Al MAO l’immaginario visivo buddhista. Preziose opere della collezione mai esposte prima e lavori di artisti contemporanei. Restauri visibili al pubblico.

Quali significati rivestono gli oggetti rituali presenti nelle collezioni del Museo d’Arte Orientale e come venivano utilizzati e percepiti nel loro contesto originario? Perché e come sono entrati a far parte del patrimonio del museo? Quali sono i problemi posti dalla conservazione e dal restauro? Qual è il rapporto fra buddhismo e nuove tecnologie? Da queste domande prende avvio la nuova mostra “Buddha10. Frammenti, derive e rifrazioni dell’immaginario visivo buddhista”, a cura di Davide Quadrio e Laura Vigo.

[Bodhisattva assiso in vitarkamudrā su un doppio loto. Provenienza: Shanxi o Shaanxi, XVI sec. Dinastie: Ming]

Le collezioni del MAO sono un corpus eterogeneo costituito da circa 2.300 oggetti provenienti da luoghi geografici e culturali molto distanti fra loro. La sezione numericamente più rilevante è quella dedicata alla Cina, composta principalmente da opere e manufatti legati al mondo rituale e all’ambito funerario e religioso, fra cui spiccano alcune straordinarie sculture buddhiste mai mostrate al pubblico, che vengono esposte in occasione della mostra Buddha10 dal 20 ottobre 2022 al 3 settembre 2023.

Buddha10, (come già Il Grande Vuoto, vedi qui), è una mostra viva e in continua evoluzione. In primavera la mostra subirà un cambiamento radicale con la sostituzione di numerose opere: i visitatori sono quindi invitati a tornare più volte in Museo per scoprire nuove opere.

Nelle sale dedicate alle esposizioni temporanee, in uno spazio essenziale ed evocativo, oltre venti grandi statue buddhiste in legno o pietra di epoche diverse (dal XII al XIX secolo) delle collezioni del MAO, sono accostate ad alcune sculture – tra cui due straordinarie teste scultoree in pietra di epoca Tang (618-907 d.C.) -provenienti dal Museo delle Civiltà di Roma, e a un importante prestito proveniente dal Museo d’Arte Orientale E. Chiossone di Genova.

Si aprono così traiettorie di riflessioni su molte tematiche: il rapporto fra vero e falso, fra scienza e religione, la capacità del restauro di rivelare e nascondere, come due tipologie di ripristino possano modificare profondamente due opere simili, il ruolo della luce nella fruizione delle opere e molto altro.

Il Centro per la conservazione e il restauro dei beni culturali La Venaria Reale, polo di eccellenza a livello italiano e internazionale, ha curato il complesso restauro delle opere che ne ha consentito l’esposizione. Una parte del lavoro di restauro avviene anche in mostra ed è visibile dal pubblico.

[Statua di Guardiano del Tempio (Dvārapāla o Lishi) in piedi su una base rocciosa, Provenienza: Shanxi o Shaanxi, XVI sec. Dinastie: Ming]

LA MOSTRA
Nella parte iniziale del percorso espositivo trova spazio un progetto site specific realizzato dal botanico e studioso Stefano Mancuso, professore all’Università di Firenze e fondatore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale, destinato agli studi sul comportamento delle piante, insieme all’artista e designer Andrea Anastasio. Si tratta di un giardino di composizioni vegetali dove i visitatori sono invitati a trascorrere qualche minuto prima di accedere alla mostra.

Il percorso è arricchito da opere di artisti contemporanei, tra i quali Lu Yang, Xu Zhen, Wu Chi-Tzung, Charwei Tsai e Zheng Bo. In particolare, l’installazione Drawing life di Zheng Bo è anche parte del progetto espositivo The mountain touch, visitabile al Museo Nazionale della Montagna dal 3 novembre 2022 al 2 aprile 2023, mentre Ah di Charwei Tsai è uno dei tre capitoli di So will your voice vibrate di Artissima Internazionale d’Arte Contemporanea di Torino, realizzato con GAM e Palazzo Madama.

La mostra è arricchita di progetti site specific e performance musicali di artisti attivi a livello nazionale e internazionale, fra cui Lee Mingwei e Amosphère.
Chiara Lee & Freddie Murphy propongono una serie di appuntamenti che prende il via la sera dell’inaugurazione e prosegue fino all’estate: un rito sonoro collettivo itinerante, officiato da artisti provenienti dal continente asiatico e dalla relativa diaspora.

Tutti i dettagli sul public program e il programma completo QUI.

[Statua di Arhat (Luohan) assiso in dharmacakramudrā. Provenienza: Fujian, XVI sec. Dinastie: Ming]

CONTRIBUTI SCIENTIFICI                     
Il progetto beneficia, oltre alla collaborazione con il Centro Restauro Venaria Reale, dei contributi scientifici di esperti, tra cui: Puay-Peng Ho, Direttore del Dipartimento di Architettura, Design e Ambiente, Università di Singapore; Wu Hung, Harrie A. Vanderstappen Distinguished Service Professor of Art History and the College Adjunct Curator, Smart Museum of Art, Università di Chicago; Laura Vigo, Curator for Asian Arts and Archaeology, Montreal Museum of Fine Arts e Professore di arte cinese, Université de Montréal, Canada; Maria Luisa Giorgi, Curatrice Museo delle Civiltà di Roma; Loretta Paderni, Curatrice Museo delle Civiltà di Roma; You Mi, Professor of Art and Economies, University of Kassel, e Documenta Institute; Claudia Ramasso, Curatrice per l’Asia meridionale e il Sud-est asiatico, MAO Museo d’Arte Orientale, Torino.

M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa, 29 settembre 2022
Immagine di copertina:
Bodhisattva Guanyin adagiato in
mahārājalīlāsana su una roccia
Provenienza: Shanxi o Shaanxi, XVII sec.
Dinastie: Ming – Qing

BUDDHA10
20 ottobre 2022- 3 settembre 2023

MAO Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico 11, Torino
www.maotorino.it

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