Al Belvedere della Villa Reale, un viaggio fantastico con storie che uniscono mito, brivido e mistero: 200 opere dei più spaventosi artisti giapponesi del XVIII e XIX secolo.

Xilografie, rari libri antichi, abiti storici, armi tradizionali, spade, un’armatura samurai e la preziosa collezione Bertocchi, costituita da 77 netsuke, finora mai esposte al pubblico. Si tratta di piccole statuine in avorio e legno che le donne dell’alta borghesia e della nobiltà chiamavano “i bottoni giapponesi”, già conosciuti a partire dal XVII secolo, che venivano usati come elemento accessorio dei kimono per ancorare oggetti come contenitori, borsellini, tabacchiere e altro. Inoltre, un rotolo a scorrimento lungo 10 metri, anche questo esposto per la prima voltache racconta la vicenda di Shutendoji, una creatura mitologica (Oni) a capo di un esercito di mostri che infestava il monte Oe nei pressi di Kyoto.  Un’opportunità eccezionale è poter ammirare alcuni dei famosi quaderni manga di Hokusai e altri suoi capolavori.

Yaroi, Armatura samurai, fine XIX secolo
Netsuke con due artigiani intenti a creare una maschera da Tengu, seconda metà XIX secolo

“Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi”, a cura di Paolo Linetti, è allestita dal Belvedere della Villa Reale a Monza dal 30 aprile al 21 agosto 2022 (prorogata fino al 9 ottobre). La mostra è ideata e prodotta da Vertigo Syndrome, con il patrocinio del Comune di Monza e del Consolato Generale del Giappone a Milano.

Il rituale delle cento candele è l’idea alla base della mostra, e si ispira a una leggendaria prova di coraggio iniziata da alcuni samurai nel XVII secolo. Dopo l’ora del tramonto, i samurai si ritrovavano in una stanza illuminata dalla luce di cento candele. Ogni samurai raccontava una storia agli altri compagni per spaventarli con racconti popolati di mostri della tradizione giapponese. Al termine, il narratore si alzava, spegneva la candela di una lanterna, prendeva uno specchio per specchiarvisi nell’angolo più lontano: l’oscurarsi progressivo della stanza accompagnava il susseguirsi di racconti sempre più spaventosi e carichi di suspense.

Loputyn, Jorōgumo 2022

I mostri di queste storie costellano il percorso di visita. Il pubblico entra in una stanza totalmente buia, illuminata soltanto dalla fioca luce di cento candele che si spengono una ad una, accompagnate dalla voce roca di un attore che impersona il fantasma di un vecchio samurai, morto dopo essere impazzito per aver incontrato un vero mostruoso Yōkai nella notte.

Inizia così un emozionante viaggio tra gli spiriti, le creature e i mostri del folklore nipponico: creature a volte grottesche, altre dispettose, spesso spaventose, che abitano da sempre l’immaginario collettivo e il quotidiano degli uomini e delle donne giapponesi, tutti consapevoli di coesistere e di venire in contatto con questi esseri inquietanti. Yōkai (mostri), Bakemono (mostri mutaforma), Yurei (spettri e ritornanti) popolano le xilografie in mostra, insieme a draghi, orchi, volpi trasformiste, fatali mici mannari, spettri, rospi vampiri.

C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa, aprile 2022
Immagine di copertina: Kuniyoshi Utagawa,
La principessa strega Takiyasha e lo scheletro del padre,1844 circa

YŌKAI. LE ANTICHE STAMPE DEI MOSTRI GIAPPONESI
30 aprile – 21 agosto 2022 (prorogata fino al 9 ottobre)

Belvedere della Villa Reale
viale Brianza 1, Monza
www.mostrigiapponesi.it

Informazioni: Vertigo Syndrome
Tel. + 39 351 656-0343
info@vertigosyndrome.it  | www.vertigosyndrome.it

A destra: Kuniyoshi Utagawa, Okabe, La storia della pietra del gatto 1843-1847.

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