDIA DEL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO
L’obiettivo è sviluppare e implementare attività di ricerca e soluzioni tecnologiche per l’identificazione di beni culturali all’interno del mercato illecito, la loro autenticazione e protezione, oltre all’individuazione di scavi clandestini e di siti di valore culturale giacenti nel sottosuolo tramite tecnologie satellitari. Il Direttore Scientifico dell’IIT, Giorgio Metta e il Comandante dei Carabinieri TPC, Gen.B. Roberto Riccardi, hanno firmato un Memorandum di Intesa, nella sede IIT di Genova Morego lo scorso aprile. Erano presenti Arianna Traviglia, Direttrice del Center for Cultural Heritage Technology dell’IIT di Venezia e il Comandante del Nucleo TPC di Genova, Ten.Col. Antonio Quarta.

L’accordo decreta una fattiva collaborazione triennale fra i due enti per approfondire gli studi che mirano a individuare nuovi strumenti tecnologici di contrasto agli illeciti nel settore dell’art crime, con particolare attenzione agli scavi clandestini nei siti archeologici e al traffico online di beni culturali, oltre a sviluppare le potenzialità della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” gestita dal Comando TPC. Inoltre, IIT e Comando TPC si impegnano a realizzare attività nel campo della divulgazione e della comunicazione per accrescere la sensibilità dei cittadini verso la necessità di tutelare il patrimonio culturale.

Traviglia CCHT, Author: A.Defilippi. Credits: Istituto Italiano di Tecnologia – © IIT, all rights reserved

I protagonisti dell’accordo sono il Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale, Reparto specializzato dell’Arma dei Carabinieri che svolge attività di tutela e di prevenzione e contrasto degli illeciti per la salvaguardia del patrimonio storico, archeologico, artistico e culturale, dedicandosi anche al recupero dei beni; il Center for Cultural Heritage – CCHT, il centro IIT di Venezia in cui l’attività di ricerca viene pianificata in base ai bisogni reali di chi ogni giorno si impegna a conservare e restaurare il patrimonio artistico nazionale e internazionale, e si snoda su diversi piani sfruttando le competenze tecnologiche di IIT nel campo delle scienze dei materiali, della computer vision, dell’intelligenza artificiale, del machine learning e della robotica.

Le attività di ricerca nell’ambito dell’art crime già in atto all’IIT di Venezia riguardano l’utilizzo del machine learning per identificare il patrimonio culturale rubato e messo in vendita su internet e l’uso dell’intelligenza artificiale per analizzare i dati provenienti dagli avvistamenti dei satelliti nello spazio e individuare siti di scavi non autorizzati, per fermare l’acquisizione abusiva e il saccheggio di antichità.

A breve saranno avviate nuove ricerche mirate all’individuazione di network criminali tramiti avanzati sistemi informatici basati sull’intelligenza artificiale.

Immagini satellitari a infrarossi della laguna di Venezia. Credits: Istituto Italiano di Tecnologia – © IIT, all rights reserved

Il Comandante dei Carabinieri TPC, Gen.B. Roberto Riccardi: «Dal 1969 a oggi i Carabinieri dell’Arte hanno recuperato più di tre milioni di beni culturali. È un risultato importante, ma abbiamo ancora tanto da fare. Guardiamo con grande interesse alle sinergie con l’Istituto Italiano di Tecnologia e il suo Centro dedicato al Patrimonio Culturale, con il quale abbiamo già avuto altre forme di collaborazione. L’innovazione tecnologica è la direzione in cui andare, per sviluppare azioni dirette al recupero e alla salvaguardia delle nostre meraviglie. È la migliore premessa affinché il futuro ci restituisca il passato».

Immagine Satellitare – False Color. Caption: Immagine Satellitare – False Color. Credits: Istituto Italiano di Tecnologia – © IIT, all rights reserved

Giorgio Metta, Direttore Scientifico di IIT: «La missione istituzionale di IIT è quella dell’eccellenza nella ricerca e il suo trasferimento verso applicazioni concrete a beneficio di tutti. Questo accordo ci permette di mettere in pratica le nostre conoscenze nell’ambito delle nuove tecnologie del digitale per la tutela dei beni culturali, partendo dalle esigenze reali di chi si occupa di questa tematica quotidianamente».

Arianna Traviglia, Direttrice del Center for Cultural Heritage dell’IIT: «La possibilità di collaborare direttamente con l’Arma dei Carabinieri nello sviluppo di tecnologie di contrasto al traffico e spoliazione di beni culturali ci permetterà di creare prodotti realmente su misura per le loro esigenze di tutela del patrimonio storico-artistico-archeologico italiano e internazionale». E ha aggiunto che l’IIT è un centro all’avanguardia nell’uso dell’Intelligenza Artificiale nell’ambito dei Beni Culturali, con vari progetti già attivi, in alcuni casi anche finanziati dalla Commissione Europea e in collaborazione con enti come l’Agenzia Spaziale Europea.

C.S.M. 21 aprile 2022

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