A Palazzo Mazzetti 80 opere svelano l’anima delle ‘divine’ creature ritratte, esaltandone la bellezza.

La Belle Époque, i salotti, le nobildonne e la moda: è il travolgente mondo di Giovanni Boldini, genio della pittura che più di ogni altro ha saputo restituire le atmosfere rarefatte di un’epoca straordinaria. Letteratura e moda, musica e lusso, arte e bistrot si confondono nel ritmo sensuale del can can e producono una straordinaria rinascita sociale e civile.

[Giovanni Boldini
La signora in rosa, 1916
Museo Giovanni Boldini, Ferrara]

Uno degli artisti italiani più amati di ogni tempo viene celebrato con la grande mostra “Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque” a Palazzo Mazzetti di Asti, dal 26 novembre 2022 al 10 aprile 2023 (prorogata fino al 14 maggio). 80 magnifiche opere – tra cui Signora bionda in abito da sera (1889 ca.), La signora in rosa (1916), Busto di giovane sdraiata (1912 ca.) e La camicetta di voile (1906 ca.) – sono protagoniste di una narrazione cronologica e tematica al tempo stesso.

 L’esposizione esprime al meglio la maniera di Boldini, il suo saper esaltare con unicità la bellezza femminile e svelare l’anima più intima e misteriosa dei nobili protagonisti dell’epoca. Una mostra che pone l’accento sulla capacità dell’artista di psicoanalizzare i suoi soggetti, le sue “divine”, facendole posare per ore, per giorni, sedute di fronte al suo cavalletto, parlando senza stancarsi di porre loro le domande più sconvenienti, fino a comprenderle profondamente e così coglierne lo spirito, scrutandone l’anima.

[Giovanni Boldini, Signora con cappellino, 1900 ca. Collezione privata Courtesy Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaioli]

Farsi ritrarre da Boldini significava svestire i panni dell’aristocratica superbia di cui era munificamente dotata ogni gran dama degna del proprio blasone. Occorreva stare al gioco e accettarne le provocazioni, rispondendo a tono alle premeditate insolenze ma, infine, concedersi, anche solo mentalmente, facendo cadere il muro ideologico dell’alterigia, oltre il quale si celavano profonde fragilità. Egli coglieva al volo l’attimo fuggente, quel momento unico in cui un’occhiata più sincera rivelava lo stato d’animo e la mimica del corpo si faceva più espressiva, l’istante in divenire fra un’azione e l’altra, quando la forza motoria di un gesto si esauriva, rigenerandosi prontamente in quello successivo.

Negli anni della maturità e poi della senilità, le lunghe e vorticose pennellate, impresse come energiche sciabolate di colore, rimodellavano in senso dinamico i corpi delle sue “divine” creature e il suo stile, a un tempo classico e moderno, costituiva la miglior risposta alle vocazioni estetiste e progressiste manifestate dagli alti ceti sociali.

La mostra Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque, con il contributo della Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura, è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Regione Piemonte e dal Comune di Asti, in collaborazione con Arthemisia. Catalogo edito da Skira.

[Giovanni Boldini, La contessa de Rasty a letto, 1880 c. Collezione privata Courtesy Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaioli]

GIOVANNI BOLDINI
Boldini lo stregone, Boldini il fauno, Boldini il pittore! Questo e molto altro era quell’omino insolente dall’accento italiano che, passeggiando per Parigi, da sotto la bombetta guardava chiunque dall’alto in basso, ricambiando un saluto con una smorfia di distaccato disappunto. Lui, figlio del modesto pittore-restauratore Antonio, sapeva cosa fosse il disagio, avendo provato sulla sua pelle l’umiliazione della miseria, di quel corpicino striminzito compreso in un solo metro e cinquantaquattro di altezza. Lui che da giovane non era stato considerato un buon partito per il suo unico grande amore, Giulia Passega, andata in sposa a un giovanotto di buona famiglia, impiegato alla prefettura.

Ecco chi era, davvero, Boldini: un ragazzo della provincia padana venuto dal basso, finito nei salotti dell’alta società, nel cuore pulsante della civiltà e di un’epoca che lo avrebbe consacrato quale uno dei suoi più iconici protagonisti.

C.S.M.
Ufficio Stampa, 25 novembre 2022
Immagine di copertina: Giovanni Boldini
Busto di giovane sdraiata, 1912 c.
Ca’ la Ghironda ModernArtMuseum, Bologna

GIOVANNI BOLDINI E IL MITO DELLA BELLE ÉPOQUE
26 novembre 2022 – 10 aprile 2023 (prorogata fino al 14 maggio)

Palazzo Mazzetti
Corso Vittorio Alfieri, 357 Asti
T. +39 0141 530 403 M. +39 388 164 09 15
info@fondazioneastimusei.it  
prenotazioni@fondazioneastimusei.it  
www.museidiasti.com

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